Rischio Climatico: metodologie e soluzioni per gestire i rischi di portafoglio

Vista la forte esposizione delle imprese al rischio climatico, la finanza ha il dovere di favorire i processi di transizione energetica. Per questo, servono metodologie e strategie specifiche che permettano di calcolare con precisione l'impatto che i rischi legati al climate change possono avere sugli investimenti

a cura di Etica Sgr

Oggi per un’azienda o un investitore privato prendere in considerazione i fattori e i rischi legati al clima non è soltanto una questione di etica, ma anche e soprattutto una scelta strategica che tutela la sua redditività futura

La XIX edizione del Global Risks Report 2024 – lo studio a cura del World Economic Forum che si pone l’obiettivo di stilare la classifica della percezione dei rischi globali – ha infatti dimostrato come in pole position alla graduatoria dei principali problemi che il mondo dovrà fronteggiare entro i prossimi dieci anni ci sia proprio il rischio climatico. Secondo le evidenze di questa edizione del report, entro il 2036 i cambiamenti climatici potrebbero destabilizzare significativamente l’economia a livello mondiale, in quanto si manifesteranno eventi climatici e geopolitici così significativi e improvvisi che la capacità di adattamento dell’uomo sarà spinta al limite, facendo sì che i rischi ambientali raggiungano il temuto punto di non ritorno. 

In questo scenario, in qualità di società di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici e responsabili, affermiamo da tempo quanto sia necessario che avvenga un cambio di rotta immediato. I cambiamenti climatici hanno già comportato perdite economiche molto ingenti. A tal proposito Banca d’Italia ha recentemente diffuso un working paper “Entry, exit anche market structure in a changing climate” che mette in relazione l’esposizione delle imprese italiane al rischio climatico e dal quale emerge che, in estrema sintesi, all’aumento delle temperature corrisponde una diminuzione nelle performance di business e la necessità di sostenere impegni anche molto importanti per attuare azioni di adattamento.

In questo senso, la finanza può e deve avere un ruolo cruciale per consentire un cambio di paradigma e promuovere investimenti volti a favorire i processi di transizione energetica

Per rimanere fedeli a questa mission e mettere in pratica queste buone intenzioni, risulta determinante l’integrazione dei fattori climatici e di sostenibilità nei modelli di gestione dei rischi di portafoglio. Per questo servono metodologie messe a punto proprio per fare fronte alla specifica problematica del cambiamento climatico, che permettano di calcolare il più precisamente possibile i rischi ad esso collegati che hanno un impatto sulle performance dei titoli di un fondo comune d’investimento. È il caso di ClimVaR, metrica di rischio climatico proprietaria e sviluppata internamente da Etica Sgr dalla natura statistica e previsionale, avente l’obiettivo di prevedere e gestire in modo efficiente le potenziali ricadute dei rischi climatici sui portafogli di investimento, calcolando il rischio in cui il portafoglio di oggi incorrerebbe tra 30 anni, ipotizzando un aumento della temperatura di 2 gradi centigradi.

Grazie a queste metriche, è possibile costruire una strategia che integra i rischi e le opportunità legate al cambiamento climatico in tutte le fasi dell’investimento, gestendo efficientemente fattori come la volatilità spesso conseguenti a eventi improvvisi e catastrofici che naturalmente impattano sui mercati. 

La finanza, dunque, può concretamente contribuire a contrastare il fenomeno del cambiamento climatico e lo può fare proprio perché in grado di orientare i capitali nella direzione di un’economia a basso impatto ambientale, considerando anche i rischi climatici nelle scelte di investimento e nelle strategie gestionali.

Arianna Magni, Head of Institutional and
International Business Development Etica Sgr

30/5/2024 

 
 
 

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