PIL e inflazione: una ripresa fragile?

Il primo trimestre del 2023 sta per volgere al termine e, in uno scenario ancora altamente incerto, emergono i primi segnali di una (fragile) ripresa delle principali economie mondiali, Italia compresa: energia e inflazione potrebbero però sottrarre l'ossigeno necessario a questa tenue fiammella di ripresa

Lorenzo Vaiani

A fine dello scorso anno l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) aveva pubblicato l’Economic Outlook per il 2023 individuando 3 punti focali per l’anno corrente: PIL, inflazione ed energia. Ora che il primo trimestre sta volgendo al termine è possibile cominciare ad analizzare com'è iniziato e che direzione sta prendendo l'anno in corso; per fare ciò è possibile utilizzare l’Interim Report pubblicato dall’OCSE lo scorso 17 marzo, dal titolo auto esplicativo “A Fragile Recovery”. 

 

L'andamento del PIL: Italia e altri Paesi a confronto 

Per quanto riguarda il primo punto, il PIL, la figura 1 permette di evidenziare la crescita annuale del Prodotto Interno Lordo di alcune delle principali economie mondiali. Come emerge chiaramente già a un primo sguardo, il 2020 può essere a ragion veduta considerato l’annus horribilis per gran parte delle principali economie mondiali, con delle significative eccezioni forse però un po’ troppo tralasciate dal dibatto pubblico-politico. Innanzitutto, non è propriamente vero che tutti i Paesi hanno registrato il segno meno nel corso dell’anno pandemico: la Cina, infatti, è rimasta in terreno positivo con un incremento pari a circa il 2,2%; un valore sicuramente più contenuto rispetto a quanto fatto registrare nel corso dell’ultimo decennio dal governo di Pechino ma pur sempre una crescita. Le altre due peculiarità riguardano USA e Germania. Se per i primi la flessione registrata è stata tra le più lievi, se non la più lieve tra le economie occidentali (“solo” -2,8%), in Germania, invece, si è osservata la diminuzione più tenue tra quelle dei principali Stati membri dell’UE.

Figura 1 - Incremento annuo del PIL delle principali economie facenti parte l’OCSE, anni 2016-2022Figura 1 - Incremento annuo del PIL delle principali economie facenti parte l’OCSE, anni 2016-2022
Fonte: Elaborazioni Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali su dati OECD Economic Outlook, Interim Report March 2023

Un segno, questo, della forza e solidità dell’economia americana e tedesca. Ma anche punto da tenere bene a mente quando si parla del nostro Paese, considerando quanto spesso si sente affermare che “l’Italia ha avuto un'ottima ripresa dopo la pandemia, facendo registrare performance superiori persino a Stati Uniti e Germania”. Sicuramente, la crescita per il 2021 e 2022 è inconfutabile e fa segnare per il nostro Paese un +7,0% tra il 2020-21 e un più 3,0% tra il 2021-22, mentre per Washington e Berlino i dati sono rispettivamente pari a +6,0% e +2,6% per il 2021 e +2,1% e +1,9% per il 2022. Ma questa è solo una mezza verità, perché se è vero che la crescita del nostro PIL è stata maggiore rispetto a quella americana e tedesca, lo è altrettanto che venivamo da una situazione significativamente più negativa. L’Italia, infatti, ha chiuso il 2020 con la peggiore decrescita, pari al -9%, preceduta in tal senso solo dal Regno Unito (-11%).Insomma, è innegabile che negli ultimi due anni la crescita del PIL nostrano è stata più intensa rispetto a quella di Germania e USA, ma questo slancio è in buona parte dovuto anche al fatto che l'Italia aveva molto più terreno da recuperare dopo il tonfo registrato nell’anno pandemico. 

Merita poi attenzione un'ulteriore considerazione. Secondo l’Interim Report, la ripresa dell’economia a livello globale è stata nel corso del 2022 di oltre 1,3 punti percentuali minore rispetto a quanto pronosticato  nell’Economic Outlook del dicembre 2021: si è vissuto cioè un incremento effettivo del PIL mondiale del “solo” 3,2%, contro l’ipotizzato 4,5%. Le due principali cause di questa minore crescita sono da rintracciare, come facilmente intuibile, nel conflitto russo-ucraino e nell'impennata inflattiva che ha colpito buona parte del mondo, e soprattutto nell’emisfero occidentale. 

 

Quali prospettive per il prossimo futuro? 

Dopo avere brevemente descritto la strada percorsa, occorre volgere l’attenzione al cammino (insidioso) che si prospetta di fronte a noi per il presente anno e il seguente, cominciando proprio dal nostro Paese. 

In occasione dell’Economic Outlook di fine 2022 l’OCSE prevedeva per l’Italia una crescita di circa lo 0,2% per il 2023 e dell’1,2% per il 2024. Il grafico sottostante, che riporta le nuove previsioni di crescita del PIL per i due anni in questione, indica come per l’anno corrente l’incremento del PIL sia visto al rialzo (+0,4%) riallineando peraltro la stima a quanto previsto all’interno della NADEF dell’autunno 2022 (+0,6%). Invece, per il 2024 l’ipotesi di crescita è rimasta pressoché invariata e intorno al 1,1%.

Figura 2 - Le previsioni di crescita delle principali economie mondiali per il biennio 2023-2024 

Figura 2 - Le previsioni di crescita delle principali economie mondiali per il biennio 2023-2024

Fonte: Elaborazioni Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali su dati OECD Economic Outlook, Interim Report March 2023

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha rivisto al rialzo anche le stime di crescita del PIL tedesco che, inizialmente, era previsto in calo per quest’anno (-0,3%) e ora viene ipotizzato in aumento del +0,3%, così come per il 2024 con una nuova stima del +1,7%. Dinamica inversa, invece, dovrebbe verificarsi sull’altra sponda dell’Atlantico, per la quale viene ipotizzata una crescita più consistente nel 2023 (+1,5%) per poi flettere leggermente nel 2024 (+0,9%).

Spostando infine l’attenzione all’emisfero orientale, si nota subito come India e Cina dovrebbero tornare a fare la parte del leone in termini di crescita del Prodotto Interno Lordo. Infatti, per l’India viene addirittura stimata una crescita del +5% e del +7,7% rispettivamente per il 2023 e 2024. Aumento leggermente più contenuto e con una dinamica simile a quella americana per la Cina, dove viene ipotizzato un incremento maggiore per il 2023 (+5,3%) rispetto al 2024 (+4,9%). Tuttavia, come già emerso nel articolo di analisi sull’Economic Outlook del 2023, occorre sempre tenere presente che, per questa parte di mondo (Cina, India, Bangladesh…), le stime sono particolarmente mutevoli: le imponenti dimensioni demografiche che li caratterizzano, unite al perdurare almeno fino a tutto il 2022 di una situazione economica fortemente frenata dalle severe misure di contenimento della pandemia ancora in vigore, potrebbero portare a tassi di crescita superiori di quelli ipotizzati. 

In conclusione, il mondo nella sua componente tanto occidentale quanto orientale (purtroppo e colpevolmente viene ancora tralasciata per la maggior parte del continente africano) sta vivendo un periodo di ripresa che, seppur fragile, parrebbe essere destinato a durare almeno fino al 2024.

Tuttavia, gli ulteriori due aspetti che l’OCSE evidenzia come focali - energia e inflazione - potrebbero sottrarre l’ossigeno necessario a questa tenue fiammella di ripresa e, a breve, si vedrà il perché….

  Lorenzo Vaiani, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

27/3/2023

 
 
 

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