La crescita degli investitori istituzionali passa anche dalla ricerca di rendimento
Il contesto geopolitico instabile e le proiezioni di crescita riviste al ribasso costringono gli investitori istituzionali a cercare soluzioni alternative, e più selettive rispetto al passato, per trovare nuove fonti di rendimento
LOutlook del mercato istituzionale italiano, che dal 2003 Prometeia mette a disposizione degli operatori, evidenzia nellultima edizione come gli asset complessivi degli investitori previdenziali e delle fondazioni di origine bancaria abbiano superato, a fine 2017, i 250 miliardi di euro. Il tasso di crescita ha superato di poco quello del 2016, a causa principalmente dei ridotti rendimenti delle obbligazioni e della bassa redditività media del sistema bancario italiano. In particolare, la raccolta netta complessiva degli strumenti di previdenza integrativa è rimasta in linea con lanno precedente, beneficiando solo in parte della crescita delle adesioni per le forme di nuova istituzione e come effetto dei processi di razionalizzazione dellofferta per i fondi pensione pre-esistenti. Anche per le Casse di previdenza private, dopo il netto miglioramento del 2017, il saldo della gestione previdenziale si è stabilizzato, condizionato dal ridotto volume daffari dei settori economici di riferimento di alcuni Enti. Come previsto nelle precedenti edizioni dellOutlook, nel 2017 solo lattivo delle Fondazioni di origine bancaria si è, pur marginalmente, ridotto, a causa degli ulteriori adeguamenti di valore sulle partecipazioni bancarie e di svalutazioni su altri attivi, solo in parte compensati dallulteriore crescita dei dividendi.
Le previsioni per il 2018 evidenziano invece un rallentamento della crescita degli attivi per il complesso del mercato istituzionale, a causa dellandamento piatto, se non negativo, dei mercati finanziari in media danno, oltre che di un contesto macroeconomico che non pare favorire la crescita delloccupazione e quindi dei redditi, mentre il settore bancario sarà messo alla prova dal rischio Paese e dalle sfide di un contesto competitivo ancora complesso per gran parte degli Istituti italiani. Nel triennio 2018 2020 la crescita degli attivi riprenderà un po di vigore, ma senza tornare ai ritmi del passato, dato lo scenario di lenta crescita economica e di mercati finanziari alle prese con il mutamento di regime delle politiche monetarie, in un contesto geopolitico sempre più complesso.
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Le analisi sui bilanci del 2017 e le tendenze della prima metà dellanno hanno confermato il crescente ricorso degli investitori istituzionali a soluzioni gestite, nonostante la maggior selettività dovuta a performance talvolta deludenti su alcune strategie. In genere, la situazione sui mercati ha determinato movimenti tattici sui portafogli, con una maggiore domanda di titoli di Stato dati i più elevati rendimenti a scadenza, ma le scelte strategiche di asset allocation restano improntate alla diversificazione dei portafogli per mercati, emittenti e tipologia di titoli. Una tendenza che si conferma anche nei mesi recenti è quella di un maggiore ricorso a strategie di investimento alternative, liquide e illiquide, che oltre a perseguire una maggiore redditività riescono a limitare il rischio dei portafogli e le perdite in caso di scenari risk on.
Interessante incrociare le evidenze dellOutlook con quanto emerso nei primi due incontri del Tavolo di lavoro sullinvestimento in economia reale di Itinerari Previdenziali. I capitali istituzionali hanno bisogno di rendimenti reali di lungo termine decisamente superiori a quelli ottenuti negli ultimi esercizi e, soprattutto, a quelli attesi nei prossimi anni.
Il nostro Paese ha bisogno come non mai di investimenti, pubblici e privati assieme, dati i vincoli di bilancio e la disponibilità di fondi comunitari (BEI ed altri) destinati solo alle iniziative di partenariato pubblico privato. È tempo di avviare un dialogo tra Stato e Investitori di lungo periodo.
Davide Squarzoni, Amministratore Delegato Prometeia Advisor SIM
5/9/2018