Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2020 - "La gestione dell’epidemia di COVID-19: Paesi e indici di performance a confronto"

Soprattutto nei mesi che hanno preceduto la cosiddetta “seconda ondata”, il nostro Paese è stato in più occasioni acclamato sia all’estero sia dall’opinione pubblica nazionale come un buon esempio di gestione dell’epidemia di COVID-19. Si può quindi davvero sostenere l’esistenza di un “modello Italia”? 

Attraverso il confronto del caso italiano con altri 29 Stati, per un totale di 30 nazioni esaminate, questa la domanda fondamentale cui cerca di rispondere l’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate curato per il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali dal Prof. Alberto Brambilla sulla base di una serie di indicatori di performance volti a combinare tra loro dimensione sanitaria e quella socio-economica, e quindi utili a valutare l’efficacia delle misure di contenimento dei contagi da SARS-CoV-2 anche in funzione del loro costo e del loro impatto sui conti pubblici dei Paesi esaminati.  

In particolare, 4 parametri base indagati: 1. il numero decessi ogni 100mila abitanti, per valutare la risposta all’emergenza sanitaria; 2. la variazione del PIL dal 2019 al 2020, per una prima stima delle conseguenze economiche degli interventi volti ad arginare la diffusione del virus attuati dai diversi Paesi (ad esempio, il lockdown); 3. il deficit 2020, per una rapida fotografia dell'ulteriore aggravio sul livello di indebitamento; 4. il rapporto debito/PIL, allo scopo di rapportare le scelte dei diversi governi all’indebitamento complessivo (in linea di massima, quanto maggiore è il debito tanto minore dovrebbe essere la tendenza a indebitarsi ulteriormente). A ciascuno di questi indicatori è stato quindi assegnato un punteggio, a partire dal quale è stata quantificata la performance di ogni Paese sia per singolo indicatore che a livello complessivo e, infine, stilata una “classifica” che, pur non tenendo conto delle specificità proprie di ciascuno Stato, restituisce un’indicazione di massima sulla validità dei provvedimenti presi per gestire l’emergenza. 

Muovendo quindi dal presupposto secondo il quale un indice alto evidenzia grandi sacrifici economici con scarsi risultati nella gestione della crisi, mentre un indice basso segnala una buona risposta del Paese sotto tutti i punti di vista, come valutare il modello italiano? Dai dati emersi dallo studio, non così bene come spesso raccontato da una parte di politica e media: a causa di un numero di decessi comunque elevato e di una propensione all’indebitamento ulteriormente acuita da COVID-19, l’Italia si classifica infatti al quarto posto tra i peggiori Paesi per risultati socio-economici nell’affrontare la pandemia, salendo addirittura al terzo nel successivo aggiornamento condotto sulla base dei dati al 4 dicembre 2020.

Non positivo del resto il riscontro neppure su un quinto e ultimo parametro utile a misurare l’efficienza dell’organizzazione sanitaria e la capacità di monitoraggio della diffusione del virus, il tasso di mortalità rapportato al numero dei contagiati: in questo caso, il nostro è il sesto peggior Paese, altro dato che dovrebbe far riflettere tanto i politici quanto scienziati e responsabili di amministrazione e burocrazia in ambito sanitario. 

Anno:
2020
Tema:
Welfare altro