Fondi pensione, a caccia di opportunità nei mercati privati

Primo semestre dell'anno in rosso per i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore Itinerari Previdenziali: a pesare uno scenario economico-finanziario incerto, nel quale gli investitori possono però trovare opportunità guardando ai mercati privati

Leo Campagna

Chiusura di semestre in territorio ampiamente negativo per le linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali: la perdita media dal primo gennaio al 30 giugno di quest’anno si è attestata infatti al -9%. Peggio della media le linee a indirizzo azionario (-12,5%) e quelle bilanciate (-10%), mentre fanno meglio, seppur sempre in "rosso", le linee bilanciate obbligazionarie (-8,5%), garantite (-6,9%) e obbligazionarie (-7,4%).

Trovare fonti di rendimenti è davvero complesso nel contesto di un’inflazione persistente e di un’economia in rallentamento a ridosso della recessione. Inoltre, il rialzo dei tassi di interesse e i fondamentali potrebbero comportare un appiattimento dei rendimenti legati al beta. In questo scenario alcuni esperti consigliano di spingersi oltre i confini dei mercati finanziari tradizionali (azioni e obbligazioni) e guardare agli  investimenti alternativi e, tra questi, in particolare ai mercati privati.

Analizzando il mercato azionario statunitense, punto di riferimento a livello mondiale, negli ultimi due decenni il numero di società quotate in borsa si è dimezzato e, di conseguenza, si sono anche dimezzate le opportunità per gli investitori in azioni statunitensi. Tra gli anni Ottanta e Novanta, mediamente, una società sostenuta da un venture capital diventava pubblica entro 4 anni dalla sua nascita, mentre oggi la stessa tipologia di aziende rimane privata in media per 12 anni, o in alcuni casi per 15 e 20 anni. Nel frattempo, queste realtà crescono fino a diventare società con una capitalizzazione di mercato molto più grande con minori margini di ulteriore apprezzamento di valore una volta quotate sui listini. 

Questa nuova dinamica è stata determinata da una serie di fattori. A cominciare, per esempio, dalla scelta di evitare le sfide normative. Diventare una public company può essere oneroso e costoso: quindi, se le aziende possono evitarlo, scelgono di restare private più a lungo. In secondo luogo, le società che rimangono private più a lungo tendono a essere aziende tecnologiche ad alta crescita ed elevata innovazione e preferiscono non essere vincolate a rendere conto dei risultati trimestrali che, in alcune circostanze, potrebbero temporaneamente deludere le attese. Infine, e siamo forse al punto più importante, è stata resa disponibile da politiche monetarie ultra-espansive un'ingente quantità di capitale nei mercati privati.

In contesti di mercato incerti come quello attuale, i gestori attivi dovrebbero essere in grado di trarre vantaggio dalle dislocazioni macro e di negoziare interessanti punti di ingresso, ovvero riuscire ad acquistare titoli con un notevole sconto. Per questa ragione, i mercati privati sono complementari a un portafoglio tradizionale di azioni e bond quotati e possono offrire fonti di rendimento decorrelate.

Leo Campagna 

28/7/2022

 
 
 

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