Silver Economy e sostenibilità, la carica del welfare istituzionale

Cura di una popolazione che invecchia, tutela ambientale e rispetto del pianeta e della società in generale: questi i grandi temi sui quali tanto il settore pubblico quanto gli investitori privati dovranno agire, in sinergia, per costruire un sistema di welfare mix sempre più inclusivo

Niccolò De Rossi

Il punto di partenza è ormai sempre lo stesso: la pandemia. Seppur nella drammaticità dei mesi più difficili che il mondo intero ha attraversato, ci sono almeno due punti (da volgere in positivo) che COVID-19 ha fatto emergere con grande evidenza: la necessità di migliorare l’approccio complessivo alla salute delle persone e il rispetto del pianeta, inteso non solo dal punto di vista ambientale ma anche e soprattutto sociale. 

Per quanto riguarda l’aspetto sanitario è ormai noto quanto le fasce più anziane della popolazione siano state le più colpite. A distanza ormai di più di un anno e mezzo, è però giusto fermarsi e riflettere concretamente su uno dei temi in realtà ormai da tempo già all’attenzione di addetti ai lavori e operatori di settore: il progressivo invecchiamento della popolazione, dovuto anche all’aumento dell’aspettativa di vita in buona salute. Un possibile costo, certo, ma anche una potenziale grande opportunità di investimento da parte del mercato nella cosiddetta Silver Economy. Investimento che, sinergicamente, settore pubblico e privato dovranno svolgere in un’ottica di complementarietà attraverso un welfare mix sempre più strutturato e inclusivo. 

Anche per questa ragione, investitori istituzionali e numerosi player finanziari stanno raccogliendo la sfida che vede la Silver Economy uno degli ambiti che necessariamente dovranno attrarre, sempre di più, le risorse gestite da Casse di Previdenza e fondi pensione. Non solo per le ricadute sociali positive che potrebbero generare, ma anche per la diversificazione di investimento che i fondi specializzati in tale ambito possono offrire. Investire nella Silver Economy significa infatti destinare risorse al complesso di attività economiche rivolte specificamente alla popolazione con 65 anni o più che cessa, parzialmente o totalmente, l’attività professionale, passando da uno stile di vita attivo a uno “differentemente attivo”. 

Trasversalmente, anche la sostenibilità diviene una componente essenziale e sempre più caratterizzante dei concetti di sviluppo e progresso, tanto della società tout court quanto dell’attività produttiva delle imprese. L’argomento è ormai entrato da tempo nel linguaggio della finanza mondiale e, di conseguenza, nei portafogli dei grandi investitori. Non è un caso che anche il Next Generation EU e i relativi PNRR richiederanno importanti collaborazioni pubblico-privato nei progetti di investimento il cui denominatore comune è proprio la sostenibilità. Insomma, un punto fermo tra le incognite del futuro.

A proposito dell’applicazione dei criteri di investimento ESG all’interno delle strategie di investimento degli investitori istituzionali italiani, è interessante non solo approfondire lo stato dell’arte ma anche le prospettive future. E, in particolar modo, eventuali  novità legate proprio all’esperienza COVID-19. L’ultimo Quaderno di Approfondimento 2021 realizzato da Itinerari Previdenziali “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani” va proprio in questa direzione. Con l’obiettivo di fornire un quadro quantitativo e qualitativo della gestione finanziaria degli investitori istituzionali italiani, con un’attenzione particolare al tema della finanza sostenibile, l’attività di ricerca è stata perseguita mediante l’invio telematico di una survey contenente 49 domande. I rispondenti sono stati complessivamente 79, in aumento rispetto all’anno precedente, anche in virtù dell’inserimento nel campione (per la prima volta) delle Compagnie di Assicurazione. A ogni modo, se si escludono queste ultime dal computo degli enti rispondenti, si arriva comunque a un totale di 64 soggetti rappresentati per un totale patrimoniale di oltre 182 miliardi di euro circa. 

Un dato interessante, e utile da evidenziare, è la risposta fornita dagli investitori alla domanda “Quali sono le strategie SRI adottate?”. Come si vede dal grafico seguente, la strategia più diffusa (67%) è quella delle esclusioni, che aumenta di poco rispetto al 2020, quando era già cresciuta notevolmente rispetto ai 12 mesi precedenti; guadagna diverse posizioni l’impact investing (48%), a quota +17%, addirittura il 25% in più rispetto al 2019. Seguono da vicino investimenti tematici e best in class (44%).

Figura 1 - Quali sono le strategie SRI adottate?  

Figura 1 - Quali sono le strategie SRI adottate?

Fonte: Quaderno di Approfondimento 2021 “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani”

Oltre a un ritratto della situazione attuale, l’indagine consente poi ai player istituzionali italiani di esprimere una loro valutazione circa l’andamento futuro degli investimenti. Se allora la stessa domanda viene posta in termini dinamici e considerando gli effetti di COVID-19 - Mediante quali strategie pensate di incrementare l'esposizione agli investimenti sostenibili a seguito della pandemia?” - le risposte cambiano.

Figura 2 - Mediante quali strategie pensate di incrementare l'esposizione agli investimenti sostenibili a seguito della pandemia? 

Fonte: Quaderno di Approfondimento 2021 “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani”

Nella figura 2 sono illustrate le strategie mediante le quali tale orientamento verrà implementato: comparandole con quelle attualmente perseguite, balza all’occhio la crescita degli investimenti tematici, in aumento anche rispetto agli orientamenti futuri registrati gli scorsi anni.

Come emerge quindi dai dati riportati e in attesa della nuova edizione che verrà presentata nel mese di aprile 2022, ESG e Silver Economy ben si coniugano con la missione degli operatori del welfare. È chiaro dunque come, con circa 300 miliardi di patrimonio, i protagonisti del welfare integrato, Fondazioni di origine Bancaria, Casse di Previdenza privatizzate, fondi pensione e forme di assistenza sanitaria integrativa potranno giocare su questi temi un ruolo fondamentale.

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

25/10/2021

 
 

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