Le Fondazioni e la valorizzazione delle comunità

Grazie a un'attenta gestione delle risorse finanziarie e all'attività erogativa che le contraddistingue, le Fondazioni di origine Bancaria contribuiscono quotidianamente a valorizzare le dotazioni "patrimoniali" di cui dispongono le comunità di riferimento: un impegno che, spaziando dal capitale umano e sociale al patrimonio culturale e paesaggistico, ne conferma il ruolo cruciale nello sviluppo del Paese

Giorgio Righetti

Secondo il dizionario Treccani, valorizzare significa “Mettere in valore, conferire o accrescere valore a qualche cosa”.

Quando si parla di Fondazioni di origine Bancaria, la cosa più intuitiva, con riferimento alla valorizzazione, è il patrimonio finanziario. Le Fondazioni di origine Bancaria sono dotate di un patrimonio finanziario, costituitosi nei secoli all’interno delle comunità di riferimento, e, attraverso la gestione dello stesso, hanno l’obiettivo di valorizzarlo, producendo un reddito funzionale al perseguimento dei propri scopi statutari e, al tempo stesso, salvaguardandone e possibilmente accrescendone la dimensione a beneficio delle generazioni future.

Tutto qui? No, perché questa è solo la base di partenza o, per meglio dire, una condicio sine qua non, peraltro, già di per sé, complessa da conseguire. La valorizzazione del patrimonio finanziario è, infatti, un processo funzionale al perseguimento dei propri scopi statutari che, indipendentemente da come vengano declinati nel dettaglio, sono quelli di valorizzare le comunità di riferimento delle Fondazioni, accrescendone il benessere e fronteggiando le problematiche più significative. E per fare questo le Fondazioni, che vantano oramai un’esperienza ultratrentennale, lavorano cercando di valorizzare quei patrimoni che non sono di proprietà, ma risiedono nelle comunità in cui operano.

Si fa riferimento, in primo luogo, al patrimonio culturale e paesaggistico che caratterizza ogni angolo del nostro Paese, dalle grandi città ai borghi meno conosciuti. Attraverso le ingenti risorse che le Fondazioni mettono in campo ogni anno, questa ricchezza in dotazione alle comunità di riferimento, trova l’opportunità di essere accudita e accresciuta, attraverso restauri, interventi di rigenerazione urbana, eventi culturali, azioni di tutela del paesaggio, progetti di rivitalizzazione dei borghi in abbandono. E si potrebbe continuare a lungo, considerando che in questo ambito le Fondazioni, ogni anno, sostengono circa 8.000 interventi con oltre 250 milioni di euro. 

C’è poi un altro importante patrimonio in dotazione delle comunità, che è quello che alberga in ogni singola persona che le popolano. Si tratta di quello che è comunemente definito il capitale umano. Questo patrimonio, emerso o potenziale, trova nelle Fondazioni attente custodi e illuminate sperimentatrici.

La loro azione, in questo vastissimo campo, punta, da una parte, a rimuovere gli ostacoli che impediscono, a tanti minori e giovani, di poter fruire di processi educativi e formativi qualificati e qualificanti, al fine di evitare che una parte della cittadinanza resti, nel presente e nel futuro, esclusa dall’opportunità di miglioramento delle proprie condizioni. In questo ambito, è sufficiente citare la partnership pubblico-privato sociale rappresentata dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, alimentato con circa 800 milioni di euro dalle Fondazioni di origine bancaria, assistite da un credito d’imposta. Si tratta di una straordinaria e innovativa operazione di condivisione di obiettivi, risorse e competenze tra Governo, Fondazioni di origine Bancaria e Terzo Settore, giunta oramai al decimo anno di vita, grazie all’impegno delle Fondazioni e alla lungimiranza di ben quattro diversi governi che sin sono succeduti e che hanno creduto in questa iniziativa. La positiva esperienza è poi stata replicata dal Fondo per la Repubblica Digitale che vede nuovamente Governo e Fondazioni in prima linea per accrescere le competenze digitali del nostro Paese. Dall’altra parte, l’azione delle Fondazioni sulla valorizzazione del capitale umano si dipana attraverso innumerevoli azioni di rafforzamento degli strumenti e dei percorsi formativi a beneficio dei soggetti con maggiore potenziale, cui dare la possibilità di accesso a opportunità professionali di rilievo, con positive ricadute sui processi di sviluppo delle comunità e del Paese.

La terza azione di valorizzazione messa in campo dalle Fondazioni riguarda il capitale sociale, cioè quell’insieme di reti relazionali, fiducia reciproca e agire comune che consente alle comunità di perseguire obiettivi condivisi per accrescere il proprio benessere, la coesione sociale e la cura dei soggetti più fragili. In questo campo le Fondazioni agiscono in stretta relazione con le numerosissime realtà del Terzo settore che popolano e animano le nostre comunità, fornendo loro un sostegno preziosissimo per la meritoria azione che esse svolgono in tutti i campi dell’agire sociale.   

Da questo breve spaccato, che lo spazio a disposizione non consente di approfondire e dettagliare, ma che sarà oggetto di dibattito in occasione dell’Annual Meeting del 2025 di Varignana, organizzato da Itinerari Previdenziali in collaborazione con Acri, si può ben intuire il complesso e delicato ruolo che le Fondazioni svolgono per accrescere il valore delle dotazioni “patrimoniali” delle comunità e del Paese, cui esse si dedicano quotidianamente, con impegno e senso di responsabilità.

Giorgio Righetti, Direttore Generale Acri

10/4/2025

 
 

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