Fondi preesistenti, il bilancio post-pandemico

Trend positivo per iscritti, contributi e patrimonio e consolidamento del processo di razionalizzazione: la fotografia del sistema dei fondi pensione preesistenti scattata da Itinerari Previdenziali nel Nono Report dedicato agli investitori istituzionali italiani

Michaela Camilleri

Prosegue il trend positivo per i fondi preesistenti con l’incremento sia del numero di iscritti e dei flussi contributivi sia del patrimonio. Gli iscritti e i contributi sono tornati ad aumentare con tassi di incremento annui simili a quelli del periodo precedente alla pandemia, mentre la gestione finanziaria ha prodotto risultati nel complesso positivi, beneficiando dell’intonazione favorevole dei mercati finanziari, soprattutto azionari. Si consolida anche il processo di riduzione del numero dei fondi operativi per effetto soprattutto dei processi di razionalizzazione nell’ambito di gruppi bancari e assicurativi.

È questo il ritratto del sistema dei fondi pensione preesistenti al 2021 scattata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nel Nono Report "Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2021", presentato lo scorso 6 settembre in Borsa Italiana a Milano.

 

I dati di sintesi 

I dati rielaborati nel Report restituiscono la fotografia di un sistema costituito da 204 fondi, di cui 136 autonomi e 68 interni costituiti rispettivamente all’interno del patrimonio di banche, imprese di assicurazione e società non finanziarie. Si intensifica così l’attività di accorpamento con una riduzione di 22 fondi rispetto all’anno precedente e di 159 rispetto al  2011 (-44%); riduzione in gran parte ascrivibile alle operazioni di fusione e acquisizione nel sistema bancario e assicurativo ma anche al recepimento della IORP II, i cui adempimenti hanno determinato, soprattutto per i fondi di più ridotte dimensioni, riflessioni circa l’impatto sulla struttura organizzativa e sull’opportunità di proseguire l’operatività autonomamente.

Ciononostante, il numero dei fondi preesistenti resta ancora elevato: basti pensare che 110 fondi preesistenti (il 53,9% del totale) hanno un patrimonio inferiore a 25 milioni di euro, 43 (il 32%) hanno meno di 100 iscritti e 32 ne hanno fra 100 e 1000. Se il numero degli iscritti, com'è logico aspettarsi, è rimasto pressoché stabile negli ultimi anni (648.370, in lieve aumento rispetto al 2020), l’attivo netto destinato alle prestazioni è aumentato nell’ultimo anno di circa 1,65 miliardi di euro, raggiungendo i 67,7 miliardi di euro, e più che triplicato rispetto al 1999. Per il 98% del totale, queste risorse sono in capo ai fondi autonomi. Dal punto di vista delle performance, nel 2021 il rendimento annuo del patrimonio complessivo dei fondi preesistenti è stato pari al 4,10% e negli ultimi 6 anni il rendimento medio annuo composto si è attestato al 3,18%, a fronte di un tasso di rivalutazione medio annuo del TFR pari all’1,82%.

 

Le modalità di gestione

Il Report analizza 42 fondi preesistenti autonomi che rappresentano il 97% del totale iscritti e il 92% del patrimonio complessivo. La porzione di patrimonio gestita in via diretta ammonta a 36,97 miliardi di euro, di cui 26,510 miliardi in polizze assicurative principalmente di ramo I o ramo V (gestioni separate). I restanti 26,023 miliardi sono invece affidati a gestori professionali tramite mandati finanziari. 

Più in dettaglio, circa il 7% degli investimenti diretti riguarda fondi d’investimento alternativi (+2 punti percentuali rispetto al 2020), per la gran parte legati al settore immobiliare anche se in costante calo, con un peso che si è ridotto dal 70,8% del 2019 al 52,10% del 2021. Seguono i fondi di private equity, che confermano la crescita passando dal 12,2% del 2020 al 17,8% dal 2021, i fondi di private debt (in calo al 9,72% dal 17% del 2020) e i fondi infrastrutturali che rappresentano il 9,6% del totale investito in FIA (7,2% nel 2020).

Figura 1 - Le tipologie di FIA acquistati dai fondi pensione preesistenti

Figura 1 - Le tipologie di FIA acquistati dai fondi pensione preesistenti

Fonte: Nono Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2021”

Per quanto riguarda le risorse affidate ai gestori tramite mandati, rispetto al 2020 si rileva un calo generalizzato degli investimenti obbligazionari imputabile al forte calo dei rendimenti (titoli di Stato e obbligazioni sia italiani sia esteri), che passano dal 52,5% al 46,9% a favore dei titoli azionari, in particolare quelli esteri con un +3,2%.  

Figura 2 - Gli investimenti in gestione dei fondi pensione preesistenti negli anni 2020 e 2021

Figura 2 - Gli investimenti in gestione dei fondi pensione preesistenti negli anni 2020 e 2021

Fonte: Nono Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2021”

 

Il supporto all’economia reale 

Stando alle stime elaborate nel Report, nel 2021 gli investimenti in economia reale nazionale riguardano il 4,70% del patrimonio contro il 3,98% del 2020, per un controvalore di circa 2,97 miliardi. Escludendo i titoli di Stato, la percentuale è costituita per lo 0,93% da obbligazioni corporate, per l’1,29% da azioni e per il 2,47% da FIA. Il modesto investimento in economia reale italiana è legato ai benchmark di mercato assegnati ai gestori, dove la quota dell’Italia è marginale; a ciò si aggiunge che per il private equity e private debt, molti investitori prediligono gestori più capitalizzati e con track record maggiori, generalmente internazionali. Gli investimenti in economia reale italiana aumentano raggiungendo l’8,82% complessivo inserendo i titoli di Stato che valgono il 7,33% nelle gestioni e l’1,87 negli investimenti diretti dato quest’ultimo influenzato dalla forte presenza delle gestioni separate assicurative. 

Come si è già avuto modo di evidenziare per i fondi negoziali, la cui quota investita in economia reale si attesta al 3,11%, il supporto dei fondi pensione può essere senza dubbio incrementato anche alla luce delle ripercussioni positive che questi investimenti possono avere sull’occupazione e sulla produttività del Paese.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

16/11/2022

 
 

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