Infrastrutture: scelta strategica di investimento grazie a transizione energetica e digitalizzazione
Quello delle infrastrutture è un comparto alla ribalta, guidato dalla centralità di sviluppo e potenziamento delle reti elettriche, e in grado di offrire performance solide e a volatilità contenuta e bassa correlazione agli indici azionari: ecco come, e perché, l'attuale fase a sconto può rappresentare un interessante punto d'ingresso per strategie di investimento di medio periodo
In un contesto di tassi di interesse in graduale riduzione, il settore delle infrastrutture torna sotto i riflettori.
Oggi rappresenta uno dei pochi comparti capaci di offrire protezione reale dallinflazione, stabilità dei flussi di cassa e visibilità di lungo periodo sugli utili. Secondo McKinsey & Company, per soddisfare il fabbisogno infrastrutturale globale serviranno oltre 106 trilioni di dollari di investimenti entro il 2040, pari a circa il 3,5% del PIL mondiale allanno. In questo scenario, la transizione energetica, la digitalizzazione e la rilocalizzazione industriale sono i tre driver che stanno rendendo il comparto sempre più determinante e strategico per i portafogli: le infrastrutture, infatti, sono asset tangibili, regolamentati e, spesso, indicizzati allinflazione, e proprio per questo offrono una copertura naturale contro shock macroeconomici e geopolitici.
Analizzando i diversi sotto-segmenti, il ciclo di investimento più visibile riguarda reti elettriche, sempre più determinanti per sostenere la crescita dei consumi legata allelettrificazione e allintelligenza artificiale. LAgenzia Internazionale dellEnergia stima che serviranno 600 miliardi di dollari lanno solo per mantenere stabili i sistemi elettrici globali. Grandi utility come NextEra Energy e Duke Energy stanno già aumentando i propri piani di investimento di oltre il 30% per il periodo 2025-2030 mentre, in Europa, player come Terna, National Grid, E.ON, Scottish and Southern Energy e Red Eléctrica stanno beneficiando dei programmi pubblici per la resilienza delle reti e lintegrazione delle rinnovabili. In parallelo, si stanno affermando anche nuove infrastrutture ibride come data center alimentati da energia pulita e sistemi di accumulo (BESS) che uniscono mondo digitale ed energia, diventando la spina dorsale del futuro energetico globale.
Dal punto di vista dei rendimenti, le infrastrutture continuano a offrire numeri solidi: performance storiche tra il 7 e il 10% annuo per isoggetti quotati, volatilità inferiore alla media dellazionario globale e una bassa correlazione con i principali indici. Le prospettive attuali potrebbero essere ancora migliori grazie a tre elementi principali: la crescita esponenziale dei Capex pubblici e privati, i meccanismi di remunerazione regolata legati allinflazione e la compressione dei multipli avvenuta dopo il rialzo dei tassi. Molte società come RWE ed ERG inEuropa o AES Corporation e NextEra Energy in Nord America - scambiano ancora a sconto del 2025% rispetto ai livelli pre-2022, nonostante fondamentali in miglioramento e guidance di crescita degli utili tra il 6 e il 10%. Per chi guarda al medio periodo, questa fase potrebbe quindi rappresentare un punto dingresso interessante, in vista di una ripresa dei flussi verso gli asset reali.
Come per ogni strategia di investimento di lungo periodo, esistono anche alcuni fattori di rischio da tenere presente. Tra questi, il principale resta quello regolatorio e politico, con possibili incertezze legate allallungamento dei tempi autorizzativi, allincertezza sulle tariffe di remunerazione e alla volatilità delle politiche industriali, per alcuni Paesi. Anche laumento dei costi del capitale ha penalizzato i titoli più indebitati.
Lo scenario potrebbe, però, presto cambiare: con il rientro dellinflazione e il prossimo, previsto taglio dei tassi da parte delle banche centrali, il settore potrebbe beneficiare di una forte rivalutazione. In particolare, negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve appare sempre più vicina a un ciclo di tagli consistenti, si potrebbe assistere a un recupero rapido e a unaccelerazione dei ritorni, soprattutto per le società esposte a infrastrutture regolamentate e reti energetiche critiche.
Le infrastrutture si confermano, quindi, come una scelta strategica, con un profilo rischio/rendimento molto favorevole nel medio periodo ecapaci di offrire stabilità, redditività e unesposizione diretta anche ai grandi trend della trasformazione economica globale.
Luca Moro, Chief Investment Officer del fondo SpesX di FIEE Sgr
19/11/2025
