Fondazioni di origine Bancaria: a tu per tu con la sostenibilità

In oltre trent’anni di attività, le Fondazioni di origine Bancaria hanno dimostrato una spiccata capacità di adattare i propri interventi al mutare del contesto economico e sociale. Come stanno affrontando la sfida epocale della transizione verso la sostenibilità?

Michaela Camilleri

Mai come in questo periodo storico, il nostro Paese (e non è certamente il solo) è chiamato ad affrontare importanti transizioni che modificheranno il nostro modello socio-economico: dall’invecchiamento demografico alla digitalizzazione, dalla rivoluzione verde e transizione ecologica alla mobilità sostenibile. Processi in cui le Fondazioni, mettendo a disposizione la propria esperienza e profonda conoscenza delle comunità, possono ricoprire un ruolo attivo e determinante, sia attraverso i propri investimenti sia grazie all’attività erogativa. Ciò anche in virtù della capacità patrimoniale che le contraddistingue: l’attivo delle Fondazioni ammonta complessivamente a poco più di 47,4 miliardi di euro ma, considerando gli oltre 25 miliardi di erogazioni degli ultimi 20 anni, si superano i 70 miliardi di euro.

Con particolare riferimento ai temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, le Fondazioni agiscono con la consapevolezza, come determinato dalla mission istituzionale, di perseguire esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. La sostenibilità nella gestione del patrimonio e nell’orientamento dell’attività delle Fondazioni è stata incorporata anche nella Carta delle Fondazioni elaborata da Acri nel 2012, dove si sancisce che “nelle decisioni di impiego del proprio patrimonio vengono esclusi gli investimenti che presentino connessioni con situazioni di violazione dei diritti dell’uomo e delle norme di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, artistico e culturale, a tal fine ispirandosi a principi elaborati da organismi nazionali e sovranazionali”.

Come risulta anche dai risultati illustrati nel Quaderno di Approfondimento 2022 “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani” curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, le Fondazioni prestano sempre maggiore attenzione agli investimenti che rispettano criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), oltre che ai cosiddetti Mission Related Investment. Tra le strategie di investimento sostenibile maggiormente adottate dalle Fondazioni rispondenti (27 nel 2022), l’impact investing risulta al secondo posto della classifica, preceduto dalle esclusioni, ma registra la crescita più significativa (dall’11% del 2019 al 52% dello scorso anno).

Guardando più nel dettaglio ai settori di intervento, tutte le Fondazioni che utilizzano l’impact investing lo fanno nell’ambito del social housing, campo in cui sono da sempre pioniere. Proprio il caso dell’housing sociale permette di comprendere in maniera operativa come le Fondazioni agiscono utilizzando il loro patrimonio per realizzare obiettivi collegati alla missione e in linea con i criteri di sostenibilità, nella più ampia accezione del termine. Infatti, questa iniziativa si pone l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno abitativo di fasce deboli della popolazione, coniugandolo con servizi di socialità e con criteri costruttivi a basso impatto ambientale. In questo settore le Fondazioni hanno investito - tra partecipazioni e altri strumenti - circa 396 milioni di euro [dato di stock a fine 2019, XXVII Rapporto Annuale Acri]. 

D'altro canto, sono molti altri gli ambiti in cui le Fondazioni intervengono alla ricerca della sostenibilità a livello sia di singolo intervento e/o investimento sia di sistema grazie alla condivisione di iniziative per il tramite dell’Acri: dall’efficientamento energetico degli edifici pubblici, all’educazione ambientale e alimentare nelle scuole, dai progetti per contrastare l’inquinamento alla realizzazione di aree parchi e aree protette. Perché, se come dice il Professor Leonardo Becchetti [Rinnovabili subito, Donzelli Editore, 2022] “i tempi della transizione ecologica sono serrati. Siamo come un surfista che cavalca un’onda gigantesca e che corre ma non sa se riuscirà a non esserne travolto”, senza dubbio le Fondazioni offrono esperienze concrete di come stiano provando a governare l’onda della sostenibilità.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

1/2/2023

 
 

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