Risorse naturali, asset reali a prova di inflazione

Gli asset reali, come farmland e timberland, al contrario di mercati azionari e obbligazionari, evidenziano storicamente una correlazione positiva e costante tra i propri rendimenti e l'inflazione: tra il 1991 e il 2021, lo spread medio rispetto all'inflazione è stato del 6,9% per i terreni boschivi e dell'8,5% per quelli agricoli 

a cura di Nuveen

Dopo tre decenni di inflazione contenuta, l’attuale contesto inflazionistico rappresenta una sfida e un’opportunità per i portafogli di investimento. Di fronte all'aumento del rischio di inflazione, infatti, il rendimento reale viene compromesso, spingendo gli investitori a considerare un riposizionamento dei portafogli. “I rendimenti delle classi di attività tradizionali, come le obbligazioni e le azioni, tendono a essere più sensibili all'aumento dell'inflazione, mentre si ritiene che gli asset reali la proteggano”, spiega Gwen Busby, Head of Research and Strategy di Nuveen Natural Capital. 

Figura 1 - Rendimenti medi annuali, volatilità e spread rispetto all'inflazione

Figura 1 - Rendimenti medi annuali, volatilità e spread rispetto all'inflazione

Fonte: Nuveen Natural Capital analysis

I mercati obbligazionari subiscono infatti l'impatto maggiore quando l'inflazione si impenna inaspettatamente, poiché fa scendere i prezzi. Ma anche i mercati azionari ne risentono per l’impatto su costo del capitale e premi per il rischio, senza contare la maggiore volatilità e gli effetti di politiche monetarie aggressive volte a contenere l'aumento dei prezzi, che possono portare a una crescita economica più debole. “Al contrario, gli asset reali hanno dimostrato una forte capacità di copertura dall'inflazione e i rendimenti a lungo termine hanno superato di gran lunga il tasso di inflazione", mette in chiaro Gwen Busby. Ciò è dovuto in parte al fatto che molte materie prime, come gli alimenti, le fibre e il legname sono tra i componenti nelle misurazioni dell’inflazione, come l’Indice dei prezzi al consumo (IPC), per cui l'aumento dei prezzi incrementa ricavi e rendimenti di cassa. Nel lungo periodo, i prezzi più elevati possono anche aumentare la componente di apprezzamento del capitale del rendimento, perché sono integrati nelle valutazioni degli asset. 

Figura 2 - Il differenziale di rendimento di Timberland sull'inflazione 
(in media, +6,9% su periodi di 10 anni) *

Figura 2 - Il differenziale di rendimento di Timberland sull'inflazione (in media, +6,9% su periodi di 10 anni) *

Fonte: Federal Reserve Bank of St. Louis; NCREIF; NNC Research

L’insieme di questi due meccanismi rafforza la correlazione positiva tra inflazione e performance di timberland e farmland. 

Va sottolineato che non tutti i terreni agricoli sono però uguali nella copertura dell'inflazione: le dinamiche e l’elasticità di domanda e offerta di una singola coltura influiscono sulla correlazione. Ad esempio, la correlazione positiva tra inflazione e colture a filari è più forte e costituisce una copertura più efficace rispetto alle colture permanenti. Nelle fasi di inflazione elevata, o più in generale sui lunghi periodi, i portafogli diversificati di terreni agricoli offrono un’ottima copertura dall'inflazione e non abbiamo osservato differenze dei terreni boschivi nel Sud rispetto al Nord-Ovest del Pacifico.

A tendere, prevediamo che gli asset legati alla terra ben posizionati per partecipare ai mercati ambientali e offrire sistemi di produzione sostenibili ed efficienti dal punto di vista delle emissioni, beneficeranno della crescita della domanda e del miglioramento dei prezzi. La transizione verso un’economia a basse emissioni aumenterà la domanda di alimenti, fibre tessili e legname certificati sostenibili ed efficienti dal punto di vista delle emissioni, sostenendo di rimando i prezzi di questi prodotti. Nel complesso, prevediamo che la correlazione positiva tra l’inflazione e la performance dei terreni agricoli e boschivi si mantenga nel tempo.

Accanto alla copertura dall’inflazione, gli asset reali offrono l’opportunità di introdurre maggiore diversificazione e garantiscono rendimenti competitivi costanti anche in condizioni di mercato volatili, poiché la domanda di legname e di colture agricole è relativamente anelastica e rimane costante nel corso dei cicli economici. Inoltre, gli investimenti in natural capital possono anche servire come fonte di reddito non tradizionale grazie alla generazione di crediti di carbonio certificati.

A seconda della strategia di investimento e degli obiettivi dell’investitore, i crediti possono essere conservati o utilizzati dal proprietario dell’asset naturale contribuendo al raggiungimento dei propri obiettivi netti.

I pagamenti per i servizi ecosistemici, come il sequestro e lo stoccaggio del carbonio, possono potenzialmente migliorare sia i risultati finanziari che l’impatto ambientale positivo degli investimenti legati al capitale naturale, che sono sempre più apprezzati. In generale, come asset class, gli investimenti in capitale naturale, come i terreni boschivi e agricoli, presentano la minore intensità media di carbonio (o emissioni nette di CO2 per dollaro investito) tra le classi di attivo alternative e tradizionali. L’allocazione degli investimenti su timberland e farmland, con un profilo di emissioni netto negativo, può bilanciare i settori ad alta intensità di emissioni all’interno di un portafoglio istituzionale, aiutando a raggiungere gli obiettivi climatici in modo efficiente e senza dover sacrificare inutilmente i rendimenti.

 a cura di Nuveen

8/3/2023


Le performance passate non costituiscono una previsione né una garanzia dei risultati futuri. Come classe di attivo, gli investimenti in Farmland sono meno sviluppati, meno liquidi e meno trasparenti rispetto alle asset class tradizionali.

 
 
 

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