SFDR e tassonomia essenziali per l'ESG

Gli esperti di Generali Investments sottolineano che le dinamiche regolamentari sono determinanti per il raggiungimento di un nuovo modello di finanza inclusiva e sostenibile. L'importanza del principio di "doppia materialità"

A cura di Generali Investments*

A decorrere dallo scorso 10 marzo è entrato ufficialmente in vigore il regolamento (UE) 2019/2088 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari SFDR (acronimo per Sustainable Finance Disclosure Regulation), che deriva dalla necessità di armonizzare la normativa comunitaria e aumentare la trasparenza a vantaggio degli investitori finali su questioni legate alla sostenibilità degli investimenti, non è però che l’ultima delle iniziative regolamentari con cui l’Europa – sicuramente apripista a livello mondiale in questo senso - sta spingendo l’acceleratore sull’implementazione dei criteri ESG (1) e, più in generale, sullo sviluppo di un nuovo modello di finanza maggiormente attento a conservazione dell’ambiente e rispetto dei diritti sociali. 

Uno scenario in rapida evoluzione con cui le società di investimento sono già chiamate a confrontarsi e lo saranno sempre di più nei prossimi mesi: il punto di vista di Generali Investments su presente e futuro degli investimenti sostenibili. 

 

Il regolamento SFDR è ormai realtà, secondo Generali Investments quale sarà la portata del cambiamento? Siete pronti ad affrontarlo? Lo chiediamo a Marta Pievani, ESG Senior Analyst di Generali Insurance Asset Management (2)

L’introduzione del Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation, SFRD), cui si aggiungerà quello sulla tassonomia UE 2020/952, sarà determinante per il raggiungimento di un nuovo modello di finanza inclusiva e sostenibile. Il confine tra investimenti sostenibili e tradizionali, che si poteva osservare fino al decennio scorso, scomparirà per lasciare spazio ad un mercato definitivamente imperniato sulla sostenibilità.

Già dal 2006 il Gruppo Generali applica dei filtri etici ai propri investimenti e dal 2010 attraverso un team di analisti ESG dedicato. Negli  ultimi anni le società di gestione del Gruppo hanno investito ulteriormente nel proprio rafforzamento strutturale costituendo un team di Investment Stewardship (IS) in Generali Insurance Asset Management dedicato all’attuazione di una filosofia di investimento volta a promuovere strategie di investimento socialmente responsabili e a garantire i più alti standard di gestione dei portafogli. 

In particolare, il team di IS si occupa di tre attività: active ownership (proxy voting ed engagement), analisi e integrazione ESG e impact investing. Tra queste attività esiste una sinergia che riteniamo sia fondamentale poter ritrovare anche nelle diverse iniziative regolamentari - mi riferisco, in particolare, alla Non-Financial Reporting Directive (NFRD), alla Shareholder Rights Directive II, alla Taxonomy Regulation e alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), ma anche alle iniziative regolamentari collegate. Tutte dovrebbero esprimere l’ormai noto principio di “doppia materialità” che considera l’impatto delle variabili ESG tanto sulle performance finanziarie che sulle attività di impresa in relazione all’ambiente e alla società. 

 

Marta. Impatto materiale, cosa significa e come modifica il processo d’investimento: criticità?

In qualità di gestore con un orizzonte di lungo periodo, Generali Investments (3) ha chiara l’importanza dell'impatto materiale dei fattori ESG sui rendimenti delle diverse classi di attivo. In particolare, in riferimento all’art 4 della SFDR, che richiede di rendicontare i principali impatti avversi, negativi o materiali derivanti dalle decisioni di investimento, Generali Investments (3) ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di solido rafforzamento della base dati ESG a disposizione dei nostri analisti e professionisti dell’investimento attraverso un progetto di ESG data implementation and ESG integration, per mitigare uno dei più importanti limiti dell’analisi ESG: la mancanza di dati facilmente accessibili e affidabili sul mercato.  

Tuttavia, nonostante le azioni intraprese, alcuni dati richiesti dal regolamento risultano a oggi inconsistenti e calcolati secondo metodologie divergenti (ad esempio, Emissioni Scope 3, CEO pay ratios). Ci aspettiamo che nei prossimi anni il mercato in modo da coprire efficacemente asset class fondamentali come quella dei titoli di Stato, il real estate o i private asset, i cui dati sono a oggi non comparabili a quelli disponibili per le analisi delle società emittenti.

 

…ma anche opportunità?

Riconosciamo comunque che la transizione verso un'economia a impatto zero generi anche delle opportunità di investimento nonchè la possibilità di mitigare i rischi finanziari e condividiamo le ragioni che portano oggi l’attenzione principalmente sulla gestione dei cambiamenti climatici. Tuttavia, le tematiche sociali e di governance sono state lasciate in secondo piano. Ne è la prova la scarsità dei dati messi a disposizione degli investitori. Riteniamo inoltre, che le considerazioni sulle questioni ambientali e sociali non possano seguire processi differenti dato che ogni impatto sull’ambiente è intrinsicamente correlato a questioni di tipo sociale. Crediamo quindi che la misurazione dell’impatto, positivo o negativo, debba scaturire dalla combinazione delle tre dimensioni dell’ESG: ambiente, sociale e governance. In Generali Investments (3) ovviamo a questa mancanza, facendo leva sulla nostra attività di proxy voting e di engagement, che ci permette di fornire input più completi per condurre le nostre analisi ESG. 

 

Chiediamo invece a Francois Humbert, Senior Engagement Specialist di Generali Insurance Asset Management. In questo panorama, che ruolo assumono le attività di Active Ownership?

Le attività di engagement e proxy voting assumono oggi un duplice significato, da una parte mantengono il tradizionale ruolo di istituti di mitigazione dei rischi a lungo termine, sia finanziari che non finanziari, attraverso la costante attenzione verso le tematiche di corporate governance, remunerazione e sostenibilità negli incontri con gli emittenti e le votazioni nelle assemblee degli azionisti, dall’altra arricchiscono l’analisi ESG con contenuti e opinioni, basate sull’esperienze e sulle conoscenze dei nostri analisti dedicati, che dunque rappresentano un vero e proprio valore aggiunto e che differenziano necessariamente i risultati delle nostre analisi da quelle dei provider abituali.

 

Ma in concreto, queste attività hanno davvero un’efficacia, misurabile?

Ottima domanda, chiaramente è impossibile definire con precisione l’impatto di un singolo voto in una data assemblea oppure riunione o quello di uno scambio di email con i manager di una specifica società. Al contrario, l’effetto positivo generato dalla sommatoria di queste attività, esercitate da una molteplicità di investitori istituzionali, è sotto gli occhi di tutti: basti pensare a come la disclosure non finanziaria sia migliorata, all’estrema attenzione rivolta oggi dalle società alle politiche remunerative aziendali e alle tematiche di sostenibilità. L’allineamento tra l’impegno sempre maggiore posto degli azionisti e una crescente pressione normativa ha profondamente mutato queste attività rispetto a pochi anni fa. In particolare, in Generali Investments, relativamente alle attività di engagement, abbiamo sviluppato un approccio tutto nostro, il cosiddetto “Partnership Engagement”.

 

Chiudo con una domanda a Gabriele Alberici, Head of Sales Italy di Generali Investments Partners (4), in conclusione: come si posiziona strategicamente Generali Investments in questo contesto?

Il focus, ormai consolidato, verso obiettivi comuni di sostenibilità ha generato un aumento della domanda di stategie ESG così forte da impattare sensibilmente le azioni commerciali degli asset manager. Secondo recenti dati diffusi da Morningstar (5), nel 2020 i fondi open-end ed ETF sostenibili hanno attirato in Europa, flussi netti per 233 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al 2019. 

Devo dire tuttavia che queste dinamiche non ci sorprendono affatto. Il nostro Gruppo applica rigorosi criteri ESG ai propri portafogli da 15 anni. Un percorso e un impegno amplificati dall’azione congiunta delle società specializzate che compongono la piattaforma multi-boutique di Generali Investments. 

Il risultato è un'offerta diversificata di strategie SRI su asset liquidi e illiquidi. Per citarne alcune:

  • Sycomore AM, tra i leader ESG in Europa, ha sviluppato strategie azionarie dedicate al tema dell’impatto sociale, della transizione ecologica ed energetica, della valorizzazione del capitale umano e di recente del tech responsabile
     
  • Generali Investments Partners gestisce da oltre un anno una strategia che investe in un portafoglio diversificato di titoli obbligazionari “green” legati al finanziamento di progetti con un impatto concreto e tangibile sull’ambiente.
     
  • Generali Global Infrastructure, specializzata investimenti infrastrutturali, seleziona opportunità di investimento capaci di generare un impatto positivo di lungo termine per la società, l’ambiente e le generazioni future guardando a settori fondamentali per il rilancio dell’economia.  
     
  • Infine Generali Real Estate Sgr, tra i maggiori investitori del settore immobiliare, integra metriche ESG in tutte le fasi del business per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità, e favorire una ripresa economica sostenibile. 

*A cura di Generali Investments

6/5/2021


(1) L’acronimo ESG sta per Environmental, Social and Governance

(2) Il nome complete della società è Generali Insurance Asset Management S.p.A. Società di gestione del risparmio

(3) In questo paragrafo con “Generali Investments” si intendono Generali Insurance Asset Management S.p.A. Società di gestione del risparmio che svolge le attività di gestione e di Investment Stewardship e Generali Investments Partners S.p.A. Società di gestione del risparmio  che svolge attività di gestione

(4) Il nome completo della società è Generali Investments Partners S.p.A. Società di gestione del risparmio

(5) Fonte: “European Sustainable Funds Landscape” realizzato da Morningstar, 3 febbraio 2021


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