Settima Indagine su “Dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF 2018 per importi, tipologia di contribuenti e territori e analisi delle imposte dirette”

Convegno di Presentazione

Al netto del cosiddetto bonus Renzi, il 13,07% dei dichiaranti versa il 58,95% di tutta l’IRPEF: con questi presupposti l’Italia può davvero dirsi quel Paese oppresso dalle tasse spesso dipinto dai media e da parte della politica? Realizzato nell’ambito delle verifiche di sostenibilità del sistema di protezione sociale italiano sulla base dei dati MEF e Agenzia delle Entrate,  l’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate  curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali si propone di rispondere a questa (provocatoria) domanda, analizzando su base annuale le dichiarazioni individuali dei redditi IRPEF e quelle aziendali relative all’IRAP con l’obiettivo di elaborare indicatori utili a delineare il profilo di distribuzione dei redditi dichiarati e, dunque, a comprendere l’effettiva situazione socio-economica del Paese.

E quel che ne emerge è appunto il ritratto di un Paese nel quale il peso del fisco grava in realtà sulle spalle di pochi (il 48,38% degli italiani non dichiara reddito e quindi vive a carico di qualcuno) e cui servirebbero innanzitutto maggiore equità e strumenti più efficaci per contrastare evasione fiscale ed economia sommersa. Muovendo dalle evidenze emerse dalla settima edizione dell’indagine, il convegno virtuale promosso in collaborazione con CIDA si pone dunque l’obiettivo di riflettere sull’andamento della pressione fiscale italiana, sul difficile finanziamento del nostro sistema di welfare state italiano e sull’ormai sempre più complesso reperimento di risorse da destinare allo sviluppo del Paese. Temi resi ancora più delicati e quanto mai attuali dall’impatto economico-finanziario del nuovo coronavirus che, secondo le stime Itinerari Previdenziali, potrebbe produrre un incremento del rapporto debito/PIL fino al 153,7%, percentuale che potrebbe aumentare ulteriormente se almeno il 90% di coloro che beneficeranno dei finanziamenti garantiti dallo Stato non dovesse restituire i prestiti e resa verosimilmente ancora più insostenibile da una perdita di gettito fiscale pari ad almeno 70 miliardi.

Come favorire allora la ripresa del Paese? Come trasformare l’emergenza sanitaria in un’opportunità di cambiamento evitando viceversa che la crisi economica sfoci in un’ancora più drammatica crisi democratica? Come impedire che il “prezzo” del rilancio gravi sulle spalle di quei (pochi) contribuenti che già versano al fisco ritrovandosi tipicamente esclusi da agevolazioni di sorta e, viceversa, spesso oggetto di proposte di ulteriori tagli o contributi, aumentando la sperequazione con i tanti che non lo fanno affatto o solo per cifre irrisorie? Se, in apertura, i componenti del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali inquadreranno il contesto di riferimento delineando anche la situazione attuale e in prospettiva del sistema di protezionale sociale, questi i temi e i quesiti che animeranno insieme a rappresentanti di politica, istituzioni e management italiano la seconda parte del convegno di presentazione virtuale.  

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