Fondazioni di origine Bancaria, investitori di lungo periodo su cui il Paese può contare

Attività filantropica, supporto ai territori di riferimento e rafforzamento degli interventi nei settori di maggiore difficoltà economica del Paese: le Fondazioni si confermano non solo investitori accorti nel gestire i propri patrimoni, ma anche detentrici di un ruolo sociale del quale sarebbe difficile fare a meno

Niccolò De Rossi

Come ogni anno, il Rapporto annuale ACRI, giunto ormai alla sua XXIV edizione, presenta i dati aggregati relativi ai bilanci delle 88 Fondazioni di origine bancaria analizzandoli sotto molteplici aspetti e offrendo quindi numerosi spunti di riflessione sul ruolo che le stesse ricoprono non solo per i territori di riferimento, ma per tutto il Paese. Ne sono del resto una valida conferma anche le parole di elogio pronunciate durante la presentazione dello stesso rapporto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, dopo aver sottolineato, come il contributo “alla stabilità finanziaria - elemento prezioso per i risparmiatori italiani e, di conseguenza, per l’intero nostro Paese - anche nella qualità di investitori di lungo termine, fa delle Fondazioni una delle ancore su cui l’Italia può contare per il suo futuro”, non ha mancato di rappresentarle come “corpi intermedi tra cittadini e istituzioni, con forte vocazione territoriale, attente al patrimonio di valori delle comunità locali", che "favoriscono il benessere delle comunità e contribuiscono allo sviluppo del Paese”. 

 

L’andamento finanziario del 2018

Il totale attivo delle 88 Fondazioni di origine Bancaria ammontava, a fine 2018, a 45,7 miliardi di euro, in leggera diminuzione rispetto al 2017 per via dell’andamento negativo dei mercati finanziari. Come per gli altri investitori, anche i patrimoni delle Fondazioni hanno infatti risentito dei forti ribassi borsistici che si sono verificati in particolare in chiusura d’anno. Naturalmente, si è registrata una contrazione dei proventi, che per il 2018 ammontavano a 1,1 miliardi, dai 2,1 dell’anno precedente (-48%). Le difficoltà nella gestione degli attivi si è riflessa in modo generalizzato sia sulla parte investita direttamente dalle stesse Fondazioni sia sulle gestioni patrimoniali, anche se complessivamente la redditività lorda si è attesta al 2,7% (in diminuzione dal 5,3% del 2017).

Nonostante quindi un calo nell’avanzo di gestione complessivo e il cospicuo prelievo fiscale che ogni anno sottrae ingenti risorse, le Fondazioni che sono rimaste in territorio positivo hanno destinato parte del loro avanzo (quasi 600 milioni) ai fondi per l’attività erogativa, oltre che alle riserve patrimoniali. Proprio queste ultime, derivanti dalla virtuosa e oculata gestione finanziaria condotta negli anni precedenti, ha fatto in modo di poter mantenere costanti le erogazioni verso i territori anche in un anno in cui i rendimenti finanziari sono risultati particolarmente negativi. 

 

Le erogazioni verso i territori

L’altalena dei mercati non ha quindi fatto venir meno l’importante azione istituzionale che contraddistingue le Fondazioni di origine Bancaria, elemento questo che garantisce loro un ruolo centrale per le comunità locali su cui agiscono. Il Rapporto evidenzia infatti come, pur a fronte della citata riduzione dei proventi, le erogazioni sono addirittura aumentate rispetto al dato registrato nel 2017 (948,6 milioni) attestandosi a 1.024,6 milioni di euro, con un incremento del 4,1%, per un totale di 20.153 interventi (+1,5% sull’anno precedente) e un tasso di erogazione del 2,6% sul patrimonio medio dell’insieme delle Fondazioni. Nella figura che segue, la distribuzione degli importi erogati nell’anno in analisi distinti per settore di intervento. 

Figura 1 – Distribuzione degli importi erogati nel 2018 per settore di intervento

Distribuzione degli importi erogati nel 2018 per settore di intervento

Fonte: XXIV Rapporto ACRI

Ma vediamo allora quali sono gli ambiti di intervento che hanno interessato la maggior quota di erogazioni. Come risulta dal Rapporto e come mostrato in tabella, anche per il 2018 si confermano ai primi sette posti i settori che da sempre raccolgono le maggiori risorse erogate e che rappresentano nell’insieme l’85% circa dei contributi totali.

Tabella 1 – I principali ambiti di intervento delle Fondazioni di origine Bancaria: il confronto con il 2017     
Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati XXIV Rapporto ACRI

I primi tre posti registrano anche le maggiori variazioni percentuali sull’anno precedente. In particolare, l’aumento del 19% in ricerca e sviluppo dà un’indicazione importante di quanto possa essere importante per il Paese e il territorio di riferimento la funzione erogativa svolta dalle Fondazioni. Guardando invece alla riduzione del 15% che ha interessato le erogazioni a favore dell’assistenza sociale, è bene evidenziare come il dato possa essere influenzato in parte da un rimbalzo negativo a seguito del consistente incremento del settore registrato lo scorso anno. C’è inoltre da considerare l’effetto statistico derivante dalla separazione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (che vale l’11,7% delle erogazioni complessive), sepazione che comporta inevitabilmente la mancata imputazione al settore “assistenza sociale” di quote di risorse a esso attribuibili in via generale. 

Settori di intervento caratterizzati dunque da una forte connotazione sociale, come del resto la maggior parte dell’attività che svolgono le Fondazioni di origine Bancaria: di qui, l'importanza non solo di preservarne, ma anche di incentivarne e sostenerne l'azione. Perché in un momento storico in cui i grandi trend demografici (su tutti, il progressivo invecchiamento della popolazione) si fanno sempre più evidenti e nel quale la povertà educativa e sociale, prima ancora che economica, trova terreno fertile per attecchire, l’azione delle Fondazioni è e sarà - accanto al welfare pubblico - un pilastro fondamentale, di cui il Paese non potrà privarsi. 

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

13/8/2019

 
 

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