I redditi dichiarati dai liberi professionisti

Come sono cambiati i redditi dichiarati dai liberi professionisti negli ultimi anni? Alcune considerazioni a partire dalle informazioni ricavabili dai bilanci d'esercizio delle Casse di Previdenza

Michaela Camilleri

L’ultimo Osservatorio Itinerari Previdenziali sulle dichiarazioni IRPEF consente di operare un confronto sui redditi dichiarati dalle varie categorie professionali. Dalla rielaborazione dei dati MEF e Agenzia delle Entrate relativi ai redditi prodotti nel 2023 e dichiarati nel 2024 emerge innanzitutto che su una popolazione di poco meno di 59 milioni di cittadini 42,57 milioni hanno presentato una dichiarazione dei redditi. A versare almeno 1 euro di IRPEF, però, solo 33,54 milioni residenti, vale a dire poco più della metà degli italiani; il che significa che ogni contribuente “ha in carico” 1,386 abitanti.

Il totale dei redditi dichiarati nel 2024 ai fini IRPEF è ammontato a 1.028 miliardi, per un gettito IRPEF generato - al netto di TIR e detrazioni - di 207,15 miliardi (di cui 185,58 miliardi relativi all’IRPEF ordinaria), in aumento del 9,43% rispetto all'anno precedente. Crescono sia i dichiaranti sia i versanti con valori addirittura superiori a quelli record del 2008. Mentre, da un lato, salgono i contribuenti con redditi dai 20mila euro in su, dall’altro, diminuiscono i dichiaranti per tutte le fasce di reddito più basse. Ciononostante, anche per effetto di bonus e detrazioni, non ci sono variazioni sostanziali nella ripartizione del carico fiscale, che pesa soprattutto sulle spalle del cosiddetto ceto medio: su 42,57 milioni di dichiaranti il 76,87% dell’intera IRPEF è pagato da circa 11,6 milioni di contribuenti, mentre i restanti 31 ne pagano solo il 23,13%.


Delineato il quadro generale, quali i redditi dichiarati dai liberi professionisti?

Partendo dalle informazioni contenute nei bilanci d’esercizio delle relative Casse di Previdenza, l’Osservatorio evidenzia come tra gli iscritti liberi professionisti, che possono in alcuni casi avere anche contratti di lavoro subordinato, i 5.005 notai guidano la classifica con un reddito medio annuo – stimato come rapporto tra volume dei repertori e numero di iscritti - di 160.546 euro, seppure in calonell’ultimo biennio d’osservazione a causa della battuta d’arresto registrata dall’attività professionale notarile per effetto, principalmente, del calo delle compravendite residenziali. 

Figura 1 – Reddito medio dichiarato e numero di iscritti alle Casse di Previdenza dei liberi professionisti, anno 2023

Figura 1 – Reddito medio dichiarato e numero di iscritti alle Casse di Previdenza dei liberi professionisti, anno 2023

Fonte: Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2025, Itinerari Previdenziali

Al secondo posto si classificano i 24.400 farmacisti titolari di farmacie soci, associati in partecipazione e collaboratori familiari, con circa 107mila euro (dato rilevato dalle pubblicazioni Federfarma), seguiti dai 243 attuari con 100mila euro di redditi dichiarati. Seguono, sotto la soglia dei 100mila euro, gli oltre 73.000 commercialisti con 88.366 euro lordi annui, i chirurghi (74 mila euro) e i dentisti (67mila euro). In fondo alla classifica, invece, i circa 20mila giornalisti liberi professionisti (17.342 euro) e i 5mila co.co.co (11mila euro, in lieve flessione rispetto allo scorso anno per il mancato rinnovo di alcuni contratti nell’ambito della pubblica amministrazione), i 18mila biologi (20.922 euro), i 3.440 periti agrari (23.101 euro) e gli 81.761 psicologi (25.657 euro).  

Guardando all’andamento del reddito dichiarato dai liberi professionisti negli ultimi anni, si nota un generalizzato incremento dopo il 2020 – anno in cui a causa della crisi pandemica quasi tutte le categorie hanno subito una riduzione dell’attività lavorativa – con particolare rilevanza per geometri (+82% la variazione tra il 2020 e il 2023), architetti (+81%), ingegneri (+80%), e periti industriali (+78%). 

Figura 2 – L’andamento del reddito medio dichiarato da alcune categorie professionali dal 2017 al 2023

Figura 2 – L’andamento del reddito medio dichiarato da alcune categorie professionali dal 2017 al 2023

Fonte: Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2025, Itinerari Previdenziali

L’incremento reddituale registrato da queste categorie di professionisti è dovuto in larga parte all’introduzione e all’ampliamento di bonus per il settore dell’edilizia e delle costruzioni, uno fra tutti il Superbonus 110%. L’agevolazione fiscale, disciplinata dal decreto Rilancio del maggio 2020, ha riguardato le spese sostenute per la realizzazione di interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici, inclusa l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Si tratta, dunque, di interventi che hanno richiesto il supporto tecnico da parte dei professionisti citati. In particolare, per ingegneri e architetti l’aumento reddituale è coinciso con l’incremento del numero dei professionisti iscritti all’Albo, soprattutto giovani, legato non solo all’accelerazione delle attività del settore delle costruzioni ma anche alla semplificazione degli Esami di Stato, i cui effetti però sembrano ad oggi esauriti.

Ragionamento simile per la categoria degli psicologi, che - di pari passo con l’aumento degli iscritti (dai 68.037 del 2020 agli 81.761 del 2023) - ha registrato una crescita dei redditi, passati da una media di circa 17.000 euro lordi nel 2020 a circa 25.000 nel 2023. In particolare, all’incremento relativo agli ultimi anni ha, in parte, contribuito anche in questo caso l’incentivo introdotto dal Governo (cosiddetto “bonus psicologo”). Ma non solo: l'isolamento e le difficoltà relazionali causate dalla pandemia da COVID-19 hanno determinato, di per sé, un aumento significativo della domanda di supporto psicologico soprattutto per sintomi legati ad ansia e depressione.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

11/11/2025

 

 
 

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