Transizione energetica, perché il prezzo dei metalli salirà

Nei prossimi anni, la domanda dei metalli connessi alla transizione energetica vivrà un forte aumento, ma l'offerta non la seguirà, generando così un'impennata dei prezzi: quali le possibili opportunità di investimento legate al passaggio all'energia pulita?

a cura di Ofi Invest AM

I cambiamenti climatici devono essere fermati ed, essendo i combustibili fossili responsabili per circa il 70% delle emissioni di CO2, è essenziale adottare quanto prima un piano per la transizione energetica. Secondo quanto riportato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) nel suo Sustainable Development Scenario, per evitare conseguenze disastrose dovremmo liberarcene entro il 2050, ma considerando che i combustibili fossili rappresentano ancora l’82% del mix energetico, è necessario concentrare tutte le risorse nelle fonti di energia alternative a nostra disposizione, soprattutto nelle rinnovabili, e, visto che siamo ancora all’inizio, questo processo deve accelerare. Per fare un esempio concreto, nel 2022 gli impianti fotovoltaici di tutto il mondo potevano produrre fino a 200GW di energia. Questa capacità deve essere portata a 620GW entro il 2030.

Quanto detto sopra può essere esteso a tutte le tecnologie a basse emissioni: dai veicoli elettrici alle pale eoliche, fino all’idrogeno verde. Per questo, anche gli investimenti nella sostenibilità devono raggiungere dimensioni molto maggiori, passando dagli attuali 1,5 trilioni di dollari a 4,3 trilioni l’anno.

Il grande ostacolo al raggiungimento di questi obiettivi è che dal sole e dal vento non si crea elettricità; servono dei trasformatori e, più in generale, per sostenere tutto il processo di transizione è necessario impiegare un’altissima quantità di equipaggiamenti di vario genere, al fine di generare, conservare e anche trasportare questa energia a basse emissioni. Tutto ciò andrà a generare una forte impennata della domanda di commodity come il rame, il nichel, l’argento e il platino, dato che tutte queste tecnologie, indipendentemente dallo scopo, hanno una cosa comune: necessitano di una grande quantità di metalli diversi.

Figura 1 - Intensità di utilizzo dei metalli per tecnologia

Figura 1 - Intensità di utilizzo dei metalli per tecnologia

Fonte: Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) 

 

Il problema è che l’offerta non si sta muovendo di pari passo con la domanda; lo dimostra il fatto che si investono 80 miliardi di dollari ogni anno per la ricerca di nuovi giacimenti, quando se ne dovrebbero investire 160. Tuttavia, anche in questo caso, il processo non sarebbe comunque invertito rapidamente visto che occorrono 17 anni per aprire una nuova miniera. Per fare un esempio, si consideri il rame. Secondo Goldman Sachs, la domanda del rame passerà da 25 a 34 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030, ma l’offerta raggiungerà il suo massimo nel 2024, stando ai progetti attualmente attivi o che stanno per iniziare: ciò si traduce a un gap di 8 milioni di tonnellate, ovvero circa l’8% della domanda.

Figura 2 - Produzione e consumo di rame: proiezioni a confronto

Figura 2 - Produzione e consumo di rame a confronto

Fonte: Copper production and consumption, Goldman Sachs, 2022

In conclusione: 

  • Nei prossimi anni, la domanda relativa alla transizione energetica crescerà molto rapidamente, ma l’offerta non seguirà lo stesso trend e il gap che si verrà a creare porterà a una maggiore pressione al rialzo sui prezzi.
     
  • La domanda di metalli sarà meno ciclica e risentirà meno delle flessioni di mercato, grazie all’aumento della domanda sospinta dalla transizione.
     
  • Pertanto, investire nei metalli essenziali per la transizione energetica potrebbe essere un ottimo modo per crearsi una posizione verso questa tematica. Infatti, esporsi direttamente a queste commodity rappresenta un modo di sostenere il passaggio all’energia pulita che permette di differenziare, di avere un asset poco correlato con le altre classi di attività e di non subire i rischi che si correrebbero investendo in azioni. Infine, permette di non doversi preoccupare dei rischi aziendali specifici e di problemi di concorrenza o di redditività nei settori della transizione energetica.

Marion Balestier, Fund Manager Ofi Invest AM

10/7/2023 

 
 
 

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