Fondo per la Repubblica Digitale: un modello per lo sviluppo del Paese

Non solo uno strumento di welfare territoriale per favorire la transizione digitale ma anche un modello virtuoso di partnership pubblico-privato da replicare su scala più vasta: operatività, caratteristiche e obiettivi del Fondo per la Repubblica Digitale Acri 

Giorgio Righetti

In Italia, 26 milioni di cittadini non hanno competenze digitali di base. Si tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46% della media UE.  Il ritardo del nostro Paese si estende con ancora maggiore criticità sia agli ambiti delle competenze più avanzate, sia a specifici territori, quali quelli del Mezzogiorno, sia, infine, a precise categorie di persone, quali, ad esempio, i giovani e le donne.

Di fronte a questo scenario, attuale e prospettico, attori pubblici e privati si sono mossi per colmare questo divario. Tra i differenti interventi, un’attenzione particolare merita il Fondo per la Repubblica Digitale, una virtuosa partnership pubblico (governo) - privato sociale (Fondazioni di origine Bancaria), che si prefigge l’obiettivo di migliorare le competenze digitali del Paese. Questa iniziativa, che mutua il modello già sperimentato e promosso dal 2016 da Acri (l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha caratteristiche particolarmente innovative e originali. 

Il Fondo intende sperimentare pratiche innovative di formazione digitale, rivolte a specifiche fasce della popolazione, al fine di selezionare quelle ritenute più efficaci, per poi replicarle su scala più vasta, consegnandone gli esiti al decisore pubblico, perché possa trasformarle in policy universali e permanenti. 

Per perseguire questi ambiziosi obiettivi, il governo e le Fondazioni di origine Bancaria hanno dato vita al Fondo per la Repubblica Digitale, alimentato dai versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine Bancaria, assistiti da un significativo credito d’imposta, che dovrebbe consentire di disporre, nel quinquennio 2022-2026, di circa 350 milioni di euro. Il protocollo d’intesa che regolamenta la gestione del Fondo è stato stipulato nel gennaio del 2022 dall’allora Ministro per l’Innovazione e la transizione digitale, dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e dal Presidente di Acri. 

Sul piano della governance del Fondo, sono previsti due livelli decisionali. Quello strategico, demandato a un Comitato di Indirizzo Strategico (CIS), che ha la responsabilità di individuare gli obiettivi e le modalità di attuazione, nonché della supervisione complessiva delle attività all’insegna dell’efficacia e della trasparenza, e che è composto pariteticamente da rappresentanti del governo e da rappresentanti delle Fondazioni di origine Bancaria. Quello operativo, demandato a un “soggetto attuatore” identificato da Acri, cui è demandata l’implementazione degli indirizzi strategici e la gestione operativa delle risorse. Acri ha deciso di affidare questa responsabilità a un nuovo ente, partecipato al 100% dalla stessa, denominato Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa Sociale, che si è costituito il 18 maggio 2022.

Considerati gli obiettivi strategici, i processi di valutazione rivestono un’importanza fondamentale. Da qui discende un ulteriore elemento di innovazione di questa esperienza, che prevede l’istituzione di un Comitato Scientifico Indipendente che, oltre a supportare il processo decisionale del CIS, ha la responsabilità di valutare, con articolati metodi scientifici, l’efficacia delle sperimentazioni e l’impatto che esse possono produrre in termini di accrescimento delle competenze digitali.

Con questa finalità e questa architettura strategica e operativa, il Fondo è entrato in piena operatività nell’ottobre scorso, mediante la pubblicazione dei primi due bandi a cui sono destinati complessivamente 13 milioni di euro: uno, denominato “Onlife”, dedicato ai cosiddetti NEET (Not in Employment, Education or Training), giovani nella fascia di età 15-34 anni, che non lavorano, non studiano e non partecipano a un percorso di formazione; l’altro, denominato “Futura”, destinato a giovani donne. A seguito di un rigoroso processo valutativo dei 320 progetti pervenuti, condotto dalla struttura dell’Impresa sociale e da valutatori indipendenti esterni, ne sono stati selezionati 23, che riceveranno contributi per complessivi 12,8 milioni di euro, e che formeranno circa 5.000 tra NEET e giovani donne.

 Giorgio Righetti, Direttore Generale Acri
del Fondo per la Repubblica Digitale 

26/4/2023

 
 

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