Fondi pensione, alla ricerca di nuovo approccio di portafoglio

Inflazione persistente, tassi di interesse elevati e rischio di stagnazione: come ottimizzare la gestione di portafoglio nel nuovo contesto finanziario? Alcune considerazioni a partire dai recenti rendimenti registrati dai fondi aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali

Leo Campagna

Grazie al guadagno messo a segno nel primo trimestre di quest’anno (+2,7%) i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore di Itinerari Previdenziali hanno ridotto le perdite sulla distanza dei 12 mesi, ovvero dal 31 marzo 2022 al 31 marzo 2023. La loro performance media annua in generale si è attestata a -4,7%, con le linee azionarie (-2,7%) che evidenziano ribassi meno consistenti rispetto a quelle garantite (-5,8%) e a quelle obbligazionarie (-5,9%).

Infatti, dopo una sensibile correzione dei mercati finanziari (sia azioni che bond) nei primi nove mesi del 2022, c’è stato un recupero che è proseguito nel primo trimestre di quest’anno. Tra gennaio e marzo 2023, l’indice MSCI world delle Borse mondiali in euro è salito di quasi 6 punti percentuali e l’azionario Europa dell’8,4%. Le obbligazioni globali internazionali, invece, hanno registrato un aumento medio del 3,4%, mentre i titoli di Stato in euro si sono rivalutati in media del 2,6%. Il guadagno delle obbligazioni societarie euro di medio alta qualità (rating investment grade) è stato dell’1,72%, quello delle high yield euro dell’1,68% e quello dei titoli high yield in dollari USA dell’1,08%. 

Dal momento che sia le azioni che le obbligazioni hanno registrato un rally quest'anno, diversi investitori ritengono ancora validi gli approcci di portafoglio tradizionali, come ad esempio quello focalizzato sui listini azionari di tutto il mondo (per le linee a vocazione azionaria), quello diversificato sui diversi segmenti dei bond (per le linee ad indirizzo obbligazionario) e  il 60-40 (60% di azioni e 40% di obbligazioni) per i comparti bilanciati.

Peccato che questi approcci funzionassero al meglio quando entrambi gli asset tendevano al rialzo. Negli ultimi 15 anni, le azioni hanno mostrato una tendenza rialzista sia con una crescita economica robusta (sulla scia di maggiori aspettative di incremento degli utili aziendali) sia in presenza di una crescita negativa (che tende a comportare una maggiore liquidità iniettata sui mercati dalle Banche Centrali). Ora, tuttavia, la priorità degli istituti di credito centrali è assicurarsi che il carovita torni su livelli tollerabili, probabilmente non più tra l’1,5% e il 2%, ma quantomeno tra il 2% e il 3%. Quindi, non ci sarà più la liquidità delle Banche Centrali a svolgere il ruolo di salvagente ogni volta ci sarà un rallentamento economico e gli asset azionari torneranno a prezzare cicli economici e utili. 

Nel nuovo contesto, con inflazione persistente, tassi più alti più a lungo e rischio di stagnazione economica, è indispensabile allestire portafogli con approcci multi-asset, non soltanto per le gestioni bilanciate ma anche per quelle azionarie e quelle obbligazionarie: approcci capaci di ottimizzare la correlazione complessiva, diminuendo il ricorso alle fonti di rendimento direzionali (azioni e bond) e incrementando in modo tattico, ma strutturale, quelle non tradizionali come oro, materie prime, valute, megatrend e strategie alternative implementate in strumenti UCITS.

  Leo Campagna      

5/5/2023 

 
 

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