Verso una sanità integrativa 2.0?
Gli esiti dell'indagine conoscitiva in materia di sanità integrativa condotta dalla Commissione Sanità e Lavoro del Senato dovrebbero portare a un'iniziativa legislativa per il riordino normativo del sistema entro l'estate. Alcune considerazioni alla luce degli ultimi dati diffusi dall'Anagrafe del Ministero della Salute
La 10° Commissione (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico, previdenza sociale) del Senato sta conducendo unindagine conoscitiva in materia di assistenza sanitaria integrativa con lobiettivo di valutare un intervento legislativo di riordino del sistema che, secondo le ultime dichiarazioni del Presidente Zaffini, potrebbe già arrivare entro lestate. La volontà di intervenire nasce, come già accaduto altre volte in passato seppur muovendo da presupposti diversi, dalla necessità di accrescere lintegrazione tra SSN e sanità integrativa, muovendosi secondo tre direttrici: costruire un modello di governance più strutturato e omogeneo e che garantisca più trasparenza e rendicontazione, promuovere il monitoraggio su attività e prestazioni sanitarie offerte e ampliare la platea dei beneficiari. Il che è assolutamente coerente con la situazione demografica e finanziaria del nostro Paese: da un lato, il progressivo invecchiamento della popolazione genererà pesanti ricadute sul sistema sanitario pubblico che si stanno già verificando oggi e che difficilmente potranno essere superate in futuro senza il contributo dei cittadini attraverso la partecipazione a forme di assistenza sanitaria integrativa; dallaltro, le esigenze di finanza pubblica non lasceranno ampi margini per un ulteriore aumento della spesa per il welfare nel suo complesso (pensioni, sanità e assistenza). Spesa che ha già raggiunto dimensioni poco sostenibili.
Da dove partiamo
Il sistema della sanità integrativa è in continua espansione e coinvolge oltre 16 milioni di cittadini, poco meno del doppio di quelli iscritti alla previdenza complementare. Ciononostante, a differenza di quanto previsto per i fondi pensione, manca una legge quadro che regoli le diverse forme di assistenza sanitaria integrativa e ne preveda il monitoraggio e la vigilanza. Attualmente infatti il sistema di governance si fonda sullAnagrafe dei Fondi sanitari, tenuta presso il Ministero della Salute con il compito di rilevare i soggetti che operano in questo ambito, e che si iscrivono volontariamente, e verificare la soglia delle risorse vincolate destinate alle prestazioni complementari al SSN per lottenimento del beneficio fiscale. AllAnagrafe dei Fondi sanitari si sono recentemente affiancati lOsservatorio nazionale permanente dei fondi sanitari integrativi (OFSI) che opera presso la Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute (DM 15 settembre 2022) e il Cruscotto delle prestazioni dei fondi sanitari che si instaura, con finalità di monitoraggio, allinterno della piattaforma del Nuovo sistema informativo sanitario e si interfaccerà con lattuale Sistema informativo anagrafe dei fondi sanitari (SIAF) (DM 30 settembre 2022).
Occorre, tuttavia, considerare che limplementazione del Cruscotto rimarrà sperimentale fino al 2024, e solamente dallanno successivo sarà prevista lobbligatorietà per i Fondi e le Casse di fornire i dati richiesti salvo limpossibilità di iscriversi allAnagrafe dei fondi sanitari. Sebbene il passo compiuto dal precedente esecutivo vada nella direzione giusta, ovvero garantire una maggiore trasparenze e disponibilità di dati e informazioni sul settore, la strada da percorrere rimane lunga, soprattutto se si considera che, a oggi, i dati raccolti dallAnagrafe relativi allanno fiscale 2022 possono offrire una fotografia parziale del sistema in quanto liscrizione è facoltativa. Proprio questi dati mostrano tuttavia interessanti tassi di crescita in termini di numero di operatori ma soprattutto come numero di iscritti e importi delle prestazioni erogate, il che determina anche un aumento del patrimonio complessivo di questi nuovi investitori istituzionali.
I dati dellAnagrafe dei Fondi
Gli ultimi dati dellAnagrafe dei Fondi relativi allanno fiscale 2022 indicano un numero di enti attestati pari a 324, in leggero calo rispetto al biennio precedente (erano 334 nel 2021 e 327 nel 2020). Di questi, 311, ovvero il 96% sono cosiddetti fondi tipo B, mentre i restanti 13, pari al 4%, sono fondi tipo A. I fondi tipo B sono enti, Casse e società di mutuo soccorso aventi finalità esclusivamente assistenziale (detti anche fondi non doc) che possono erogare anche prestazioni sanitarie comprese nei LEA, quindi complementari e sostitutive al SSN, ma che per ricevere liscrizione allAnagrafe ed essere ammessi ai benefici fiscali, sono tenuti a dedicare almeno il 20% delle risorse per prestazioni, cosiddetta soglia delle risorse vincolate, a precisi ambiti di intervento: assistenza odontoiatrica, non autosufficienza e recupero di soggetti che si trovano temporaneamente inabili al lavoro a causa di infortunio o malattia. Tali enti hanno spesso unorigine di tipo contrattuale, sono rivolti ai lavoratori dipendenti di uno o più comparti e, in alcuni casi, ladesione avviene automaticamente con la stipula del contatto di lavoro durante lassunzione. I fondi tipo A sono invece fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale, istituiti ai sensi dellart. 9 del D.lgs. 502/92 e successive modificazioni, che erogano esclusivamente prestazioni extra LEA e sono quindi solo integrativi del SSN (detti anche doc). Tali fondi non prevedono forme di selezione dei rischi per ladesione e sono rivolti a tutti i cittadini e non a singole categorie. Guardando allandamento della numerosità dei soggetti attestati dal 2010 a oggi, si evidenzia come la composizione rappresentata non si sia sostanzialmente modificata nel tempo con la prevalenza assoluta di fondi di tipo B.
Figura 1 Numero di fondi attestati per tipologia
Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati Anagrafe dei Fondi, Ministero della Salute
Ai 324 fondi attestati dallAnagrafe risultano iscritti 16,27 milioni di soggetti, incrementati di quasi 5 volte rispetto ai 3,3 milioni del 2010 (primo anno fiscale di rilevazione). Lultimo dato disponibile relativo agli iscritti per tipologia, ripartito per lavoratori dipendenti, autonomi, familiari a carico e pensionati con i loro familiari, risale purtroppo al 2016 quando il totale generale era indicato in 10,62 milioni così distribuiti: 6.680.504 lavoratori dipendenti (62,9%) 1.074.038 lavoratori autonomi (10,11%), 2.160.917 familiari a carico, di cui 251.955 relativi ai lavoratori autonomi, 527.716 pensionati e 173.672 familiari di pensionati.
Non è, tuttavia, possibile conoscere quanto viene versato dagli iscritti in termini di contributi in quanto lAnagrafe non fornisce informazioni in merito alle entrate delle diverse forme di assistenza sanitaria integrativa censite. Questo dato risulta di fondamentale importanza per valutare lo stato di salute del sistema ed è auspicabile venga reso pubblico in futuro. Dai dati dellAnagrafe è, dunque, possibile ricavare solamente le informazioni relative allammontare generale e parziale (per prestazioni extra-LEA previste per legge almeno pari al 20% del totale) erogato agli iscritti per prestazioni sanitarie: nel 2022 le forme di assistenza sanitaria integrativa iscritte allAnagrafe hanno erogato prestazioni per un valore pari a 3,24 miliardi di euro, di cui 1,07 miliardi (32,97%) destinati esclusivamente allerogazione di prestazioni extra-LEA. Tra il 2017 e il 2018 si è registrato lincremento più elevato sia rispetto allammontare generale, cresciuto del 14,6%, sia di quello parziale (+16,2%). Segue, in termini di variazione dellimporto delle prestazioni erogate, il periodo tra il 2020 e il 2021 per effetto del maggior impegno da parte dei fondi nel periodo di diffusione della pandemia da COVID-19. Anche nel 2022 i due valori, seppur in maniera più contenuta, sono aumentati: lammontare generale è passato da 3,09 miliardi di euro a 3,24 miliardi (+5%), mentre lammontare parziale da 1,02 miliardi di euro a 1,07 miliardi (+5%).
Tabella 1 Numero di iscritti e ammontare erogato per prestazioni
Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati Anagrafe dei Fondi, Ministero della Salute
È, dunque, auspicabile che venga finalmente realizzata una legge quadro che definisca tutti gli aspetti del settore, esattamente come avviene per la previdenza complementare, dalle fonti istitutive, alla definizione delle diverse tipologie di forme di assistenza sanitaria integrativa, dai vantaggi fiscali alla vigilanza e alla trasparenza (a partire dalla pubblicazione dei bilanci consuntivi). In particolare, in merito agli aspetti fiscali, sarebbe auspicabile che venisse superato lattuale e poco costituzionale sistema duale di deducibilità e detraibilità per iscritti contrattualizzati e non. Insomma, una versione 2.0. della sanità integrativa per cui si attende un primo impulso normativo già a partire dallestate.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
18/4/2024