L'ISEE e la fabbrica dei poveri: le novità per il 2025
Le recenti modifiche all'Indicatore della Situazione Economica Equivalente hanno mandato in fibrillazione molti italiani, anche perché l'ISEE e le agevolazioni correlate interessano ormai quasi il 60% della popolazione. Un dato che, insieme agli indicatori di povertà, deve far riflettere un Paese in cui la spesa assistenziale continua a crescere senza risultati apparenti
È proprio il caso di dire che più di mezzo Paese Italia è in fibrillazione per le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio del 2024 allISEE, l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, utilizzato per determinare l'accesso a varie prestazioni sociali agevolate per individui e famiglie. Il regolamento per la determinazione dellISEE è stato infatti modificato con il DPCM n. 13 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 gennaio, con entrata in vigore al 5 marzo ma il Ministero del Lavoro, nella stessa data, ha emesso un comunicato in cui precisa che il nuovo modello di DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) sarebbe stato varato entro 30 giorni. Quindi, entro il 4 aprile se tutto andasse bene.
Il problema è che lISEE, dicono CAF e patronati, lo ha già presentato il 95% dei soggetti interessati visto che lo scorso 28 febbraio scadeva il termine per aggiornare lISEE per lAUUF (lAssegno Unico Universale per i Figli), e molte famiglie hanno quindi già reso la prima dichiarazione. Secondo i CAF, sarà il caos tra un mese, quando arriverà il nuovo modello di DSU, perché almeno il 70% degli interessati chiederà di modificare la prima dichiarazione fatta e, a oggi, non è chiaro se quelle già fatte vanno rifatte on line o fisicamente. La cosa certa è che i CAF possono fare la DSU con le nuove regole solo per chi lha presentata dopo il 5 marzo, quando è entrato in vigore il decreto. Al di là della solita confusione allitaliana, quello che fa riflettere è lentità di questo strumento e il numero enorme di persone e famiglie che coinvolge.
LISEE è lindicatore, in vigore dal 1998 (L.109/1998), che serve per valutare la situazione economica dei nuclei familiari per laccesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie in denaro o servizi erogate da comuni, province, regioni e le varie istituzioni statali, e serve anche per lapplicazione di tariffe differenziate in relazione alla condizione economica. Il calcolo dellISEE per definire le soglie per laccesso alle agevolazioni e prestazioni assistenziali si basa sulla somma del reddito complessivo del nucleo familiare percepito negli ultimi 12 mesi, più il 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare; la cifra così ottenuta si divide per il parametro della scala di equivalenza tarato sul numero di componenti del nucleo familiare: con 1 solo componente il parametro è uguale a 1,00 che diventa 1,57 con 2 componenti, 2,04 con 3, 2,46 con 4 e 2,85 con 5 componenti più un ulteriore 0,35 per ogni persona oltre i 5. Quindi anche un reddito medio-alto con una famiglia numerosa, può dare un Isee utile per avere alcune agevolazioni. Il calcolo è fatto direttamente dallINPS che elabora lISEE sulla base delle DSU presentata dagli interessati.
La novità della Legge di Bilancio per lISEE prevede lesclusione dal calcolo dei titoli di Stato e degli strumenti di risparmio postale nel limite di 50.000 euro; nel calcolo del reddito del nucleo familiare non si considerano poi i trattamenti assistenziali erogati per disabilità; viene inoltre introdotta unulteriore detrazione fino a un massimo di 7.000 euro (incrementati di 500 euro per ogni figlio successivo al secondo) per i nuclei che vivono in case in affitto. Ci sono poi una serie di ulteriori agevolazioni nel calcolo ISEE, introdotte nel tempo, che hanno notevolmente ampliato la platea dei beneficiari. Nel 2012, dopo il salva Italia di Monti, sono state presentate a fini ISEE oltre 6 milioni di DSU pari a circa di 5 milioni e mezzo di nuclei familiari e a circa il 30% della popolazione. Nel 2022, dopo lassestamento del 2021, è ripresa la crescita iniziata già a partire dal 2019, raggiungendo il massimo storico del numero di DSU dallintroduzione dellISEE: 11,3 milioni (+19% rispetto al 2021), relative a 9,3 milioni di nuclei familiari e a oltre 26 milioni di italiani; in pratica, 1,5 milioni di famiglie e 5 milioni di persone in più rispetto al 2021, che portano i tassi di copertura dellISEE rispettivamente al 35,5% delle famiglie e al 45,0% della popolazione residente (erano il 29,3% e il 36,2% nel 2021). Nel 2023 e 2024 il numero dei beneficiari, anche grazie alle più favorevoli modalità di calcolo e soprattutto alla maggiore quantità di agevolazioni ottenibili, tra cui quelle relative alle bollette elettriche o il passaggio al servizio delle tutele graduali che riguarda ben 11 milioni di utenti fragili, è aumentato tanto che per il 2025 si potrà arrivare a quasi il 60% degli italiani. La cifra è coerente con il recente studio Itinerari Previdenziali sulle dichiarazioni dei redditi relativi al 2022 (ultimo anno disponibile) dal quale emerge che appunto il 60% degli italiani paga solo l8% dellIRPEF, che vale 189,31 miliardi di euro, mentre il 24,74% è pressoché autosufficiente e il 15,26% degli italiani si sobbarca circa il 64% di tutta lIRPEF. Giusto per capire, per garantire la sola assistenza sanitaria a questo 60% di popolazione la differenza tra lIRPEF pagata e il costo della sanità è di 60 miliardi che sono a carico del restante 40% e del debito pubblico; poi cè tutto il resto: istruzione, viabilità, sicurezza, amministrazione ecc.
La domanda che ci si pone è la seguente: è sostenibile una situazione in cui il 60% della popolazione consuma servizi, a partire dalla scuola, sanità e assistenza sociale, senza pagare nulla? E per quanto tempo può durare? È pensabile che i cosiddetti fragili siano la maggioranza della popolazione come fossimo un Paese emergente? Ancora oggi lItalia è uno dei pochi Paesi che non ha una banca dati dellassistenza, cioè lo Stato non sa quali assistenze erogano comuni, province, comunità montane, regioni, fisco, INPS, Inail ecc. Possibile che con linformatica che controlla tutti i nostri conti correnti non si riesca a sapere quanta assistenza riceve un individuo o una famiglia? Nel 2008 con 73 miliardi di spesa i poveri assoluti erano 2,1 milioni e i relativi, 5,7 milioni; oggi, con 165 miliardi di spesa per assistenza a carico della fiscalità generale e un mare di altre agevolazioni ISEE, tra cui lAUUF (la paghetta di Stato), i poveri assoluti e relativi sono rispettivamente 5,7 milioni e 8,7. Laltra domanda che si dovrebbero porre tutte le forze politiche è perché, a fronte di un aumento di quasi il 240% della spesa sociale, i poveri sono quasi triplicati e i richiedenti ISEE continuano a moltiplicarsi. Non è che lISEE più che aiutare a ridurre la povertà sia la fabbrica dei poveri?
Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
7/4/2025