La previdenza complementare a misura di azienda: misure compensative e vantaggi fiscali

Previdenza complementare, in che modo le misure compensative previste, se trasformate in numeri, possono incidere sul risultato economico di un'azienda? Proviamo a quantificare i possibili benefici derivanti dai vantaggi fiscali

Nicola Barbiero

Conscio del fatto che l’adesione alla previdenza complementare da parte dei lavoratori dipendenti avrebbe privato le aziende di una quota di “autofinanziamento”, il legislatore non è stato insensibile al tema (come già evidenziato in un precedente approfondimento). In questo senso già nella riforma della previdenza integrativa (dlgs n. 252/2005 integrato dalle norme della legge n.296/2006, la Finanziaria per l’anno 2007) aveva previsto alcuni incentivi, definiti come misure compensative, a favore delle imprese che non avrebbero avuto la possibilità di utilizzare il TFR maturando, sia perché destinato alla previdenza complementare sia perché dirottato al fondo di tesoreria INPS (in quest’ultimo caso si fa riferimento alle imprese in possesso di una forza lavoro superiore a 49 dipendenti). Sono state, poi, individuate misure dirette (che derivano da specifici provvedimenti legislativi) e indirette (non derivanti direttamente da misure legislative): ora cerchiamo di trasformare queste misure in numeri per quantificare il vero effetto della previdenza complementare sul bilancio delle aziende.

Il primo esempio riguarda un’azienda che nel 2007 aveva più di 50 dipendenti, eventualità nella quale, prescindendo dalle scelte dei lavoratori, il TFR maturando viene destinato al fondo di tesoreria INPS. Tutti i lavoratori hanno scelto l’adesione a un fondo negoziale usufruendo del contributo azienda (1% della RAL, che mediamente è pari a 25.000 euro).

Misure compensative, azienda A

Il secondo caso riporta l’effetto per un’azienda che ha un numero di dipendenti decisamente minore rispetto al precedente, tutti iscritti a un fondo pensione negoziale (per semplicità e coerenza si è scelto di mantenere pari livello di RAL). A differenza del caso precedente, nell'eventualità di mancata iscrizione, l’azienda avrebbe dovuto iscrivere a bilancio la rivalutazione del TFR che, quindi, rappresenta un minor costo.

Misure compensative, azienda B

In entrambi gli esempi presentati, la somma delle misure compensative dirette e indirette permette alle aziende di recuperare la maggior parte del contributo a proprio carico da versare al fondo pensione per i propri dipendenti. Un risultato, forse, non atteso ma che era nelle intenzioni legislatore già dal 1997 a seguito delle previsioni introdotte con il D. Lgs. 314/1997.

In conclusione, si può dunque affermare che previdenza complementare è sinonimo di benefici fiscali non solo per gli iscritti, ma anche per le aziende. Lavoratori, aziende e Stato per una volta insieme per un obiettivo strategico e di centrale importanza per tutti gli operatori economici, il benessere sociale.

Nicola Barbiero

2/4/2019

 
 
 

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