Riforma fiscale e fiscal drag: chi viene maggiormente penalizzato?
La riforma dell'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche introdotta con la Legge di Bilancio per il 2025 ha reso il sistema fiscale più progressivo rispetto alla struttura dell'IRPEF nel 2022. Di conseguenza, gli effetti del fiscal drag si sono accentuati, in particolare per la categoria dei lavoratori dipendenti
Nel periodo 2022-2024 linflazione cumulata misurata dallIndice Nazionale dei Prezzi al Consumo (NIC) è stata superiore al 15%. Sebbene nel 2024 linflazione sia scesa fino all1%, il tema del fiscal drag è rientrato al centro del dibattito pubblico. Il fiscal drag si manifesta quando, in presenza di inflazione e di unimposta progressiva come lIRPEF, i cui scaglioni non sono indicizzati allinflazione, viene aumentato il carico fiscale per contribuente a parità di potere dacquisto.
Facciamo un esempio concreto senza considerare alcuna detrazione e deduzione per semplicità e considerando lattuale struttura dellIRPEF per cogliere esclusivamente leffetto del fiscal drag. Prendiamo come riferimento un lavoratore con un reddito lordo di 50.000 euro nel 2022. In base alle aliquote attualmente in vigore, avrebbe pagato 14.140 euro di IRPEF. Ora ipotizziamo che, per compensare linflazione, il suo stipendio nel 2024 sia aumentato del 15,5%, portandolo a 57.750 euro. A parità di potere dacquisto, ci si aspetterebbe una pressione fiscale invariata. Invece, in questo scenario, limposta salirebbe a 17.473 euro. Si tratta di un divario di oltre 3.000 euro, dovuto unicamente alleffetto del fiscal drag. E questo senza considerare lerosione di detrazioni, deduzioni e altri benefici fiscali legati al reddito o allISEE, che renderebbe la differenza ancora più marcata.
In Italia, tra il 2022 e il 2024, il fiscal drag ha consentito allo Stato italiano di ottenere un extra gettito fiscale pari a 25 miliardi di euro. Ma a cosa si deve una cifra così elevata?
Come già sottolineato, il sistema IRPEF italiano presenta una criticità strutturale nella mancanza di meccanismi automatici di indicizzazione, a differenza di quanto implementato da tempo in diversi Paesi europei, tra cui Austria, Danimarca e Paesi Bassi. Questa peculiarità determina un effetto cumulativo del fiscal drag che si manifesta progressivamente nel tempo, persino in contesti di inflazione moderata ma prolungata nel tempo. Inoltre, occorre tenere presente la nuova riforma fiscale contenuta nella Legge di Bilancio per il 2025. La riforma ha comportato una diminuzione del prelievo accompagnata da un aumento della progressività tramite l'accorpamento dei primi due scaglioni, con aliquota al 23% fino a 28.000 euro di reddito (prima era fino a 15 mila euro) e lintroduzione di un bonus calcolato in percentuale sul reddito lordo e decrescente allaumentare del reddito. Questa modifica strutturale ha avuto lo scopo di rendere permanenti le misure temporanee a sostegno del reddito dei lavoratori introdotte dal governo Draghi in risposta agli effetti economici della pandemia e dellinflazione. Di conseguenza, nellattuale assetto fiscale, il fiscal drag viene amplificato in uno scenario inflattivo rispetto a quanto accadeva nel 2022, prima dellintroduzione degli aiuti temporanei.
Figura 1 - Drenaggio fiscale con un tasso di inflazione del 2% nei regimi IRPEF 2022 e 2025
(analisi per tipologia di reddito prevalente)
Fonte: Ufficio parlamentare di Bilancio
Secondo le stime dellUfficio parlamentare di Bilancio, infatti, con un'inflazione al 2% limpatto del fiscal drag cambia significativamente nel 2025 rispetto al 2022. Tre anni fa lo Stato avrebbe incassato 2,9 miliardi in più a causa del fiscal drag, mentre oggi il totale ammonterebbe a 3,3 miliardi - 370 milioni in più. La categoria più penalizzata sarebbe quella dei lavoratori dipendenti: gli operai pagherebbero (per la parte di tasse attribuibile al fiscal drag) il 17,8% in più rispetto al 2022, ovvero 142 milioni di euro di tasse aggiuntive. Per gli impiegati la situazione sarebbe ancora più ostica, con un +21,8% pari a 216 milioni in più da versare. Più contenuto, invece, sarebbe laumento del prelievo per i dirigenti (+6,1% per un aumento di circa 3 milioni di euro). Questo incremento sarebbe riconducibile principalmente ai nuovi bonus fiscali e alle nuove detrazioni da lavoro dipendente introdotti con la nuova manovra finanziaria che hanno di fatto incrementato laliquota marginale effettiva per i lavoratori dipendenti. Infatti, per le altre categorie di contribuenti come pensionati, autonomi, percettori di redditi da fabbricati e altri redditi gli aumenti sono praticamente irrisori. Questo significativo aumento del gettito dato dal fiscal drag produce un duplice effetto: da un lato, favorisce la sostenibilità dei conti pubblici incrementando le entrate in maniera più impercettibile agli occhi dei contribuenti rispetto a un esplicito aumento delle tasse; dallaltro lato, penalizza chi lo subisce riducendone il potere dacquisto, con ripercussioni anche sulleconomia del Paese: nel lungo periodo, infatti, lerosione costante del reddito disponibile può indurre a una significativa contrazione dei consumi.
Francesco Scinetti, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
31/7/2025