Fondi pensione, l'equity può resistere anche se i rendimenti dei bond salgono
Secondo il Comparatore Itinerari Previdenziali, nell'ultimo biennio le linee azionarie dei fondi pensioni aperti hanno registrato rendimenti medi fino a 3 volte superiori a quelli delle obbligazionarie: le attuali dinamiche economico-finanziarie potrebbero però sovvertire gli equilibri futuri
Negli ultimi due anni i fondi pensione aperti azionari hanno registrato un rialzo del 21,7% contro il 6,3% dei fondi pensione aperti obbligazionari: è quanto emerge consultando i NAV al 31 dicembre 2024 disponibili nel Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali. Il recente aumento dei rendimenti obbligazionari potrebbe rappresentare in prospettiva un ostacolo allazionario perché offre agli investitori un'alternativa sempre più attraente alle azioni e abbassa il valore attuale dei flussi di cassa futuri. Una dinamica che rende ancora più tirate le valutazioni dellequity e le espone a una correzione.
Occorre tuttavia ricordare che gran parte dell'aumento dei rendimenti obbligazionari è stato guidato dalle speranze di una crescita economica, ancora più forte sulla scia della vittoria elettorale di Trump. Certo, le politiche dichiarate nella sua campagna elettorale sono tendenzialmente inflazionistiche e le preoccupazioni per un carovita elevato possono effettivamente far soffrire le azioni. Ma è comunque difficile stabilire a che punto l'aumento dei rendimenti diventi dirompente e, ancora di più, capire come questo incremento possa oscillare nel tempo.
A questo proposito, molti osservatori ritengono che l'aumento dei rendimenti dei titoli del tesoro USA sia andato troppo oltre (60 punti base in più per il decennale dai minimi di ottobre) e il loro scenario di base prevede una stabilizzazione, se non addirittura un tendenziale calo. Daltra parte, storicamente, le azioni hanno avuto buone performance negli anni in cui la Federal Reserve ha tagliato i tassi, mentre l'economia statunitense non era in recessione.
Per questa ragione, le prospettive per le azioni restano in territorio positivo anche per il 2025. Meglio se attraverso un'esposizione diversificata all'Asia (escluso il Giappone) e, allEuropa, con una particolare attenzione ai titoli a piccola e media capitalizzazione che dovrebbero trarre vantaggio da un contesto di riduzione dei tassi di interesse dopo uno dei cicli di rialzi più consistenti degli ultimi decenni.
Leo Campagna
5/12/2024