Fondi pensione, le priorità da valutare in un contesto di tassi alti (e a lungo)

Un contesto prolungato di tassi d’interesse più alti rappresenta anche per i fondi pensione un cambiamento strutturale rispetto agli ultimi anni: quali gli aspetti di novità da monitorare con particolare attenzione nella gestione del proprio portafoglio finanziario? 

Leo Campagna

Le variazioni mensili del valore delle quote dei fondi pensione aperti a maggio sono state quasi impercettibili. In base alle quote di fine maggio 2023 dei comparti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, la performance media mensile delle 334 linee si è attestata a quota +0,1%, con i comparti azionari che evidenziano un -0,1%, e quelli garantiti e obbligazionari entrambi in territorio positivo per lo 0,2%. 

I rendimenti da inizio anno aggiornati a fine maggio 2023 sono del +3,1% per tutte le linee, ovvero del +5,5% per i comparti azionari e del +1,9% sia per le linee garantite che per quelle obbligazionarie. Allargando l’orizzonte di osservazione agli ultimi 12 mesi (dal 31 maggio 2022 al 31 maggio 2023), la performance media complessiva di categoria si posiziona a -1,5%, ma con le linee azionarie in attivo (+1,2%) e quelle garantite (-2,8%) e obbligazionarie (-3,0%) in ‘rosso’.  

A questo punto, anche per i gestori dei fondi pensione una delle priorità attuali consiste nel valutare adeguatamente le conseguenze per il proprio portafoglio di un contesto di tassi d’interesse più alti e, probabilmente, per un prolungato periodo. Un cambiamento strutturale rispetto agli ultimi anni, che riporta i manager dei fondi ad assicurarsi che le aziende in cui investono siano in grado di rimborsare i propri debiti a questi tassi. Significa, per esempio, riconsiderare il rapporto tra debito netto ed EBITDA. 

Valutare lo stato di salute delle aziende in termini di copertura degli interessi sarà con ogni probabilità cruciale per la performance.

Questo nuovo “paradigma” dei tassi di interesse è avvolto da una certa dose di imprevedibilità (legata alle possibili evoluzioni dell’inflazione e dell’economia) che tende a essere positiva per uno stile di investimento value. Quando il mercato operava in un contesto artificialmente sostenuto e protetto dal Quantitative Easing, con tassi d'interesse più bassi e più a lungo e bassa volatilità, si creavano poche nuove opportunità d’investimento e la performance poteva di conseguenza risentirne. Adesso, al contrario, in uno scenario di incertezza in aumento, i prezzi delle azioni si muovono più di quanto sia giustificato dai fondamentali, creando così delle opportunità. Come, per esempio, in periodi come quello seguente al crollo delle dotcom nel 2000, alla crisi finanziaria globale del 2008/09 e alla pandemia.

  Leo Campagna 

30/6/2023 

 
 

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