Fondi pensione aperti, cosa aspettarsi dal prossimo ciclo

Tensioni geopolitiche e impennate inflattive rendono l'attuale scenario economico-finanziario piuttosto difficile da decifrare per i player istituzionali, e i fondi pensione non fanno eccezione: come muoversi al meglio sui mercati (tenendo anche conto dell'ottica di lungo periodo che ne caratterizza gli investimenti)? 

Leo Campagna

Inflazione senza soluzione di continuità con le Banche Centrali determinate a riportare i prezzi al consumo intorno al 2% a tutti i costi, anche se dovesse comportare una recessione. Guerra in Ucraina che non accenna a finire e prezzi del gas sempre su livelli decisamente superiori a 12 mesi fa, con implicazioni significative sui bilanci delle imprese e delle famiglie. Tensioni geopolitiche sempre più preoccupanti con pesanti impatti sulle catene di approvvigionamento globale.

In questo scenario è più che comprensibile un sentiment negativo degli investitori che hanno sempre meno certezze per le loro scelte di investimento. A questo proposito, due elementi sembrano emergere: il primo è che sarà sempre più indispensabile apportare modifiche tattiche in funzione degli andamenti macroeconomici; il secondo è che cruciale l’orizzonte temporale d’investimento. In quest’ottica, secondo alcuni esperti, se l’orizzonte è a 12 mesi (settembre 2023), il consiglio è che nelle fasi di rialzo di Borsa occorre vendere e alleggerire le posizioni azionarie: il motivo? L'elevata probabilità di una recessione negli Stati Uniti con la Federal Reserve ancora non pronta a tagliare i tassi. Se, invece, l’orizzonte è a 24 mesi, i ribassi degli indici azionari possono offrire opportunità di acquisto, sebbene senza esagerare e con un'accurata selezione dei settori e dei titoli. Le ragioni, in questo caso, sono da ricercare nel fatto che, a settembre 2024, l’inflazione dovrebbe essere rientrata intorno al target del 2%, l’economia in ripresa e le presidenziali americane imminenti: un contesto che dovrebbe consentire al mercato azionario e a quello del reddito fisso di trovarsi su livelli più alti degli attuali.

Nel caso dei fondi pensione, tuttavia, l'orizzonte temporale non può essere di breve periodo ma almeno di medio se non lungo e lunghissimo termine. Per questa ragione vale la pena ripercorrere quanto accaduto negli ultimi 8 anni che, di solito, sono la lunghezza di un ciclo di Borsa: dal 31 agosto 2014 al 31 agosto 2022, i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno reso in media il 13%. Molto meglio della media i comparti azionari (+34,8%) e quelli bilanciati (+17,1%), mentre sotto la media sono finiti i bilanciati obbligazionari (+8,9%) e gli obbligazionari (+2,6%). Fare previsioni per i prossimi 8 anni è sempre difficile ma è probabile che la forbice tenda a ridursi, con gli obbligazionari che potrebbero offrire un rendimento leggermente superiore agli ultimi 8 grazie al rialzo dei rendimenti da inizio anno, mentre gli azionari potrebbero offrire rendimenti inferiori in quanto le valutazioni, anche dopo la correzione dai massimi, restano su livelli piuttosto sostenute.

Leo Campagna 

30/9/2022

 
 

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