Partecipazione e qualità del lavoro: segnali positivi e sfide aperte
Nel 2024 il mercato del lavoro italiano migliora in partecipazione e stabilità, ma restano divari di genere, educazione scolastica, territorio (e con l'Unione Europea): istruzione e qualità del lavoro restano chiavi per sicurezza e inclusione
Un monitoraggio quantitativo, qualitativo e percettivo della partecipazione degli italiani sul mondo del lavoro per valutare la capacità del sistema occupazionale di garantire stabilità economica, soddisfazione e benessere: questa lanalisi offerta dal Rapporto Bes 2024: il benessere equo e sostenibile in Italia, dal cui quadro emerge un prospetto relativamente positivo del contesto italiano, al netto di alcune variabili chiaroscurali.
Nel 2024 il mercato del lavoro italiano continua a migliorare: il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni sale al 67,1% (ma lincremento di +0,8 punti rispetto al 2023 non basta a risollevare il Paese nel confronto alla media UE del 76,2%), con un aumento che ha riguardato in particolare le donne e i residenti con cittadinanza straniera, mentre il tasso di mancata partecipazione scende al 13,3% (-1,5 punti), grazie alla diminuzione sia dei disoccupati (-283mila) sia degli inattivi disponibili a lavorare (-149mila). Il Mezzogiorno è larea dove il calo è più forte, pur mantenendo valori tripli rispetto al Centro e quadrupli rispetto al Nord. Tuttavia, a volere proporre anche in questo caso un confronto europeo, lItalia rimane nel gruppo di Stati in cui nel secondo trimestre del 2025 si è registrato il maggior aumento nella capacità inutilizzata del mercato del lavoro (+0,4%).
Figura 1 - Tasso di occupazione 20-64 anni per sesso, età, ripartizione geografica, cittadinanza e titolo di studio (anno 2024)
Fonte: Rapporto Bes 2024, Istat
Dal Rapporto emerge quanto in ambito occupazionale il livello di istruzione resti decisivo, sebbene non sempre assicuri laccesso a una professione che richieda un titolo di studio medio alto: i laureati tra i 25 e i 64 anni hanno un tasso di occupazione dell84,7%, ben sopra a diplomati (74,0%) e persone con licenza media (55,1%). Listruzione riduce anche divari di genere e territoriali: tra laureati e laureate il gap è di soli 7,2 punti, mentre nel Mezzogiorno la distanza rispetto al Centro e al Nord scende a 8,9 e 11,1 punti. Le opportunità occupazionali per chi raggiunge un titolo terziario rimangono comunque inferiori a quelle medie europee: il tasso di occupazione dei laureati nellUE27 (87,8%) è superiore a quello dellItalia di 3,1 punti, una differenza leggermente inferiore a quella osservata per coloro in possesso di un titolo secondario superiore e per chi ha al più un titolo secondario inferiore (4,3 punti e 4,1 punti). Inoltre, il confronto con lEuropa mostra un marcato svantaggio occupazionale per le donne italiane, che però diminuisce con laumentare del livello di istruzione. Tra le donne con basso titolo di studio il tasso di occupazione è 10,2 punti sotto la media UE27, divario che scende a 8,6 punti per chi ha un titolo medio e a 3,8 punti per le laureate.
Dal punto di vista contrattuale, i lavoratori a termine sono poco più di 3 milioni, in calo di 189 mila unità (-5,8%). Diminuiscono soprattutto i dipendenti a tempo determinato, mentre aumentano leggermente i collaboratori. Tuttavia, cresce la quota di chi ha un contratto a termine da almeno cinque anni (dal 18,1% al 19,4%), soprattutto tra i 35-44enni e 45-54enni. Calano anche le transizioni verso contratti stabili: 16,6% nel 2023-2024, contro 21,4% nel 2022-2023. A livello nazionale si registra anche un leggero aumento del lavoro irregolare, che passa dal 9,7% nel 2022 al 10,0% nel 2023, interrompendo un trend di diminuzione degli ultimi anni. Pur premettendo una riduzione generale del part-time, cè da sottolineare che il tempo parziale involontario scende per il quinto anno consecutivo all8,5% (-1,1 punti), ma resta molto più diffuso tra le donne (13,7% contro 4,6% degli uomini). Il titolo di studio incide molto: tra gli uomini il part-time involontario non supera il 6% per nessun livello di istruzione, mentre tra le donne va dal 21,2% tra le meno istruite al 7,1% tra le laureate. Ancora ampio, poi, il divario con lEuropa dove il part-time involontario viene attestato, in media, al 3,2%.
Per quanto riguarda la conciliazione famiglia-lavoro, il tasso di occupazione delle donne 25-49enni con almeno un figlio in età scolare, rispetto a quello delle donne senza figli, si attesta a 75,4 (+2 punti sul 2023). Come nei casi precedenti, anche in questambito il Mezzogiorno registra il valore più basso (71,9), mentre Centro e Nord raggiungono rispettivamente 79,9 e 79,7. Nuovamente, ha un impatto enorme la variabile istruzione: il rapporto occupazionale è 91,5 tra le laureate, 70,9 tra le diplomate e 56,6 tra chi ha al massimo la licenza media.
Infine, il Rapporto Bes 2024 si sposta sul piano soggettivo della dimensione occupazionale, rilevando che la quota di occupati molto soddisfatti del proprio lavoro (punteggio tra 8 e 10 su una scala da 0 a 10, con indicatori quali: guadagno, opportunità di carriera, numero di ore lavorate, stabilità del posto di lavoro, distanza casa-lavoro e interesse per il lavoro) è del 51,1%, leggermente sotto il 2023 (51,7%). Gli uomini risultano un po più soddisfatti delle donne (51,8% contro 50,1%): nello specifico, le maggiori differenze di genere emergono su opportunità di carriera e di retribuzione. Tra i lavoratori non qualificati la quota di molto soddisfatti scende al 34,0%, con una percezione di precarietà del 5,4%, mentre nelle professioni qualificate la soddisfazione sale al 59,5%, con insicurezza al 2,5%.
In conclusione, per riprendere le battute iniziali, i diversi indicatori del rapporto mostrano un mercato del lavoro in miglioramento, e soprattutto caratterizzato da una progressiva riduzione della mancata partecipazione. Tuttavia, restano criticità strutturali che sottolineano lurgenza di politiche attive volte a migliorare ulteriormente i tassi di occupazione e mirate a garantire opportunità più inclusive e stabili.
Federica Cirone, Itinerari Previdenziali
11/12/2025
