Previdenza complementare, perché non conviene fare previsioni sui mercati

Spinta inflattiva, guerra in Ucraina e crisi energetica hanno spezzato gli equilibri sui mercati finanziari, portando a perdite significative sia nel segmento azionario che nel reddito fisso: come affrontare una situazione tanto incerta? 

Leo Campagna

I fondi pensione aperti a fine settembre evidenziano performance pesantemente negative a 12 mesi. In base ai rendimenti calcolati sui NAV al 30 settembre 2022 dei 313 comparti dei fondi pensione aperti censiti nel Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, i rendimenti annuali si attestavano in media a -10,1%, ovvero al -10,9% per i comparti azionari e a -9,9% per quelli obbligazionari.

Nessuno probabilmente poteva immaginare 12 mesi fa quanto sarebbe poi accaduto da ottobre 2021 a oggi. Anche perché, nello scorso autunno, anche con i rendimenti obbligazionari bassi, se non addirittura in territorio negativo, con le azioni growth, quelle più legate alla crescita robusta dei profitti, era possibile puntare a rendimenti positivi anche con portafoglio bilanciati. Ma dopo la pandemia, oltre a un'inflazione persistente, si è materializzata la guerra in Ucraina e, con essa, l’acuirsi della crisi energetica. Le Banche Centrali dei principali Paesi hanno dovuto aumentare in modo aggressivo i tassi di interesse per frenare i prezzi al consumo: una situazione che ha rotto l’equilibrio sui mercati finanziari, provocando perdite significative da inizio anno non soltanto per il mercato azionario ma anche nel reddito fisso.

Adesso economisti e strategist si affannano a fare previsioni per i prossimi mesi, partendo dall'eventualità di una probabile recessione, che forse l’Europa sta già sperimentando. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, vi sono diversi scenari: dal soft landing, che al momento sembra avere una probabilità minore, a un hard landing, fino allo scenario di "tolleranza dell'inflazione", ad esempio nel caso in cui le Banche Centrali scelgano di prendersi il tempo necessario per riportare l'inflazione al target. 

Tuttavia, ripercorrendo le previsioni effettuate dalla Federal Reserve statunitense e dalla BCE sull’inflazione attesa (considerata fino all’autunno scorso "transitoria") , rivelatesi poi clamorosamente sbagliate, appare troppo rischioso scommettere su un solo scenario. Se i modelli economico-finanziari più evoluti (come lo sono quelli delle Banche Centrali USA e della zona Euro) non riescono a fare previsioni corrette nemmeno sul breve, meglio essere flessibili. Vale cioè la pena spostare le probabilità sui diversi scenari a mano a mano che vengono resi noti nuovi dati in modo da adeguare le scelte di portafoglio, senza stravolgere la strategia di lungo termine. Questo l’unico approccio che pare permettere di muoversi con successo in contesti in rapida evoluzione e che dovrebbe fornire un flusso di rendimenti diversificati.

Leo Campagna

3/11/2022

 
 
 

Ti potrebbe interessare anche