PIP, luci e ombre sulle prospettive delle unit linked azionarie

Il mese diaggio è stato un mese piuttosto positivo per i PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali: bene soprattutto le unit linked a indirizzo azionario. Quali allora le prospettive per i prossimi mesi?

Leo Campagna

Un mese di maggio tendenzialmente positivo per le unit linked collegate ai PIP. In base ai valori delle quote a fine maggio 2023 disponibili nel Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, le loro performance medie mensili si sono attestate al +0,8%, portando quelle da inizio anno a +3,7% e quelle relative agli ultimi 12 mesi (dal 31 maggio 2022 al 31 maggio 2023) al -2,1%. Un gradino sopra, le unit linked a indirizzo azionario: sebbene a maggio abbiano registrato un apprezzamento medio delle quote dello 0,6%, i loro rendimenti medi da inizio anno (+5,3%) e a 12 mesi (+0,3%) sono al di sopra della media.

Tuttavia, in prospettiva, almeno per i prossimi 12 mesi, il mercato azionario potrebbe accusare qualche rallentamento: vediamo perché. Cominciamo dai multipli in particolare il rapporto prezzo/utili (p/e). Il livello attuale dell’indice S&P 500 di Wall Street (il faro dei listini internazionali) si colloca a 18, che può essere considerato tollerabile se l’inflazione dovesse tornare in area 2%. Peccato che i prezzi al consumo potrebbero posizionarsi in area 4% e restarci e, a quel punto, i multipli di mercato dovranno adeguarsi con una correzione dei prezzi.

Stesso discorso per gli utili aziendali, finora resilienti nonostante un ciclo di rialzo dei tassi particolarmente aggressivo. Potrebbero sorprendere al rialzo nel momento in cui i tassi di interesse caleranno e l’economia si riprenderà. Gli analisti, però, fanno notare che gli utili aziendali hanno beneficiato di un valido sostegno dalla discesa dell’inflazione, che ha aiutato la domanda reale dei consumatori. Ma se l’inflazione tornerà al 2% e le attese si stabilizzeranno il potere di determinazione dei prezzi delle imprese si indebolirà e, con esso, la capacità di creare margini e profitti. 

In questo contesto, in cui le tesi positive e negative mostrano un peso sostanzialmente simile, è probabile che a determinare il trend di mercato di breve termine sia il posizionamento degli investitori. L’anno scorso, le pesanti perdite registrate nei primi 9 mesi avevano portato a portafogli piuttosto scarichi di asset class di rischio. Ma da ottobre hanno recuperato un assetto equilibrato, così che oggi la volatilità e la direzionalità del mercato si sono ridotte. Se l’inflazione tenderà a scendere sarà più agevole anche il lavoro delle Banche Centrali che cercheranno di evitare la strada della recessione. Una scelta che potrebbe però comportare una crescita dell’economia molto bassa per un lungo periodo. 

  Leo Campagna 

23/6/2023 

 
 
 

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