Fondi pensione, il rischio di aspettative di rendimento eccessive

Il 2021 è stato un anno dalle prestazioni di tutto rispetto per i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali: diversi elementi lasciano però presagire la possibilità di rendimenti più contenuti per gli investitori nei mesi a venire

Leo Campagna

Un anno che si chiude spinge a stilare bilanci, anche nell’ambito dei fondi pensione. Per quanto riguarda l’intero 2021, abbiamo già avuto modo di commentare come le performance annuali siano tutto sommato state di tutto rispetto, soprattutto per le linee a indirizzo azionario e quelle bilanciate. Allargando però l’orizzonte a un arco di tempo medio (cinque anni), è possibile scorgere alcune interessanti informazioni.

Tra il 30 novembre 2011 e il 30 novembre 2016, i 311 fondi pensione aperti censiti dal Compartore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno registrato un rendimento medio del 31,2%, pari al 5,6% annuo composto: nei 5 anni successivi (dal 30 novembre 2016 al 30 novembre 2021) il rendimento medio si è praticamente dimezzato al 16,0%, ovvero al 3% annuo.

Ma c’è di più. Questa forbice è leggermente meno marcata nell’ambito delle linee azionarie e bilanciate e molto più ampia in quelle obbligazionarie e garantite. Infatti nel quinquennio 2011-2016 esaminato, il rendimento medio delle linee azionarie si è posizionato al 48,6% (+8,2% annuo) e quello delle linee bilanciate al 37,9% (6,6%); nei successivi 5 anni, le linee azionarie non sono andate oltre il 35,4% (6,3% annuo) e quelle bilanciate si sono fermate al 19,3% (3,6% annuo). Le linee obbligazionarie, che nei 5 anni tra il 2011 e il 2016 avevano messo a segno una rivalutazione media del 23,8% (4,4% annuo), nel quinquennio successivo hanno mostrato un rialzo medio del 7% (1,4% annuo) e quelle garantite sono passate al 15% (2,8% annuo) del quinquennio 2011-2016 al 4,6% (0,9% annuo) del quinquennio 2016-2021.

Un trend che rischia di ripetersi e, addirittura, accentuarsi nei prossimi 5 anni, a dispetto delle aspettative degli investitori italiani. In base alle risposte di una recente indagine di una importante casa d’investimento britannica, il 42% degli investitori italiani tra i 18 e i 37 anni e il 35% di quelli nella fascia 38-50 anni ritengono possibili rendimenti superiori al 10% per il 2022. Benché si tratti di aspettative relative al solo 2022 c’è il serio rischio che, più in generale, le attese di rendimento degli investitori italiani risultino eccessive.

Leo Campagna 

5/1/2022

 
 

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