Polizze Vita, valorizzare il ruolo assicurativo

Complice il contesto economico-finanziario particolarmente sfavorevole, nel 2022 la raccolta del comparto Vita ha segnato una flessione del 10,4%, proseguita anche nella prima metà del 2023. Quali leve sfruttare, allora, per rilanciare e rendere nuovamente attrattivi i prodotti Vita? Come valorizzare il ruolo più propriamente assicurativo della polizza?

Michaela Camilleri

Nel 2022 i premi complessivi del portafoglio delle imprese di assicurazione sono stati pari a 134,7 miliardi, 40 miliardi relativi ai rami Danni e 94,7 miliardi nei rami Vita. Come risulta dai dati ANIA elaborati nel Decimo Report a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, nel corso dell’anno la raccolta complessiva ha subito una flessione del 6%ascrivibile esclusivamente al comparto Vita, i cui premi sono diminuiti del 10,4%, mentre il comparto Danni ha registrato un aumento del 6,3%. Come conseguenza di questi andamenti, la quota dei premi danni è aumentata e risulta pari al 29,7% (era il 26,2% nel 2021), a scapito di quella dei premi Vita, pari al 70,3% (era il 73,8% nel 2021).

Figura 1 – Premi lordi dei rami Vita e Danni 

Figura 1 – Premi lordi dei rami Vita e Danni

Fonte: Decimo Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2022”

Il punto di flessione registrato nel 2022 diventa ancora più significativo se si considera che la raccolta del comparto assicurativo Vita rappresenta circa il 15% del totale delle attività finanziarie delle famiglie italiane. La raccolta di nuovi premi Vita è stata negativamente impattata dal contesto economico-finanziario: da un lato, gli elevati e straordinari livelli inflattivi registrati nel periodo e, dall’altro, l’influenza avuta in termini concorrenziali da altre forme di risparmio e/o investimento, come ad esempio i titoli di Stato che hanno beneficiato di tassi di interesse elevati; a ciò si è aggiunto un aumento dei consumi delle famiglie post pandemia e una conseguente riduzione dei risparmi.

Nei primi sette mesi del 2023 è continuata la diminuzione dei premi di nuova produzione (-5,8% rispetto all’analogo periodo del 2022), con un ammontare pari a 44 miliardi. La contrazione è riferibile principalmente alle polizze di ramo III (-41%) mentre sono aumentati i premi di nuovi affari di ramo I (+13,6%). Guardando alla composizione dei premi per classe di attività del settore Vita, infatti, si nota come negli ultimi dieci anni sia rimasto sostanzialmente stabile il volume premi delle polizze Vita tradizionali (la cosiddetta classe C), pari a circa 60 miliardi, mentre sono raddoppiati i premi delle polizze di classe D (da 17 miliardi del 2013 a 32 miliardi del 2022) che però risentono maggiormente degli andamenti borsistici e registrano accentuate oscillazioni annuali.

Figura 2 – Composizione dei premi per classi di attività del settore Vita

Figura 2 – Composizione dei premi per classi di attività del settore Vita

Fonte: ANIA

Alla fine del 2022 il flusso netto del business Vita, vale a dire il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) è stato pari a 16 miliardi, ammontare sostanzialmente dimezzato rispetto al 2021. Nel primo semestre 2023 si è registrata una raccolta netta negativa per -11,1 miliardi, di cui -8,7 miliardi di ramo I e -2,3 miliardi di ramo III. Tale risultato è stato determinato sia dal calo dei premi contabilizzati (-6,5%) sia da un volume delle uscite in forte aumento (+46%), principalmente per effetto dei maggiori importi riscattati di ramo I.

Quanto accaduto nell’ultimo periodo allora, come anche ricordato dal Presidente IVASS Luigi Federico Signorini in occasione della relazione annuale, pone la necessità di valorizzare il ruolo più propriamente assicurativo della polizza rispetto a quello, accentuatosi negli ultimi anni, di un surrogato degli investimenti puramente finanziari. Questo perché, come si è visto, l’incremento dei rendimenti delle attività finanziarie alternative alle polizze ha frenato, almeno parzialmente, la raccolta di premi e ha alimentato le estinzioni anticipate dei contratti Vita, in particolare tra i detentori di polizze di importo elevato. Fenomeno questo ancor più accentuato tra i detentori di polizze a rendimento garantito riscattabili a valori predeterminati. Infatti, sempre come ricordato dal Presidente Signorini, se tutti gli assicurati detengono la polizza fino a scadenza, non vi sono per le Compagnie e per i loro clienti rischi che non trovino presidio nella regolamentazione prudenziale delle assicurazioni. Le minusvalenze che si determinano naturalmente in un periodo di rialzo dei tassi si riassorbiranno via via con l’approssimarsi della scadenza dei titoli che coprono le polizze. Se però le polizze consentono riscatti anticipati a valori predeterminati, si pone il problema di garantire congruità tra la liquidità dell’attivo e del passivo, nonché di coprire il rischio economico-finanziario connesso con il rendimento promesso agli assicurati lungo tutta la vita del contratto.

Come riuscire, dunque, a valorizzare il ruolo più propriamente assicurativo della polizza e quali possono i prodotti da offrire e le strategie di investimento da adottare? Tutti temi di cui si dibatterà in occasione del Convegno Virtuale dedicato alle Compagnie di Assicurazione “Come restituire attrattività ai prodotti Vita e alle gestioni separate?”organizzato da Itinerari Previdenziali in collaborazione con ANIA. 

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

26/2/2024 

 
 

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