Fondi pensione, pronti alla fisiologica correzione e alle opportunità di mercato

Chiuso in positivo il primo trimestre dell'anno, diversi segnali lasciano intendere il concretizzarsi di una (fisiologica) correzione che potrebbe però aprire interessanti opportunità anche per i fondi pensione: quali i possibili scenari di mercato per i prossimi mesi?

Leo Campagna

I fondi pensione aperti hanno chiuso il primo trimestre di quest’anno con un guadagno medio del 2,5%: lo rivelano le performance dei 315 comparti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali. Meglio della media i comparti azionari (+6,1% la loro performance media trimestrale) grazie anche al buon andamento delle Borse da gennaio a fine marzo e, in particolare, dell’indice S&P 500 che ha registrato nuovi record assoluti inanellando 5 mesi consecutivi di rialzo dai minimi di fine ottobre 2023, con quasi 30 punti percentuali di guadagno. 

Cosa ha spinto il listino più importante del mondo e faro delle Borse internazionali? Non certo la Federal Reserve. La Banca Centrale USA non solo non ha cominciato a tagliare i tassi a marzo come atteso dal mercato a fine 2023 ma, alla luce delle recenti esternazioni espresse da alcuni membri del board negli ultimi giorni (dubbiosi se iniziare a tagliare a giugno), potrebbe posticipare l’allentamento monetario. Nemmeno il miglioramento della situazione geopolitica mondiale costituisce un supporto alle azioni, viste le recrudescenze del conflitto in Ucraina e, soprattutto, l’escalation delle tensioni in Medio Oriente. A influire è allora l'ottima salute dell'economia americana? Con un mercato del lavoro che continua a sorprendere per i nuovi posti creati ogni mese, un tasso di disoccupazione sui minimi storici e, di recente, con aumenti salariali in decelerazione. Peccato solo che l’indice Russell 2000, che rappresenta il settore della piccola media impresa, sia rimasto parecchio  indietro rispetto agli indici principali.

Forse, molto più realisticamente, è solo una questione di liquidità. Nonostante l’aumento dei tassi di interesse da parte delle FED e della BCE, le politiche monetarie non sono state effettivamente molto restrittive e, inoltre, molti investitori istituzionali, dopo un 2022 disastroso per i mercati finanziari, avevano drasticamente ridotto l’esposizione alle asset class di rischio. Da qualche mese, con un’accelerazione da inizio 2024, molta di questa liquidità non impiegata continua a essere investita passivamente sugli indici principali creando un circolo virtuoso che si autoalimenta. Una dinamica che ha portato l'appetito per il rischio su livelli molto alti, mentre l’allocazione media di liquidità a Wall Street è sui minimi.

Un altro aspetto che aggiunge disorientamento all’attuale trend dei mercati azionari è il continuo rialzo dei tassi di interesse a lungo termine. Rialzo che appare in contraddizione con la convinzione che l'inflazione sia sotto controllo e che verranno tagliati i tassi di interesse.

Tutto questo per dire che i fondi pensione devono prepararsi a una fisiologica correzione (forse già partita in queste ultime settimane di aprile) che, inevitabilmente, riaprirà opportunità di investimento sia nei segmenti già oggi non eccessivamente cari (small cap e titoli value) e sia in settori e titoli che hanno corso troppo negli ultimi mesi. Guardando a più medio e lungo termine, si può invece già impostare una strategia di investimento che tenga conto del fatto che la popolazione in età lavorativa sta diminuendo nei mercati sviluppati, mentre continua a crescere nei mercati emergenti. La grande forza demografica sta già guidando (e continuerà a farlo nei prossimi anni) cambiamenti strutturali in diversi settori e potrebbe rivelarsi efficace essere selettivi, cercando i mercati emergenti che capitalizzano la loro popolazione più giovane e i mercati sviluppati che si adattano meglio all’invecchiamento.

Leo Campagna

3/5/2024 

 
 

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