Assicurazioni: crescono l'interesse per i mercati privati e il focus sulla sostenibilità
Dopo la contrazione registrata nel 2022-2023, torna a crescere la raccolta premi del settore Vita, che si trova ora ad affrontare le turbolenze dei mercati, con una duplice modalità: maggiore diversificazione anche verso strumenti di private market, e focus sulla sostenibilità, utile anche a una gestione più efficace del rischio
Il fenomeno dellinvecchiamento della popolazione porta con sé, tra le altre cose, un incremento delle necessità di protezione contro i rischi legati alletà avanzata, con il comparto assicurativo chiamato a soddisfare la crescente domanda di reddito stabile e privo di preoccupazioni che arriva da una quota maggiore di pensionati. Il settore Vita, infatti, rappresenta storicamente uno strumento centrale per diminuire lincertezza del futuro e rafforzare la formazione di risparmio, oltre a essere una risposta alle esigenze di pianificazione e protezione del proprio patrimonio.
Dopo la contrazione registrata nel biennio 2022-2023, lo scorso anno la raccolta premi del settore assicurativo italiano è tornata a crescere nei rami Danni (+7,9%) ma soprattutto in quelli Vita (+19,9%). Complessivamente i premi raccolti nel 2024 da tutte le imprese operanti nel nostro Paese sono aumentati del 16,2% sfiorando i 170 miliardi, rispetto al calo dell1,2% segnato nel 2023. In particolare, con riferimento alle sole imprese nazionali e alle rappresentanze di imprese extra-europee, la raccolta premi nei rami Vita ha superato i 110 miliardi, in aumento del 19,5% (-3,5% nel 2023) e trainati principalmente dal +50% delle polizze unit-linked (ramo III) e dal +11% delle polizze sulla Vita (ramo I).
Risultati che si inseriscono in un quadro in miglioramento rispetto allanno precedente, complice anche la parziale diminuzione dei tassi di interesse, ma che ora si trovano a dover fare i conti con le nuove turbolenze sui mercati finanziari. Secondo la Global Insurance Survey annuale di Goldman Sachs Asset Management, tra i principali rischi per i portafogli assicurativi al primo posto torna linflazione (52%), seguita dai timori per una recessione negli Stati Uniti (48%), dalla volatilità dei mercati (47%), dalle tensioni geopolitiche (43%) e da dazi e dispute commerciali (32%).
Anche per queste ragioni, sottolinea la survey, gli assicuratori stanno aumentando la propria esposizione verso asset class con un potenziale di rendimento più elevato e una maggiore diversificazione, confermando linteresse nei private market. In base ai risultati della settima edizione dellindagine sulle politiche di investimento SRI dei player istituzionali curata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, tra le forme di investimento principali delle Compagnie di Assicurazione i FIA si confermano al secondo posto con il 91% delle preferenze (dietro alle sole obbligazioni con il 95%), in aumento rispetto all82% dello scorso anno. Ciononostante, il 57% dei rispondenti si dichiara intenzionata ad aumentare la propria esposizione verso fondi alternativi in futuro (erano il 50% nel 2024). Tra le altre forme di investimento preferite si riscontrano i fondi comuni e le azioni, utilizzati entrambi dall86% dei rispondenti, seguiti dagli ETF scelti dall81% del campione. Osservando le intenzioni future di investimento, le obbligazioni si confermano lo strumento prediletto con il 91% delle preferenze, seguite da azioni ed ETF entrambi al 62% e, come detto, dai FIA (57%).
Figura 1 Gli investimenti delle Compagnie di Assicurazione: presente e intenzioni future a confronto
Fonte: Quaderno di Approfondimento 2025 - ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani
Pur in un contesto dominato da incertezza, inoltre, le Compagnie di Assicurazione confermano il proprio impegno sui temi legati alla sostenibilità, con ladozione di una politica formale SRI da parte del 95% del campione. Una scelta motivata nell80% dei casi proprio dalla necessità di gestire in maniera più efficace i rischi finanziari, tanto più che anche nelle valutazioni ex post dellapplicazione di tali politiche limpatto maggiore risulta essere la diversificazione del rischio (74%), sebbene solo il 33% dei rispondenti ritenga che la componente ESG abbia mitigato il rischio complessivo del portafoglio durante le turbolenze dei mercati finanziari.
Inoltre, le Compagnie si stanno dotando sempre di più al loro interno di figure con competenze specifiche rispetto agli investimenti ESG: infatti il 67% ha una risorsa o addirittura un intero team dedicato e il 24% gestisce comunque internamente i processi ESG, pur senza aver indentificato una risorsa specifica. Valori questi che si discostano significativamente da quelli rilevati per lintero panorama delle altre tipologie di investitori istituzionali (Casse di Previdenza, Fondazioni di origine Bancaria, fondi pensione negoziali e preesistenti), per i quali la percentuale di chi è dotato di figure interne è solo del 14%, mentre il 45% degli enti si avvale di un supporto esterno. Anche rispetto al tema della trasparenza le Compagnie si rivelano particolarmente attente: tutte le Compagnie, con leccezione di un solo intervistato, pubblicano un documento che illustra le caratteristiche della politica SRI (escludendo il comporto assicurativo, a livello aggregato tra le altre tipologie di investitori la percentuale è ferma al 34%). La medesima attenzione si riscontra nella redazione di un documento di rendicontazione delle strategie, prassi che coinvolge 80% delle Compagnie contro il 24% rilevato per laggregato delle altre tipologie di investitori.
Passando alle strategie utilizzate, tra quelle di cui si avvalgono maggiormente le Compagnie di Assicurazione al primo posto si confermano le esclusioni con il 95% delle preferenze, seguite a pari merito da convenzioni internazionali e da best in class, entrambe al 70% e in forte crescita rispetto alle rilevazioni precedenti. Deciso balzo in avanti anche per strategie più attive come lengagement (60%), mentre limpact investing rimane nella parte bassa della classifica per diffusione.
Figura 2 Le strategie di investimento sostenibile adottate
Fonte: Quaderno di Approfondimento 2025 - ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani
Volgendo lo sguardo al futuro, il 62% delle imprese assicuratrici rispondenti dichiara di voler incrementare la propria esposizione agli investimenti sostenibili sia tramite lacquisto diretto di strumenti finanziari sia tramite il ricorso a mandati di gestione, seppure in percentuale minore (39%). I settori verso cui dovrebbero essere indirizzate maggiori risorse si confermano in linea con quelli indicati lo scorso anno: al primo posto sempre il mercato delle energie rinnovabili, indicato dal 92% delle Compagnie che intendono aumentare lesposizione a investimenti sostenibili, e, a seguire, la Silver Economy, con il 38% a pari merito con il 31% lhealthcare e la tecnologia.
Bruno Bernasconi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
12/5/2025