Private Equity, Europa vs. USA: dimensioni e rendimenti a confronto

Che ruolo occupa il private equity europeo nel contesto globale? Quali alternative alle elevate valutazioni dei large buyout che preoccupano diversi investitori? 

Fabrizio Bianchi

Il mercato globale del private equity ha raggiunto una dimensione pari a circa $ 3.000 miliardi e, anno dopo anno, continua a crescere. 

Analizzandone la composizione, emerge fin da subito una forte concentrazione: circa 2/3 degli asset sono investiti in Nord America - come mostrato nel grafico di seguito - e in larga parte nel segmento large buyout. 

Il mercato europeo è caratterizzato invece da una dimensione molto più contenuta, il che porta a conseguenze particolarmente interessanti dal punto di vista degli investimenti.

L’Europa assume spesso un ruolo di secondo piano rispetto agli Stati Uniti quando si tratta di private equity. La minor crescita economica e, da ultimo, le preoccupazioni per il futuro dell’eurozona hanno giocato un ruolo importante. Ciò premesso, ignorare o trascurare il private equity europeo a favore di quello statunitense sarebbe ingiustificato, poiché la performance dei buyout europei è stata altrettanto buona, se non superiore, a quella dei buyout statunitensi su diversi orizzonti temporali (a 5, 10 e 15 anni come mostrato nel grafico sottostante).  

Il dato è ancor più degno di nota se si considera che nel periodo analizzato l’Europa ha sotto-performato, sia con riferimento all’economia - in termini di crescita del PIL - sia guardando ai rendimenti dei mercati azionari. Esiste quindi la possibilità di trovare generazione di valore in Europa tra gestori di private equity, anche in un contesto economico poco favorevole.

La motivazione in prima istanza è legata al diverso livello di competizione. Il mercato europeo, seppur consolidato, è meno affollato di quello statunitense e i prezzi dei deal, di conseguenza, più attraenti. Inoltre, il potenziale di crescita derivante dai miglioramenti operativi è più alto (in media le aziende europee sono meno profittevoli ed efficienti dei propri peer negli USA). Un’ultima considerazione va infine alla capitalizzazione delle aziende / dimensione dei deal. Il segmento small cap buyout in Europa - prendendo in esame aziende con un valore inferiore a €m100 e fondi < €m500 - presenta caratteristiche distintive.

Dal punto di vista della domanda, secondo le nostre stime, il capitale raccolto ma non ancora investito (“dry powder”), nei large buyout europei impiega circa 3 anni per essere richiamato. Di contro, il tempo che intercorre tra commitment e richiamo effettivo del capitale per small buyout europei scende a soli 7 mesi.

Analizzando l’offerta, si nota poi che i deal small buyout nascono spesso da business privati o familiari. Si evitano così negoziazioni competitive, beneficiando quindi di valutazioni d’ingresso favorevoli.  

La possibilità di aggiungere valore tramite il miglioramento operativo è intuitivamente maggiore per small buyout: i gestori che si occupano di questo segmento rappresentano spesso il primo investitore istituzionale per una data azienda. Le possibilità di influenzare il management e apportare miglioramenti operativi sono più elevate rispetto a quanto non accada in aziende di grandi dimensioni che sono già passate attraverso percorsi di efficientamento operativo, e spesso, tra le mani di diversi investitori. 

Fabrizio Bianchi­, Head of Institutional Clients Italy Schroders

1/6/2018

 
 
 

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