I risvolti della pandemia nel lungo periodo: misure e investimenti per sostenere economia e lavoro

Convegno virtuale

Dopo quasi due mesi di lockdown, la riduzione della diffusione del coronavirus ha permesso una parziale ripresa della vita sociale e produttiva, con la cosiddetta “fase 2 e 3”. Riapertura che si è resa ancor più urgente dopo che, all’iniziale crisi sanitaria, si è affiancata in modo sempre più vigoroso una crisi economica che potrebbe sfociare in una assai pericolosa crisi sociale.

Per evitare che ciò accada occorre vincere alcune sfide: la prima, quella psicologica affinché si riducano nella popolazione le paure e si possa riprendere una vita normale, di convivenza prudenziale con il virus. Per far questo una migliore comunicazione e informazione sugli andamenti della pandemia, sui test e sulle terapie aiuterebbe molto: profetizzare seconde ondate e continuare a dire che non sappiamo quanto durano gli anticorpi, che forse ci si può riammalare e così via, non aiuta.

La seconda sfida è quella della verità: non possiamo far finta di nulla e distribuire denaro a tutti come se il virus non ci fosse mai stato; agli italiani non dobbiamo dare illusioni (magari motivate da beceri motivi elettorali). Non dobbiamo fare "aste competitive", nel senso che, se il Governo propone 600 euro di sussidi, le opposizioni non possono chiedere mille; se l’Europa offre 750 miliardi, dire che ce ne vogliono 1.500! La verità è che tutti, ma proprio tutti, perderemo qualcosa del nostro benessere, avremo meno soldi, forse faremo meno ferie e vacanze, ma questo non vuol dire sentirsi più infelici. La domanda è: occorreva tutto quello che compravamo? Non eravamo troppo consumisti? È il caso che si spendano 130 miliardi l’anno per il gioco d’azzardo o per droghe, alcol, tabacchi, tatuaggi e così via? Forse più vita sociale e meno consumi non è un male per noi ed è un bene per il pianeta; e poi, comunque, rispetto al restante 90% del mondo, la sanità continuerà a essere gratis per tutti, e così la scuola e gli altri servizi, e per mangiare e volersi bene basta alimentarsi bene il che significa spendere poco e bene.

La terza sfida è quella economica: in questo caso l’Unione Europea (la ritrovata Europa) gioca, insieme alla BCE, un ruolo fondamentale per la nostra economia. Dobbiamo rimboccarci le maniche come accade dopo un terremoto o un disastro naturale che ci ha portato via i nostri beni; dobbiamo tutti investire nella nostra economia perché solo con il lavoro e lo sviluppo si possono avere un welfare diffuso e una maggiore coesione sociale. In questa terza sfida, gli investitori istituzionali e il mercato possono giocare un ruolo fondamentale: certo, se il governo riducesse un poco la spesa corrente e agevolasse questi investiment,  la ripresa potrebbe essere ancora più rapida con ampie soddisfazioni per investitori, lavoratori e Paese. 

Il quarto seminario web di Itinerari Previdenziali prosegue quindi la riflessione sugli effetti della pandemia da COVID-19 sulla nostra società e sull’economia, ma soprattutto si pone l’obiettivo di riflettere con gli operatori di mercato, siano essi investitori istituzionali o fabbriche prodotto, su come difendere i patrimoni previdenziali e come questi patrimoni possano essere di aiuto alla necessaria “ripartenza” del Paese.

 

Per partecipare è necessario iscriversi. Per informazioni, potete contattarci via e-mail all'indirizzo: info@itinerariprevidenziali.it

 

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