La crescente popolarità e i vantaggi dei fondi aperti per chi investe in infrastrutture

Flessibilità per la costruzione del portafoglio, gestione del rischio e massimizzazione del valore, senza le pressioni tipiche di un investimento fisso o dei tempi di realizzo: i fondi aperti stanno conquistando popolarità tra gli investitori in infrastrutture. Alcuni spunti di riflessione su vantaggi e difficoltà correlate a questi organismi di investimento collettivo

a cura di Lazard Asset Management

Gli investimenti nelle infrastrutture sono a lungo termine per natura, dato che i beni reali di questo tipo hanno normalmente una vita molto lunga. Anche le controparti e i partner delle opere infrastrutturali, ovvero governi, autorità di vigilanza e aziende adottano spesso un’ottica a lungo termine. Tradizionalmente, lo sviluppo di un asset si differenzia per fase e profilo del proprietario. In passato, i fondi infrastrutturali preferivano investire in attività pienamente operative, forse ad eccezione delle partnership pubblico-privato in aree non utilizzate o greenfield promosse dal governo. Le infrastrutture in cui è possibile investire oggi comprendono diverse tipologie di attività, in fasi diverse, da quella di costruzione e sviluppo alla fase di concessione e operativa.

 

I vantaggi degli organismi a struttura aperta

I fondi a struttura aperta hanno acquisito crescente popolarità grazie ai vantaggi che possono offrire a chi investe in infrastrutture. Innanzitutto, consentono ai fondi infrastrutturali di conservare le attività attraverso diversi cicli, di ridurre il rischio in ogni fase, nonché di avere l’opzione di disinvestire al momento opportuno. Secondariamente, consentono ai gestori di fondi di modificare il periodo di detenzione a seconda della fase in cui investono nell’asset specifico e, infine, danno loro l’opportunità di essere pazienti, di ottimizzare la creazione di valore senza la pressione di una data di scadenza fissa. 

I fondi chiusi tradizionali non sempre, a nostro avviso, sono lo strumento più adatto per investire in infrastrutture per via della natura fissa dell’investimento e dei periodi di detenzione. Al contrario, le strutture di tipo aperto o evergreen si sono ritagliate uno spazio sempre più rilevante nel campo delle infrastrutture poiché consentono maggiore flessibilità in termini di costruzione del portafoglio e di gestione attiva del profilo di rischio e rendimento nel corso del tempo. Tali organismi offrono dei vantaggi anche ai potenziali soci accomandanti, come la riduzione del rischio di vintage, abbreviano la famigerata J-curve e migliorano la visibilità del portafoglio prima dell’impegno all’investimento nel fondo.

Per quanto la maggior parte degli organismi offerti dai gestori di fondi sia ancora di tipo chiuso tradizionale, indubbiamente i fondi di tipo aperto stanno acquisendo popolarità.

Figura 1 - L'ascesa dei fondi aperti

Figura 1 - L'ascesa dei fondi aperti

Fonte: Infrastructure Investor relativamente a bfinance, 31.10.2022
https://www.infrastructureinvestor.com/the-explosive-growth-of-open-end-funds/

 

Le insidie dei fondi aperti 

A prescindere dai molteplici vantaggi, le strutture aperte comportano anche delle difficoltà per chi investe in infrastrutture. Generalmente i soci accomandanti tendono a concentrarsi su due aspetti principali: il percorso per generare liquidità e rendimento del capitale in futuro, e il calcolo e il pagamento delle commissioni di performance.

Per gli investitori, il vantaggio di poter investire e disinvestire i fondi di tipo aperto con facilità contrasta con la mancanza di liquidità tipica degli investimenti in infrastrutture private. Per incrementare la liquidità sono stati introdotti meccanismi flessibili (verosimilmente nati dai fondi comuni di investimento in proprietà immobiliari privati) che consentono agli investitori di incrementare, ridurre o chiedere il rimborso delle quote del fondo con un preavviso di qualche trimestre, normalmente a un prezzo pari al valore patrimoniale netto (“NAV”). È essenziale che il NAV venga verificato in modo indipendente attraverso un processo robusto, con professionisti esterni e una governance separata. Nel migliore interesse degli investitori esistenti e rimanenti, i rimborsi possono avvenire attraverso i contributi dei nuovi investitori, il mercato secondario o la cessione di beni (come ultima risorsa e con tempistiche a più lungo termine). 

Sul mercato esistono diverse opzioni per le commissioni di performance, tra cui la performance attività per attività basata sui realizzi, le commissioni basate sul rendimento, o le commissioni basate sul NAV con specifiche protezioni per l’investitore come la clausola high watermark e altri limiti nell’ottica di una creazione del valore sostenibile.

 

Conclusioni

Concludendo, i fondi “aperti” si stanno facendo strada nel campo degli investimenti in infrastrutture private in quanto offrono potenzialmente agli investitori flessibilità nonché la massimizzazione del valore senza la pressione di rigide scadenze. Tali strutture continuano a evolversi e diventano più sofisticate, al fine di offrire la migliore esperienza agli investitori e, nel contempo, consentono ai gestori di fondi di ottimizzare la performance del portafoglio. Mentre il settore cresce e si adatta, è a nostro avviso fondamentale che gli investitori e i gestori dei fondi comprendano i vantaggi e le insidie degli organismi di tipo aperto per prendere decisioni informate nelle strategie di investimento in infrastrutture.

Robert Wall, Managing Director, Head of Sustainable Private Infrastructure
Lazard Asset Management

13/9/2023


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