Sostenere innovazione e produttività per un investimento win-win

Con il suo tessuto produttivo dominato dalle PMI, l'Italia è campionessa di eccellenze e aziende sostenibili: ecco perché sostenere innovazione e produttività può rivelarsi una scelta vincente, anche e soprattutto per i player istituzionali

a cura di Riello Investimenti Partners SGR

Il 2022 è iniziato nella convinzione generalizzata che sarebbe stato l’anno della ripresa dopo due anni di pandemia. Ciò cui abbiamo assistito in questa prima metà dell’anno è stato invece totalmente diverso e inatteso: mercati finanziari globali in pesante perdita, grandissima volatilità, inflazione crescente, costo delle materie prime in aumento, tensioni sulle fonti energetiche, problemi nelle catene di approvvigionamento, pressioni sui tassi, interventi delle principali Banche Centrali e previsioni di crescita riviste al ribasso. Uno scenario di questo tipo non era assolutamente prevedibile solo 6 mesi fa. E oggi, alla vigilia dei mesi più caldi dell’anno, aggiungiamo alla lista anche una nuova parola: siccità. Le temperature sono altissime già da settimane e gli effetti del cambiamento climatico si stanno facendo sempre più concreti ed evidenti, rendendo il tema della transizione energetica cruciale per il futuro.

In questo contesto, chi si occupa di investimento di portafoglio deve, da una parte, gestire la volatilità legata all’incertezza del presente e, dall’altra, cercare di ottenere rendimenti positivi, mantenendo al contempo il dovere fiduciario verso i propri stakeholder.

 

Gli strumenti

Uno dei modi per gestire la volatilità è affidare parte dei propri investimenti a strumenti per loro natura meno volatili, come gli investimenti in private capital. Il rapporto tra investimenti in capitali privati e investimenti sui mercati quotati è stato analizzato in uno studio effettuato da CAIA (Chartered Alternative Investment Association) e presenta dei risultati interessanti. Lo studio conferma quanto già noto, relativamente ai rendimenti: gli investimenti in capitali privati presentano un rendimento medio superiore rispetto ai mercati quotati, grazie al premio per l’illiquidità. Se guardiamo a un orizzonte di medio-lungo periodo (quello prediletto dagli “investitori pazienti”, tipicamente gli istituzionali), vediamo che un ideale portafoglio composto per il 60% da asset alternativi e per il 40% da investimenti sui mercati quotati azionari e obbligazionari, ha rendimenti annualizzati a 5, 10 e 15 anni superiori a un portafoglio composto esclusivamente da public market. Lo studio, inoltre, riporta due ulteriori risultati particolarmente utili da considerare in questo momento storico: a 10 e 15 anni, il portafoglio costituito da un mix di asset illiquidi e liquidi, non solo presenta rendimenti annualizzati superiori, ma registra anche volatilità e max drawdown inferiori. Ciò è particolarmente interessante, perché consente di guardare agli investimenti in private capital considerando i loro rendimenti aggiustati per il rischio.

Figura 1 - Portafogli a confronto

Figura 1 - Portafogli a confronto

Fonte: Fonte: «Portfolio for Future», CAIA Association (2022)

Il fattore caratteristico dei mercati privati, l’illiquidità, non è quindi un elemento di per sé negativo; anzi, in momenti di grande volatilità consente di mantenere l’investimento stabile e “protegge” dalla cosiddetta trappola dell’investitore irrazionale, che si verifica quando in mercati che scendono si è tentati di vendere ai minimi. Ciononostante, affinché l’illiquidità produca i suoi effetti migliori, è fondamentale che le redini della gestione di un fondo di private capital siano nelle mani di team fortemente competenti e dalla lunga esperienza. La gestione di un fondo di private equity, private debt o venture capital non si può improvvisare, ma richiede rigore nell’analisi degli investimenti e un approccio non solo finanziario, ma anche imprenditoriale, in grado di intervenire e supportare l’azienda target anche nella gestione di momenti di emergenza o di discontinuità.

 

Innovazione, produttività e sostenibilità

Anche la scelta dei settori e dei paesi su cui investire diventa determinante. Se guardiamo alle potenzialità legate al PNNR, per esempio, un investimento in Italia risulta molto interessante; e se pensiamo che la struttura produttiva italiana si basa per la maggior parte sulle piccole e medie imprese, allora appare evidente come un investimento in PMI italiane di qualità possa essere efficiente da tanti punti di vista. Non ultimo il fatto di contribuire a un circolo virtuoso: investire nell’economia reale del nostro Paese consente di supportare la produttività; maggiore produttività porta a maggior lavoro e maggiori consumi; maggiori consumi portano a maggiore crescita.

L’Italia è ricca di eccellenze, in particolare nei settori in cui l’export è molto forte: automazione industriale, meccanica di precisione, manifattura, design e agroalimentare sono i settori che in Riello SGR conosciamo meglio e sui quali riteniamo efficiente continuare a investire, perché sono nicchie di ricerca e innovazione e spesso rappresentano eccellenze nel mondo. L’Italia, infine, è ricca anche di eccellenze se pensiamo al “più macro di tutti i macro-trend”, cioè l’ESG. Secondo una recentissima indagine della Fondazione Symbola, “L’Italia in 10 selfie”, il nostro Paese è campione europeo in economia circolare, secondo in Europa per export di prodotti green, ha il settore agroalimentare con minore CO2 prodotta di tutta Europa ed è il primo Paese per indice di efficienza nell’utilizzo delle risorse, cioè è il Paese che, a parità di produttività, ha ridotto maggiormente il consumo di acqua, materie prime, energia ed emissioni di gas climalteranti. Se vogliamo combattere la siccità, questa è la strada.

Sostenere innovazione e produttività nel nostro Paese è quindi win-win.

Federica Loconsolo, Head of Business Development and ESG 
 Riello Investimenti Partners SGR      

7/7/2022

 
 
 

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