Le imprese di assicurazione e la gestione del rischio che caratterizza i nuovi scenari demografici

I trend demografici rappresentano per il comparto assicurativo un punto di grande attenzione ma anche un’occasione di supporto al tessuto sociale italiano e all'economia reale del Paese: tra rischi e opportunità, uno scenario nel quale la figura del risk manager diviene sempre più cruciale (oltre che sollecitata)

Edoardo Marullo Reedtz

L’invecchiamento della popolazione, l’allungamento dell’aspettativa di vita e il progressivo e costante calo dei tassi di natalità rappresentano una sfida non solo per la sostenibilità dei sistemi di welfare, ma per il sistema economico in generale, aprendo la strada a nuovi rischi emergenti ma anche a nuove opportunità economiche e sociali.

La cosiddetta Silver Economy - legata  a bisogni, consumi e desideri della popolazione anziana - se da un lato pone, per le imprese di assicurazione, sfide come quelle legate alla capacità di fornire prodotti adeguati ai bisogni e sostenibili dal punto di vista reddituale e soprattutto di gestione del rischio, offre, dall’altro, interessanti opportunità per contribuire attivamente all’evoluzione del contesto sociale, attraverso il ruolo di supporto all’economia reale.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati - e sono tuttora in corso di sviluppo - prodotti assicurativi mirati, come assicurazioni per Long Term Care, malattie croniche, assistenza domiciliare e invalidità, progettati per rispondere alle esigenze di una popolazione anziana sempre più numerosa; a essi si sono uniti anche nuovi prodotti finanziari,come i prodotti previdenziali integrativi e di risparmio a lungo termine, pensati per garantire stabilità finanziaria in età avanzata. I servizi digitali e tecnologici hanno beneficiato di corposi investimenti, fatti con lo scopo di offrire soluzioni digitali (ad esempio, telemedicina, dispositivi indossabili, app di monitoraggio della salute) che integrino prodotti assicurativi, favorendo servizi più personalizzati e proattivi.

Dal punto di vista della gestione degli attivi, l’evoluzione demografica porterà con sé un crescente appetito per investimenti a lungo termine, idealmente di natura strategica per accompagnare efficientemente le mutazioni socio-economiche, come investimenti infrastrutturali, quelli in aziende del settore sanitario, tecnologico e del monitoraggio della salute, quelli in fondi dedicati alla Silver Economy, che finanzino start-up innovative, progetti di ricerca o iniziative imprenditoriali nel campo delle tecnologie  di assistenza e delle soluzioni di automazione domestica, che possono migliorare l’assistenza e ridurre i costi. Secondo la Commissione Europea, il potenziale economico degli investimenti legati alla Silver Economy potrebbe superare i 5.700 miliardi di euro a livello globale entro il 2025.  

In momenti storici di cambiamento strutturale come quello appena descritto, il ruolo del risk manager si rivela fondamentale oltre che assai sollecitato; deve disporre di adeguate competenze per l’analisi dei rischi emergenti, collaborare con i gruppi di innovazione di prodotto, mostrare sensibilità alle tematiche sociali e attenzione alle normative, il tutto per offrire soluzioni sostenibili e rispondenti alle esigenze di una popolazione che invecchia. Particolarmente importante poi sarà l’implementazione di strumenti di analisi e gestione del rischio basati su big data e intelligenza artificiale, per ottimizzare i costi e migliorare la redditività degli investimenti in questo segmento.

All’orizzonte assume una certa rilevanza anche la revisione del quadro Solvency II, ormai alle fasi conclusive  di sviluppo, che introdurrà un nutrito set di modifiche normative. Tra gli obiettivi principali della riforma vi sono quello di liberare capacità di investimento per le assicurazioni, soprattutto garantendo un più adeguato funzionamento di alcune misure volte ad assicurare la corretta considerazione della natura di lungo termine del business assicurativo, ma anche quello di aggiornare la mappa dei rischi emergenti che le imprese di assicurazione dovranno gestire in connessione all’evoluzione del contesto socio-economico, come il rischio di variazione dei tassi di interesse, quello di liquidità, nonché quelli di sostenibilità e cyber

L’auspicio è che si definisca una normativa capace di non ostacolare le imprese di assicurazione nel contributo al finanziamento dell’economia reale e, allo stesso tempo, di agevolare la gestione più consapevole dei rischi emergenti. 

Edoardo Marullo Reedtz, Head of Prudential Regulation Department ANIA

19/5/2025

 
 

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