Arriva l'inflazione e finisce il QE? Gli effetti sui patrimoni istituzionali
Convegno di Primavera
La ripresa economica dellEurozona prosegue anche se nel primo trimestre del 2022 la crescita rimarrà probabilmente contenuta a causa dellattuale ondata pandemica, delle interruzioni della catena di approvvigionamento e del caro energia. Il PIL europeo ha comunque raggiunto il suo livello pre-COVID a fine 2021 e dovrebbe registrare un forte rimbalzo nel corso dell'anno grazie allatteso andamento favorevole dei consumi. Per quanto riguarda linflazione, il tasso ha registrato un brusco incremento negli ultimi mesi e ha sorpreso ulteriormente al rialzo a gennaio, sospinto dai prezzi dellenergia nonché dai rincari dei beni alimentari. È probabile che linflazione resti elevata più a lungo di quanto ci si attendesse in precedenza, ma le pressioni sui prezzi dovrebbero poi ridursi nel corso del prossimo anno. In questo contesto, la Banca Centrale Europea sta cercando di mantenere saldo il suo approccio di politica monetaria, lasciando al momento i tassi di interesse invariati ai minimi storici, confermando la ricalibrazione del Quantitative Easing e terminando gli acquisti netti nellambito del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) alla fine di marzo.
Si aprono quindi nuovi scenari con i quali gli investitori istituzionali sono chiamati a confrontarsi: quali effetti potranno produrre laumento dellinflazione, da un lato, e la conclusione del QE, dallaltro, sugli asset attualmente in gestione e quali strategie di investimento risulteranno più in linea con le nuove condizioni dettate dal contesto macroeconomico e dai mercati finanziari? Come queste variabili influenzeranno i risultati raggiunti dai player istituzionali nel 2021?