PIP, completato il recupero dell'annus horribilis 2022
Si è concluso in territorio positivo l'anno dei PIP che, stando ai dati del Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, colmano definitivamente le perdite accusate in un 2022 molto difficile per i mercati finanziari. Quali i possibili scenari per un 2025 che si preannuncia piuttosto instabile?
Nonostante una lieve correzione del -0,4% accusata a dicembre, il 2024 delle unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali si è chiuso in positivo. Anzi, il risultato medio dellintero 2024 di tutte le unit linked si attesta a +9,1%, cioè al di sopra del +8,8% medio archiviato nel 2023.
In virtù di queste due ottime annate, la performance media triennale, che include anche quella relativa al 2022, pari a -13,8%, riesce a propria volta a mantenersi in territorio positivo. Completato pertanto il recupero dellannus horribilis dei mercati finanziari, quel 2022 in cui sia le azioni che le obbligazioni accusarono perdite a due cifre.
Certo, questo non vale per tutte le unit linked. Le azionarie sono quelle che in media hanno fatto meglio, anche se alcune sono state penalizzate dalla specializzazione (small cap euro) e altre da un portafoglio azionario troppo esposto allEuropa rispetto al resto del mondo e in particolare agli Stati Uniti. Le unitobbligazionarie, invece, accusano ancora un ritardo di circa 6 punti percentuali dai valori di fine 2021 perché il rendimento dei bond sommato al capital gain per la riduzione dei tassi non è stato in grado di colmare i contraccolpi del più rapido e sostenuto rialzo dei tassi da parte delle Banche Centrali degli ultimi decenni.
Le unit linked bilanciate, infine, hanno potuto beneficiare sia della discreta intonazione del reddito fisso sia dei rialzi dei listini azionari. A proposito di linee bilanciate. Il 2025 potrebbe essere lanno in cui una sapiente gestione attiva, capace di calibrare la giusta quota di azioni e obbligazioni, potrebbe permettere di affrontare in modo meno tumultuoso un anno che si preannuncia piuttosto instabile sui mercati finanziari di tutto il mondo. Le azioni, in particolare quelle statunitensi, presentano valutazioni tuttaltro che convenienti, mentre le obbligazioni potrebbero offrire oltre a un buon flusso cedolare anche qualche soddisfazione in termini di capital gain. Soprattutto, in questultimo caso, se si sarà bravi a sfruttare le variazioni della curva dei tassi che dovrebbe presentare un certo irripidimento tra i tassi a breve (attesi scendere molto) e quelli a lungo termine (destinati a restare su livelli elevati).
Leo Campagna
17/1/2025