Il ruolo dello screening ESG nel private equity secondario tra dettagli e criteri specifici
In una strategia focalizzata sul mercato secondario, una due diligence ESG efficace richiede un'analisi approfondita non solo a livello di general partner ma anche di società di portafoglio. Questo approccio porta a una selezione significativamente più rigorosa nel processo di investimento
Una classificazione ai sensi dell'articolo 8 della SFDR, e quindi una maggiore trasparenza in merito ai criteri ESG, è ormai un requisito indispensabile per molti investitori prima di valutare un prodotto finanziario. Per questo nel 2024, ci siamo concentrati sullo sviluppo dei processi ESG, sviluppando un processo di screening ESG che pone le società in portafoglio al centro dell'analisi, che rispetta il nostro impegno verso investimenti responsabili e sostenibili e che ci consente di classificare l'attuale fondo Golding Secondaries secondo larticolo 8.
Private equity: le sfide dellinvestimento nel segmento dei secondari
La principale sfida nellimplementare un tale processo quando si investe nel mercato secondario è rappresentata dalla visibilità spesso limitata sulle informazioni ESG delle società in portafoglio. Questo è particolarmente vero per le transazioni LP-led, in cui un fondo acquisisce portafogli di private equity da investitori esistenti sul mercato secondario. Al contrario, le operazioni GP-led sono avviate dal management di un fondo di private equity. In questo caso, il general partner conferisce una o più società del suo portafoglio a un cosiddetto veicolo di continuazione, nel quale mantiene una partecipazione e al quale gli investitori possono partecipare tramite il mercato secondario.
La due diligence per un'acquisizione da parte di un fondo secondario deve riguardare non solo gli aspetti finanziari ma anche quelli ESG. Essa comprende sia il general partner, poiché determinerà le strategie delle società in portafoglio in qualità di (co)proprietario, sia le società stesse.
Screening ESG a due livelli: general partner e società in portafoglio
Nel valutare la maturità ESG dei general partner, Golding si basa sull'approccio utilizzato e perfezionato dal 2018. Il general partner viene esaminato sia prima dell'investimento che a intervalli regolari durante il periodo di investimento. Lo screening copre categorie come i valori ESG, l'organizzazione ESG, la due diligence ESG, lownership ESG e il reporting ESG. Nell'ambito della valutazione, la gestione da parte del GP di criteri ambientali come quelli legati al cambiamento climatico o alla biodiversità gioca un ruolo cruciale. Il processo di screening delle società in portafoglio parte dal dialogo con il general partner al fine di individuare le informazioni e garantire che le società non violino i criteri di esclusione ESG, come produzione e commercio di armi belliche, energia nucleare, carburanti fossili, tabacco e gioco dazzardo.
Fonte: Golding Capital Partners
Solo unanalisi granulare delle società in portafoglio rende completa unanalisi ESG per il mercato secondario. Una solida metodologia ESG per una strategia secondaria deve affrontare una sfida cruciale: le opportunità di investimento e il portafoglio investito sono spesso costituiti da decine di piccole e medie imprese di paesi e settori diversi.
Una valutazione ESG dovrebbe essere in grado di affrontare gli aspetti ESG materiali di ciascuna società, in funzione del settore e del contesto di origine. Tuttavia, non vanno trascurate la scalabilità e l'applicabilità in una transazione sul mercato secondario. La metodologia è poi influenzata anche dagli aspetti legati all'aggiornamento regolare dei risultati determinati al momento dell'investimento e agli sviluppi delle società in portafoglio. A tal fine, abbiamo sviluppato un punteggio ESG per le società in portafoglio, in cui gli aspetti materiali delle società, basati sugli standard SASB, determinano una parte significativa del risultato. I rischi ESG più rilevanti sono inclusi nella valutazione sia attraverso l'analisi di possibili controversie note all'azienda, sia indagando su eventuali segnali di allarme. Per determinare il punteggio ESG finale, vengono poste domande basate sulla regolamentazione e si tiene conto della capacità dell'azienda di fornire dati chiave relativi agli aspetti della sostenibilità.
La selettività è la chiave
Uno dei principali ostacoli alla classificazione dei fondi secondari ai sensi dell'articolo 8 è l'elevata selettività richiesta dal processo di investimento. Per i grandi investment manager può essere complesso definire un processo di questo tipo per l'intero portafoglio. Per contro, una strategia di investimento più selettiva è caratterizzata da un'analisi fondamentale più meticolosa delle società in portafoglio. Ciò offre una maggiore visibilità sui general partner e sulle società in portafoglio e permette di rifiutare offerte di investimento che non rispecchiano unadeguata attenzione ai criteri ESG.
Lattenzione all'orientamento ESG di una strategia così selettiva va di pari passo con un volume e un numero inferiori di singole operazioni rispetto a un fondo multimiliardario. Golding analizza ogni anno circa 500 operazioni, ma ne seleziona solo il 2% (circa 10). Questo approccio consente di costruire un portafoglio sufficientemente diversificato e adeguato al rischio, rappresentando un primo passo verso una metodologia di valutazione solida e mirata.
Christian Schütz, Managing Director & Head of Sustainable Investing, Golding Capital Partners
Thomas Hallinger, Managing Director Secondaries, Golding Capital Partners
11/2/2025