Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2025 - "Le dichiarazioni dei redditi 2023: l'analisi IRPEF e delle altre imposte dirette e indirette per importi, tipologia dei contribuenti e territori negli ultimi 16 anni"
A ideale completamento dellanalisi condotta dal Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano e dagli altri Osservatori dedicati al monitoraggio della spesa pubblica, lindagine su entrate fiscali e finanziamento del welfare giunta nel 2025 alla sua dodicesima edizione si pone lobiettivo di analizzare le dichiarazioni individuali dei redditi ai fini IRPEF, così come lammontare e i profili di distribuzione delle altre principali imposte dirette e indirette, allo scopo di verificare la sostenibilità del sistema di protezione sociale. E, in particolare, se le entrate da fiscalità generale sono sufficienti a coprire le principali funzioni di welfare non sorrette da contributi di scopo, vale a dire sanità e assistenza sociale a carico dello Stato, delle regioni e degli enti locali.
Con tale finalità, la pubblicazione curata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali muove pertanto le sue premesse dai dati diffusi dal MEF e dallAgenzia delle Entrate relativamente alle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF rese dai cittadini italiani nel 2024 (con riferimento, dunque, allanno di imposta 2023) ed elaborate dalla pubblica amministrazione a maggio 2025.
Allanalisi sulle dichiarazioni IRPEF - condotta per importi, tipologia di contribuenti e territori lungo una serie di storica di 16 anni, vale a dire dal 2008 al 2023 - si affianca quindi una panoramica delle altre principali imposte dirette e indirette (in particolare, IRAP, IRES, ISOST e IVA) e una loro comparazione alle variabili economiche più rilevanti nel descrivere la situazione socio-economica dellItalia: tutti elementi utili a evidenziare landamento dei redditi italiani nel tempo, le loro compatibilità finanziarie e, di riflesso, anche a cogliere le eventuali distorsioni del sistema fiscale che maggiormente affliggono il Paese.
Dallo studio, condotto dal Prof. Alberto Brambilla insieme a Paolo Novati e Nicola Quirino, sembrano infatti emergere alcune evidenze distanti dalla narrazione comune in materia di fisco: innanzitutto, non pare corretto descrivere lItalia come una nazione oppressa dalle tasse, poiché i contribuenti su cui grava il peso fiscale non è che un ristretto 27,41% di contribuenti con redditi dai 29mila euro in su, i quali da soli corrispondono il 76,87% di tutta lIRPEF. Viceversa, una grande parte di italiani paga così poche imposte (o non ne paga affatto) da risultare nei fatti totalmente a carico della collettività:basti ad esempio pensare che il 72,59% dei contribuenti con redditi fino a 29mila euro non arriva a corrispondere da solo neppure un quarto dellintera Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche, fermandosi al 23,13%.
La poco lusinghiera fotografia di una nazione contraddistinta da una redistribuzione così forte da rischiare, in assenza di contromisure che sappiano parimenti porre rimedio a eccessivo assistenzialismo, bassa produttività, elevato debito pubblico e tassi di occupazione ancora modesti nel confronto con lEuropa, di compromettere non solo la tenuta del welfare state italiano ma anche di ridurre le risorse disponibili per investimenti futuri, minacciando dunque crescita e sviluppo del Paese.
Il presente Osservatorio sulle entrate fiscali e sul finanziamento del welfare è stato realizzato con il sostegno di: