Fondi pensione e aziende, una sinergia da costruire

I fondi  negoziali sono enti bilaterali la cui governance è costituita da rappresentanze delle parti sociali di lavoratori e dei datori di lavoro. Nonostante ciò i sentimenti che le due parti hanno nei confronti dello strumento risultano spesso sin troppo distanti: come migliorare allora una relazione fondamentale per lo sviluppo della previdenza complementare? 

Nicola Barbiero

Fonti e Parti Istitutive sono termini che, è proprio il caso di dirlo, rappresentano le vere e proprie fondamenta di ciascun fondo pensione: si tratta a tutti gli effetti del nucleo centrale, punto di partenza e continuo riferimento nel quotidiano, scheletro di ogni fondo. Solitamente, per Fonti Istitutive vengono individuati i contratti collettivi nazionali o territoriali di lavoro (di primo o secondo livello), all’interno dei quali viene prevista la costituzione del fondo pensione e le modalità di finanziamento dello stesso (eventuale versamento del TFR, il contributo minimo che il lavoratore deve versare per vedersi riconosciuto il contributo del datore di lavoro). Le Fonti Istitutive sono sottoscritte dalle Parti Istitutive, tipicamente costituite dalle associazioni di rappresentanza dei lavoratori (sindacato di categoria o territoriale) e le associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro.

Il fondo pensione - negoziale - diventa, così, un ente bilaterale la cui governance è, e non potrebbe essere altrimenti, espressione delle Parti Istitutive che ne hanno previsto la costituzione. Il sentiment di ciascuna parte nei confronti del fondo si rivela però con una certa frequenza completamente diverso: i lavoratori spesso apprezzano i vantaggi riservati loro dal fondo pensione, mentre i datori di lavoro lo vivono in molti casi come un costo e, come tale, da minimizzare affinché il conto economico non ne venga negativamente influenzato.

Seguendo questa prospettiva, in misura altrettanto frequente, le strutture tendono a privilegiare il rapporto con i lavoratori (in questo caso iscritti al fondo) tralasciando quello con le aziende (a loro volta iscritte al fondo), molto più complesso e avaro di soddisfazioni: ne va da sé l’equazione fondo pensione = strumento per i lavoratori. Un'eccessiva semplificazione che tende a mettere in secondo piano una Parte Istitutiva, e quindi, a tutti gli effetti, una parte del fondo; come se lo stesso avesse deciso di poter vivere solo con la parte destra (sinistra per i mancini) del proprio corpo.

Cambiare l’approccio è possibile, forse necessario a beneficio di tutti e, in primis, per l’ente stesso: quali sono le necessità delle aziende? Una riflessione interessante che richiede una risposta, un po' come quelle date agli iscritti, su più livelli. Proviamo ad analizzarli.

Iniziamo con un tema di cui abbiamo già parlato, le misure compensative. Di certo queste rappresentano un importante punto di partenza; un beneficio previsto dal legislatore per compensare le aziende del costo sostenuto, ma spesso non è sufficiente. C’è bisogno di una diminuzione della burocrazia: un termine che spesso associamo alla pubblica amministrazione ma che le aziende vivono anche nei confronti dei fondi pensione, in particolar modo quando i lavoratori si affidano agli uffici del personale della propria azienda per compilare i moduli e fare richieste al fondo stesso. Un’attività decisamente time consuming che, in base alle dimensioni dell’azienda, richiede un impegno (in termini di ore/personale) non secondario che si traduce in un ulteriore costo a suo carico. Compressa la burocrazia si comprimono i costi e il fondo che riesce a dare una risposta efficiente a questa necessità offre un valore aggiunto. La tecnologia permetterebbe di farlo, gli strumenti telematici già sviluppati permettono di bypassare agevolmente alcune tematiche burocratiche. Chi non si aggiorna rischia di restare fuori dal mercato in una sorta di “selezione naturale” con i competitor europei (PEPP). Ma non solo.

I fondi pensione negoziali si stanno dimostrando come un sempre più importante e credibile investitore istituzionale del mercato italiano ed europeo. Nell’ultimo periodo sempre più strutturati e diffusi sono i progetti che vedono impegnati i fondi nell’investimento in quella che viene spesso individuata come “economia reale” (aziende il cui capitale non è quotato in borsa) in ottica di ricercare rendimenti maggiori ed asset class decorrelate dagli investimenti tradizionali (obiettivo di valore per gli iscritti). In questo senso, il fondo pensione rappresenta un unico e difficilmente replicabile fil rouge tra le società di gestione chiamate a effettuare gli investimenti o l’oggetto dell’investimento (le società non quotate). La profonda e professionale conoscenza di entrambi gli operatori del mercato può consentire al fondo pensione di creare occasioni di incontro uniche tra le due platee (società di gestione e aziende) che difficilmente, altrimenti, potrebbero entrare in contatto (valore aggiunto per le aziende). In questo modo i datori di lavoro che presentano progetti di sviluppo più consistenti e di valore potranno trovare il partner istituzionali che li accompagni nel compimento del percorso. Sviluppo del business, incremento della forza lavoro e, per derivazione, del fondo pensione stesso.

Aziende e fondi pensione un binomio non ancora nato ma necessario affinché entrambe possano vivere e svilupparsi in un futuro nel quale l’innovazione è una necessità e le sfide della concorrenza richiedono un salto di qualità utile a tutto il sistema.

Nicola Barbiero

16/9/2019

 
 

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