Riforma del Welfare e riforma del Terzo Settore
Convegno sul Terzo Settore
Annunciata nell'aprile 2014, la riforma del terzo settore trova oggi il suo compimento. Un provvedimento importante, destinato a ridefinire i confini e l'identità di un universo di oltre 300 mila organizzazioni non profit, capaci di coinvolgere ogni anno almeno 6,63 milioni di volontari.
Inizia però ora una nuova partita, quella che si giocherà sui decreti delegati, senza i quali non sarà possibile sbloccare le risorse disposte per lanno in corso. Un cantiere ancora aperto, quindi, con una serie di novità rilevanti che dispiegheranno verosimilmente i propri effetti, nei prossimi anni, sull'organizzazione e sullazione di un comparto con un valore annuo di entrate pari a circa 63 miliardi di euro. Nellimmediato, ci sono però sul piatto 190 milioni per finanziare le agevolazioni fiscali, le attività di interesse generale degli enti, il nuovo Registro unico del terzo settore e 200 milioni destinati ai crediti agevolati per le imprese sociali.
Vero cuore della riforma resta però per molti da fissare nei criteri di definizione dellimpresa sociale come «organizzazione privata» che svolge attività «per finalità di interesse generale e destina i propri utili prioritariamente al conseguimento delloggetto sociale». In concreto, si individuano i settori di attività in cui può essere svolta attività dimpresa: rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo 155 del 2006, si aggiungono anche i settori del commercio equo e solidale, dei servizi per il lavoro finalizzati allinserimento dei lavorati svantaggiati, dellalloggio sociale, del microcredito e dellagricoltura sociale. Tra le altre novità previste, poi, anche l'accesso a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici e misure agevolative per favorire gli investimenti di capitale, che avvicinano limpresa sociale al trattamento riservato alle start up innovative.
È questo il bilancio parziale della riforma del non profit italiano, allindomani dellentrata in vigore, il 3 agosto, del nuovo Codice unico (Dlgs 117/2017) che raduna le disposizioni fiscali per gli enti non lucrativi e riscrive le regole per le Onlus, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale.
Benché lattuazione completa sia ancora affidata a passaggi tutt'altro che secondari - servono infatti 42 atti, fra provvedimenti dei ministeri e autorizzazioni dellUnione europea, per tradurre in pratica le nuove disposizioni - la riforma solleva già interrogativi di indubbio interesse: quale il primo bilancio delle possibili ripercussioni sul welfare italiano? E quale, in particolare, il ruolo delle attività e degli Enti della Chiesa all'interno di una società che cambia? Queste alcune delle domande cui cercherà di rispondere il convegno organizzato da Itinerari Previdenziali in collaborazione con Agidae, importante occasione per riflettere su futuro ed evoluzioni del Terzo Settore in Italia.