L'evoluzione del mercato ESG: tra crescita, sfide e opportunità

Nonostante scenari finanziari incerti e ulteriormente complicati da tensioni geopolitiche, il mercato degli investimenti sostenibili continua a crescere: quali strategie e prospettive per il futuro, anche alla luce dei più recenti sviluppi normativi? 

a cura di Kairos Partners SGR

A poco più di due anni e mezzo dall'entrata in vigore della SFDR (regolamento dell’Unione Europea sulla trasparenza delle informazioni di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari), l’universo degli investimenti ESG continua a evolversi.


Gli investimenti sostenibili oggi

Il settore, anche in condizioni di mercato incerte come quelle attuali, continua a destare interesse da parte dagli investitori, più che mai consapevoli, da un lato, dell'impatto che le loro scelte hanno sull'ambiente e sulla società e, dall’altro, della necessità di ricercare soluzioni di investimento in linea con i loro valori. 

Con un'inflazione vischiosa, tassi di interesse elevati e timori di recessione, il terzo trimestre 2023 è stato ancora una volta impegnativo per i mercati. Dai dati diffusi da uno studio Morningstar sembra che gli investitori focalizzati sui temi legati alla sostenibilità non siano stati immuni al contesto macroeconomico di forte volatilità. L’incertezza diffusa si è tradotta in un calo nella raccolta, scesa a settembre a 13,7 miliardi di dollari rispetto ai 23,7 del trimestre precedente. 

Figura 1 -  Scomposizione asset sostenibili globali per trimestre (in miliardi di dollari)

Figura 1 - Asset trimestrali dei fondi globali sostenibili

Fonte: Morningstar Direct, Manager Research, dati a settembre 2023

Ciò nonostante, il trend rimane solido, con l’Europa che continua a essere il mercato ESG più sviluppato e diversificato detenendo l’85% del patrimonio globale di fondi sostenibili. Residuale la fetta degli Stati Uniti, che alla fine di settembre 2023 contavano solo l’11% degli asset totali (fonte dati Morningstar al 30 settembre 2023).


L'impatto della guerra sugli investimenti sostenibili 

Malgrado l’inevitabile effetto mercato, la spinta della finanza verso tematiche di sostenibilità non si è fermata in questi mesi, neppure a seguito dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, che si temeva avrebbero potuto in parte comprometterla. 

Sicuramente le tensioni geopolitiche hanno generato incertezza. Ma, secondo un'indagine di EY, il 70% degli investitori ritiene che la guerra in Ucraina abbia quantomeno aumentato la consapevolezza dei rischi ESG. Basti pensare a come è cresciuto negli ultimi due anni, anche sospinto dalle fratture geopolitiche, l’interesse del mercato verso tematiche come l’energia rinnovabile, la sicurezza alimentare e la cybersicurezza.

Quello che le guerre hanno portato, soprattutto in tempi recenti, è stato un dibattito acceso sul ruolo della Difesa negli investimenti ESG: da un lato, considerato negativo per l’impatto sugli obiettivi ESG, come il commercio di armi e la violazione dei diritti umani; dall'altro lato, la Difesa svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza e la stabilità globale, capisaldi del pensiero ESG (rappresentati dall’SDG 16). 

Il tema rimane controverso e la maggior parte del mercato ESG continuerà, in assenza di una presa di posizione netta da parte del regolatore, a non investire in questo settore, quantomeno nel prossimo futuro. Restiamo in attesa di capire come l’argomento verrà trattato all’interno della Tassonomia Sociale.


Il rischio greenwashing

Tra le altre persistenti preoccupazioni del settore resta quella del greenwashing. Nelle attività di stock picking di ogni asset manager diventa oggi indispensabile distinguere chi ha davvero iniziato un reale percorso di sostenibilità e chi usa la sostenibilità solo come strumento di marketing.

Lato industria del risparmio gestito servirebbero maggiore chiarezza regolatoria e maggiori controlli, per evitare di vendere prodotti che dichiarano di avere caratteristiche di sostenibilità quando invece non ne hanno.

 

Fondi light e dark green 

Per quanto riguarda la panoramica del mondo ESG in Europa, la spinta verso tematiche di sostenibilità ha generato un sovraffollamento dell’offerta di fondi classificati come “light green” (Articolo 8) che raggiungono, secondo recenti stime, più della metà della totalità di soluzioni di investimento presenti sul mercato (53% - fonte dati Morningstar a fine settembre 2023). 

Figura 2 - Ripartizione trimestrale degli asset secondo la classificazione SFDR (in migliaia di miliardi di euro) 

Figura 2 - Ripartizione trimestrale degli asset secondo la classificazione SFDR (in migliaia di miliardi di euro)

FFonte: Morningstar Direct, asset a settembre 2023. Sulla base dei dati SFDR raccolti dai prospetti sul 97,6% dei fondi disponibili nell'UE, 
esclusi fondi comuni di mercato monetario, fondi di fondi e fondi feeder

Figura 3 - Classificazione fondi per categoria SFDR (valori percentuali)

Figura 3 - Classificazione fondi per categoria SFDR (valori percentuali)

Fonte: Morningstar Direct, asset a settembre 2023. Sulla base dei dati SFDR raccolti dai prospetti sul 97,6% dei fondi disponibili nell'UE,
esclusi fondi comuni di mercato monetario, fondi di fondi e fondi feeder

In questo contesto, per un asset manager diventa di fatto imprescindibile per potersi distinguere, in tema di offerta di investimenti sostenibili, elaborare e proporre soluzioni peculiari e innovative. Ecco come, allora, gestire fondi in Articolo 9 “dark green” significhi oggi posizionarsi sulla frontiera degli investimenti sostenibili. Ma potrebbe non bastare. 

Affinché gli investimenti sostenibili siano performanti devono essere anche opportunamente gestiti. Non è sufficiente premiare le aziende che agiscono bene dal punto di vista ESG, per massimizzare le capacità di alpha generation può essere utile adottare una strategia di gestione alternativa long-short che penalizzi, vendendole allo scoperto, le società che non rispettano i criteri ESG o che non stanno facendo progressi in quest’ambito. 

 

Short selling: un contributo alla sostenibilità degli investimenti

L'investimento responsabile è ancora spesso erroneamente associato esclusivamente a un tipo specifico di investimento azionario a lungo termine, buy-and-hold. Questa percezione ha complicato l'adozione dell'investimento responsabile nel settore della gestione degli investimenti alternativi. In senso più elementare, l'investimento ESG è spesso limitato all’integrazione formale di fattori ambientali, sociali e di governance nella decisione di investimento. La confusione sul tema ha portato alcuni a chiedersi se lo short selling sia compatibile con l’investimento ESG proprio per il suo differire dalle tradizionali strategie direzionali.

Nonostante questa sua reputazione controversa, lo short selling è una strategia di investimento che contribuisce all’efficienza del mercato ed è necessaria per veicolare gli investimenti in maniera responsabile in quanto:

  • crea un impatto economico influenzando la natura dei flussi di capitali attraverso l'"investimento attivo". È uno strumento di engagement con le società molto più forte rispetto al semplice non-investimento. Idealmente uno short nel mondo ESG dovrebbe focalizzare il management sui parametri di sostenibilità che non stanno migliorando così da avere un impatto concreto sia sull’azienda che sul benessere generale;
     
  • mitiga i rischi ESG indesiderati perchè è utilizzato per coprire l'esposizione complessiva di un portafoglio ai rischi rilevanti legati ai fattori ESG ed evitare le controversie;
     
  • riduce il rischio di greenwashing. 


La crescente consapevolezza dell'utilità dello short selling nell'implementazione di investimenti responsabili suggerisce che, con un adeguato sostegno normativo, una sana pratica di mercato ma soprattutto con un’ottima capacità di gestione, questo strumento potrebbe diventare potenzialmente di grande valore.

 Riccardo Valeri, Portfolio Manager Kairos Partners SGR

16/11/2023

 

 
 

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