Il mito del lungo termine si è accorciato

Convegno di Primavera

Quando si parla di risparmio previdenziale e di pensioni, l’abbinamento con il concetto di “lungo termine” (30/40 anni) è quasi automatico. In effetti, un giovane che entra oggi nel mercato del lavoro, ha un orizzonte di vita attiva e di versamenti di almeno 40 anni.

Ma la società cambia a velocità un tempo impensabili. Una volta si entrava in un’azienda e nella maggior parte dei casi, in quell’azienda, banca, impresa, si restava per tutta la vita; quando succedeva diversamente, si cambiavano al massimo 2 posti di lavoro in oltre 40 anni di carriera. Oggi i cambiamenti produttivi, la durata stessa delle aziende, le mutazioni nei bisogni o interessi dei lavoratori disegnano uno scenario diverso: si cambia spesso posto di lavoro e anche tipologia di impiego. Lavoratore dipendente, poi autonomo, poi ancora altro. In media, un iscritto alla previdenza di base cambia posto ogni 7 anni il che significa, se è iscritto anche a un fondo pensione complementare, riscattare la posizione, incassare una liquidità e trasferirla ad altro fondo nel caso si impieghi poi in un altro settore merceologico (riscatto invece non necessario se si resta nel comparto).

Non solo i cambi di attività: ci sono periodi di inoccupazione involontaria che possono comportare riscatti parziali o totali o la “perdita dei requisiti di partecipazione al fondo” e che spesso richiedono l’uso delle risorse accantonate o periodi con problemi di salute, di casa e altre necessità. Ormai le anticipazioni rappresentano (in assenza di altri interventi)  una modalità di fruizione delle risorse che accorcia inevitabilmente l’orizzonte temporale dell’investimento. 

Stessa cosa, con la medesima intensità, capita nel settore del risparmio gestito dove un ELTIF, che impone di mantenere l’investimento per 7/8 anni, è il massimo del vincolo possibile per clienti istituzionali e privati. Con minore intensità, perché legato a una professione, ma non meno incisivo, è l’accorciamento dell’orizzonte temporale per le Casse di Previdenza. Ancora più corto per i fondi di assistenza sanitaria integrativa.

Che fare dunque? Bisogna trovare forme di investimento differenti e modalità di gestione delle posizioni diverse al fine di allinearsi alle nuove esigenze. E ancora quali soluzioni?

Per partecipare è necessario iscriversi. Per informazioni, potete contattarci via e-mail all'indirizzo: info@itinerariprevidenziali.it

 

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