You are your own master, you make your own future

Quando si parla di sostenibilità, ambiente e cambiamento climatico il pensiero spesso corre a politica, grandi industrie e organismi internazionali dimenticando che ciascuno di noi può fare la propria piccola grande parte con scelte attente, consapevoli e lungimiranti

Flavia Brambilla

Sei padrone di te stesso, crei il tuo futuro. Questo pomeriggio (domenica 10 gennaio, ndr) abbiamo chiuso la serranda dopo un'intensa domenica di esperimenti, nuovi propositi per l’emporio e progetti per le prossime settimane, in un momento che per tutte le attività, e soprattutto per quelle della ristorazione, è assai difficile e defatigante a causa della pandemia. Stavamo per raccontare al nostro pubblico queste novità e altro, ma ci siamo fermati impiegando il nostro tempo per “ascoltare” l’incontro A conversation on the Crisis of Climate Feedback Loops tra il Dalai Lama, Greta Thunberg e alcuni scienziati esperti di clima e ambiente, tra i quali William Moomaw e Susan Natali, che hanno illustrato i risultati delle loro ricerche scientifiche.

Non si parla certo di cibo, ricette e piatti gustosi, ma di dove la nostra umanità di 7,4 miliardi di individui sta andando e dei rischi ambientali per il nostro pianeta: il climate change. Allarmismo eccessivo, come qualcuno ancora afferma? No, non stiamo andando a rotoli senza speranze, e questo è già un messaggio di speranza, ma siamo tutti (io, noi, voi) artefici del futuro che è nelle nostre mani: noi abbiamo la chiave per risanare quello che in anni ci siamo concessi di distruggere. Nell’incredibile semplicità di queste due persone, il Dalai Lama da una parte e la giovanissima Greta dall’altra, c’è il seme di un profondo cambiamento. Sta a ognuno di noi coltivarlo, porsi le giuste domande e cercare di darsi risposte, ma soprattutto non smettere di provare a fare la propria parte. Non affidarsi al fato, al pessimismo, al sentirsi piccole gocce che non possono cambiare nulla, e quindi tanto vale provarci: ogni scelta è un piccolissimo passo, ma diceva il saggio che anche il viaggio più lungo comincia così, da un semplice unico passo. 

Per risanare il pianeta serve la politica, servono azioni e nazioni unite per gestire l’emergenza, ma serve anche e soprattutto la presa di coscienza di ogni individuo, perché siamo noi che formiamo la collettività, la critical mass, la voce che può alzarsi e indicare la via da prendere. Lo possiamo fare in tantissimi modi, dal non sprecare l’ennesimo sacchetto di carta al fare lo sforzo di riciclare, o ancora meglio, di non sprecare; o, ancora, interrogandoci su quello che acquistiamo, sulle nostre abitudini. Come consumatori, il nostro potere è grande: noi compriamo e quella cosa continua a essere prodotta; noi decidiamo che non è sostenibile, non la compriamo più, e per una semplice legge di mercato, quel bene non verrà più prodotto.

Ognuno ha le sue battaglie e i suoi buoni propositi. I nostri parlano di cibo, di sostenibilità e di agricoltura. Di mangiare consapevole perché sì, diciamolo, il cibo è parte del problema ma è anche parte della soluzione. Le radici dell’uomo sono nella terra; da secoli la coltiviamo ma negli ultimi decenni ne abbiamo abusato come mai prima, l’abbiamo resa sterile, l’abbiamo deforestata e non abbiamo pagato il nostro debito nei suoi confronti. Ma nel 2021, come è emerso con chiara semplicità dall’incontro, abbiamo tutte le competenze per coltivare il cibo rigenerando il suolo invece di deturparlo, per scegliere prodotti sostenibili che non distruggano, per scegliere il biologico evitando le coltivazioni intensive sostenute a suon di pesticidi, per valutare da chi comprare il cibo prediligendo e aiutando quei piccoli - e sono tanti - produttori che, oltre a occuparsi del proprio raccolto, si occupano di ristabilire la biodiversità sui loro terreni. Sono il nostro ultimo baluardo.

Noi abbiamo scelto di fare la nostra parte e provarci: ce la facciamo ogni giorno al 100%? No. E lo diciamo candidamente, il lavoro è lungo, continuo, c’è da imparare, sbagliare, e imparare di nuovo. La perfezione non è di questo mondo, è però un po' come la stella polare, una buona guida. Se l’obiettivo è di essere a impatto zero, abbiamo perso in partenza tutti. Se l’obiettivo è di fare del proprio meglio ogni giorno per impattare il meno possibile e per cambiare le cose, la strada è lunga ma è un’appassionante avventura. Come ha affermato Sua Santità Tenzin Gyatso, monaco buddhista tibetano e attuale XIV Dalai Lama, è l’uomo il responsabile del suo futuro e dell’ambiente in cui vive e, se il dio in cui si crede si manifestasse, chiederebbe conto al devoto del suo comportamento. 

Flavia Brambilla 

20/1/2021

 
 
 

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