Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2022 - "La svalutazione delle pensioni oltre 4 volte il minimo"

Realizzato nell’ambito delle verifiche di adeguatezza e sostenibilità condotte dagli Osservatori sulla spesa pubblica e sulle entrate di Itinerari Previdenziali, lo studio analizza gli effetti sui trattamenti pensionistici dei diversi schemi di rivalutazione che si sono susseguiti negli ultimi vent’anni. Non da ultimo, quello inserito dal neonato esecutivo di Giorgia Meloni nella Legge di Bilancio che, per il biennio 2023-2024, iper-rivaluta i trattamenti al minimo, garantisce rivalutazione piena alle rendite fino a 4 volte il TM e taglia in maniera progressiva gli adeguamenti agli assegni di importo superiore. 

Un meccanismo che, in controtendenza con quanto previsto per l’anno in corso dall’esecutivo di Mario Draghi, torna dunque a essere fortemente penalizzante nei confronti del cosiddetto ceto medio e, in particolare, nei confronti dei titolari di assegni dai 2.500 euro lordi in su. Pensionati che, diversamente dai percettori di prestazioni di stampo assistenziale (totalmente o parzialmente a carico della fiscalità generale), hanno versato nel corso della propria carriera professionale prima e durante la propria quiescenza poi contributi sociali e imposte, sostenendo attivamente la tenuta del welfare state italiano. 

Tenendo oltretutto conto della scelta di applicare la perequazione sfavorevole sull’intero reddito pensionistico, e non per scaglioni, l’Osservatorio quantifica innanzitutto la “perdita” prodotta dal provvedimento Meloni, individuando le platee più colpite e le possibili conseguenze sui loro redditi in un arco temporale fissato a 10 anni. Dunque, dopo aver passato in rassegna la lunga serie di provvedimenti riguardanti la perequazione automatica dell’ultimo ventennio, ne traccia un (severo) bilancio: lungi dal premiare merito e fedeltà fiscale, le risorse così “risparmiate” dagli ultimi esecutivi sono andate nella maggior parte dei casi ad appesantire una spesa per assistenza da oltre 140 miliardi l’anno.

Una scelta iniqua e, con particolare riferimento alla quota di pensione calcolata nei misti con il metodo contributivo, che prevedrebbe la rivalutazione piena degli assegni pensionistici, non esente da possibili profili di incostituzionalità, sui quali potrebbe essere ancora una volta chiamata ad esprimersi la Consulta.  


Il presente Osservatorio dedicato alla rivalutazione delle pensioni è stato realizzato con il sostegno di: 

                                                                                     

Anno:
2022
Tema:
Previdenza di base - regime generale, Lavoro, Welfare altro