Effetto dazi e stagnazione: cosa attendersi per il 2026

Convegno di Fine Anno

Dopo l’annuncio dei dazi da parte di Trump, avvenuto il 2 aprile 2025 durante il cosiddetto Giorno della Liberazione, l’incertezza a livello globale è aumentata vertiginosamente. Queste misure introdotte dagli Stati Uniti rischiano di avere significativi effetti negativi sul commercio internazionale e, di conseguenza, sulla crescita economica globale, colpendo in particolare i partner commerciali storicamente più legati agli Stati Uniti, come il Canada, Messico, Cina, Giappone e Unione europea. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, tra i Paesi europei più esposti ai nuovi dazi figurano Germania (con 174 miliardi di dollari in esportazioni verso gli Stati Uniti), Irlanda (79,1 miliardi) e Italia (70,1 miliardi).

Un’altra incognita, sempre di matrice statunitense, riguarda l’indipendenza della Federal Reserve, messa a dura prova dai ripetuti attacchi del presidente americano. Una banca centrale meno indipendente rischia di orientare la propria politica monetaria secondo le esigenze del governo, favorendo tassi d’interesse più bassi e misure espansive. Tutto ciò avviene in un contesto già delicato e instabile, segnato da tensioni geopolitiche persistenti, crescenti debiti pubblici a livello globale, invecchiamento della popolazione e da un’inflazione globale che potrebbe ripartire.

Gli effetti negativi sulla crescita economica globale di questi interventi emergono già nelle stime aggiornate al ribasso del Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook. Se lo scorso anno le previsioni per il 2025 prevedevano una crescita globale di 3,2 punti percentuali (con gli Stati Uniti al 2,2%, l’area euro all’1,2% e l’Italia allo 0,8%), le ultime proiezioni indicano, per il 2025, una crescita globale inferiore di 0,3 punti percentuali pari a 2,9% (confermata anche per il 2026), con la zona euro ferma all’1% (1,2% per il 2026) e l’Italia allo 0,6% (0,7% per il 2026).

Questi i principali temi affrontati nel corso del Convegno di Fine Anno che, come ormai da tradizione, conclude le attività istituzionali di Itinerari Previdenziali, con l’obiettivo di fare il punto sui risultati consolidati dagli investitori istituzionali per il 2025 e sulle aspettative per il prossimo anno. Il dibattito sarà condotto lungo una duplice prospettiva, quella economico-finanziaria e quella legislativa. La prima finalizzata a valutare le condizioni che influenzeranno i mercati e lo sviluppo nazionale e internazionale, nonché quelle che determineranno le opportunità di investimento anche nell’economia reale domestica; la seconda, invece, in un’ottica di più lungo periodo, porrà l'accento sulla necessità di un quadro normativo stabile ed efficace, anche alla luce delle proposte che potrebbero essere inserite nella prossima Legge di Bilancio in materia di previdenza: dalle possibili novità in materia di investimenti per le Casse di Previdenza ai meccanismi di incentivazione delle adesioni e di erogazione delle rendite per i fondi pensione, passando per la fiscalità.

L'evento, dunque, si propone come un momento di riflessione e dialogo che, grazie alla possibilità di interloquire con i rappresentanti dei principali player istituzionali italiani, concorra insieme al dibattito politico alla delineazione della strategia di ammodernamento del sistema di welfare del nostro Paese alle prese con la più grande transizione demografica di tutti i tempi.
 

Il convegno è a porte chiuse e la partecipazione strettamente su invito. Per informazioni, potete contattarci via e-mail all'indirizzo: info@itinerariprevidenziali.it