Le principali novità in materia di welfare della Legge di Bilancio per il 2024

La Legge di Bilancio per il 2024 è la prima a totale paternità del governo Meloni: una finanziaria dai perimetri ampi e che tocca in diversi aspetti il welfare italiano, anche se forse senza quella visione di medio/lungo periodo necessaria a un esecutivo che punta al record di durata in carica

Lorenzo Vaiani

La tanto attesa Legge di Bilancio per il 2024 è arrivata, la legge 213/2023 è la prima finanziaria alla quale attribuire la completa paternità all’esecutivo Meloni, la prima di un governo di centro-destra dopo molti anni (e forse, anche questo, ha aumentato le aspettative). Una manovra ampia e che, almeno in materia di welfare, impatta in non pochi punti l’attuale sistema.

I primi due aspetti degni di nota toccati dalla finanziaria sono: i premi di risultato e i fringe benefit. Per i primi viene confermata - o sarebbe meglio dire rinnovata, dato che la misura vale solo per il 2024 - la tassazione agevolata al 5%, sempre entro il limite dei 3.000 euro lordi e solo per i lavoratori con redditi da lavoro dipendente inferiore agli 80.000 euro. In materia di fringe benefit, invece, è stato previsto l’aumento, nuovamente limitato al solo anno corrente, della famigerata soglia dei 258 euro prevista dalla normativa fiscale ordinaria a 1.000 euro in assenza di figli a carico e a 2.000 euro in presenza di figli. Si tratta di due misure importanti e che, quantomeno da un punto di vista teorico, potrebbero rivestire un ruolo non marginale in un contesto di necessaria revisione della spesa pubblica (per quanto si possa girare la testa dall’altra parte da quest’anno torna il Patto di Stabilità!). Purtroppo, però, le disposizioni sono contingentate a quest’anno e nuovamente vengono rinnovate di volta in volta senza una progettualità. Del resto, è forse proprio questa la critica più severa che si può riservare a quanto predisposto dall’attuale governo; difatti, al di là delle diverse posizioni e visioni politico-partitiche sugli aspetti specifici, non si può non rimproverare all’esecutivo, che punta a chiudere per la prima volta in Italia l’intera legislatura, di aver impostato diverse misure con mancanza di respiro.

Tornando agli aspetti centrali della Legge di Bilancio in materia di welfare, e riagganciando il filo ai temi della famiglia e della genitorialità, le disposizioni maggiormente significative sono almeno tre: l’aumento al 60% della retribuzione corrisposta per il congedo parentale a partire dal secondo mese di vita del bambino (inoltre, per il solo 2024, è previsto l’innalzamento dell’indennità all’80% per il solo secondo mese); l’incremento a 3.600 euro del Bonus Asili Nido per i genitori con figli nati dall'1 gennaio 2024, che abbiano già un figlio di età inferiore a 10 anni e con ISEE familiare fino a 40.000 euro; la riduzione, per il triennio 2024-26, del 100% dei contributi previdenziali per le madri con 3 o più figli a carico fino al compimento del 18esimo anno di età del figlio minore (entro il limite di 3.000 euro annui). Per il solo 2024 viene estesa la medesima misura per le madri con 2 figli se il minore ha età inferiore ai 10 anni. 

Spostando l’attenzione sul lavoro autonomo, la principale novità riguarda la conferma, in via strutturale, dell'Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa di importo variabile tra i 250 e gli 800 euro mensili andando a costituire reddito da lavoro autonomo qualora il richiedente nell’anno precedente, abbia un reddito inferiore al 70% rispetto alla media dei due anni precedenti e purché non sia beneficiario dell’Assegno di Inclusione e con un reddito da lavoro autonomo non superiore a 12.000 euro. Anche rispetto ai temi della fragilità e disabilità sono state previste misure apprezzabili. Sicuramente degno di nota è il riordino dei diversi canali di finanziamento grazie all’istituzione del Fondo Unico per l’Inclusione delle Persone con Disabilità (con abrogazione dei precedenti fondi istituiti per analoghe finalità). Le risorse del Fondo dovranno essere destinate a:

  • potenziamento dei servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli alunni con disabilità della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado;
     
  • promozione e realizzazione di infrastrutture, anche digitali, per l’inclusione delle persone con disabilità;
     
  • sviluppo dell’inclusione lavorativa e sportiva e del turismo accessibile;
     
  • iniziative dedicate alle persone con disturbi del neuro-sviluppo e dello spettro autistico;
     
  • ​interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare;
     
  • promozione di iniziative e di progetti per l’inclusione, l’accessibilità e il sostegno a favore delle persone con disabilità, di particolare rilevanza nazionale o territoriale, realizzati da enti del Terzo Settore con il coinvolgimento degli stessi, in attuazione del principio di sussidiarietà.

Agli elementi di novità fin qui ricordati si aggiungono poi due ulteriori disposizioni importanti e destinate alle attività di formazione e sviluppo dell’occupazione. Viene previsto, per il solo 2024, uno stanziamento ulteriore, pari a 50 milioni di euro, per il “Fondo sociale occupazione e formazione” per il finanziamento e l’implementazione di percorsi formativi rivolti all’apprendistato (per la qualifica e il diploma professionale, diploma di istruzione secondaria superiore, certificato di specializzazione tecnica superiore). Dall’altra parte, vi sono i provvedimenti rivolti ai lavoratori dei settori “deboli”, con misure di sostegno al reddito per i lavoratori di call center, del settore della pesca marittima e in situazioni di crisi aziendali dopo la crisi economica derivante da pandemia e crisi energetica; trattamenti di CIGS e mobilità in deroga nelle aree di crisi industriale complessa; interventi a sostegno del reddito in favore dei lavoratori dipendenti delle imprese del gruppo ILVA.

Una nota finale su un aspetto passato forse un po’ troppo sotto traccia, ovvero la soppressione dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) e la conseguente riassegnazione delle risorse economiche al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La chiusura dell’Agenzia, a detta del Ministero, fa parte di un percorso di razionalizzazione e riordino delle attività che riguarda l’intero dicastero. A parziale sostituzione dell’ANPAL viene costituita la società Sviluppo Lavoro Italia ma rimane da capire, e in questo senso i prossimi mesi saranno chiave, se e come la ristrutturazione porterà giovamento a un ambito, quello delle politiche attive del lavoro, troppo spesso trascurato anche se di vitale importanza per supportare il progressivo incremento dell’occupazione in Italia.

In conclusione, quantomeno a parere di chi scrive, le aspettative - che va detto erano alte - non sono state del tutto mantenute. La prima Legge di Bilancio targata dal Governo guidato da Giorgia Meloni pecca, almeno dal punto di vista delle misure in materia di welfare, di progettualità e visione di medio/lungo periodo, elementi essenziali per un esecutivo che punta al record di durata in carica.

Lorenzo Vaiani, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

15/1/2024

 
 
 

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