Clima, disuguaglianze e istruzione: i fari delle politiche ESG delle Fondazioni di origine Bancaria

Con un'attenzione alla sostenibilità determinata dalla loro stessa mission istituzionale, gli SDGs si confermano i principi generali che più ispirano attività e investimenti delle Fondazioni di origine Bancaria: cambiamento climatico, disuguaglianze e istruzione di qualità i fari delle politiche ESG

Michaela Camilleri

Con riferimento ai temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, le Fondazioni di origine Bancaria agiscono con la consapevolezza determinata dalla loro stessa mission istituzionale di perseguire esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Peraltro, la sostenibilità nell’orientamento della loro attività e nella gestione del patrimonio è stata incorporata anche nella Carta delle Fondazioni elaborata da Acri nel 2012, dove si sancisce che “nelle decisioni di impiego del proprio patrimonio vengono esclusi gli investimenti che presentino connessioni con situazioni di violazione dei diritti dell’uomo e delle norme di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, artistico e culturale, a tal fine ispirandosi a principi elaborati da organismi nazionali e sovranazionali”.

A quali principi generali si ispirano le Fondazioni e come vengono implementati questi obiettivi nelle strategie di investimento? La sesta edizione della survey curata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha provato a rispondere a queste domande intervistando – tra i 128 investitori istituzionali rispondenti - 37 Fondazioni di origine Bancaria che rappresentano 36,5 miliardi di euro di attivo, pari al 77% del totale gestito dalle 86 Fondazioni italiane. 

I risultati dell’indagine evidenziano come il 43% delle Fondazioni incluse nel campione adotti esplicitamente una politica di investimento sostenibile (il 36% nel 2023, il 48% nel 2022 e il 31% nel 2021). Se è vero che, al confronto con gli altri investitori in analisi, le Fondazioni rappresentano la categoria che applica in misura minore una policy formale, è pur vero che gran parte dei soggetti rispondenti adotta comunque strategie di investimento SRI pur non seguendo un orientamento formalizzato. Solo quattro Fondazioni ammettono di non averne mai discusso in CdA, mentre tutte le altre dichiarano che il tema è stato affrontato e verrà implementato in futuro. In linea con quanto si evidenzia a livello aggregato, il principale ostacolo all’implementazioni di politiche di investimento sostenibile è la difficile misurabilità degli impatti e delle performance, citata dal 70% degli intervistati; pesano in questo senso la mancanza di una definizione univoca e/o comparabile di sostenibilità (52%) e una normativa di settore complessa e, molto spesso, percepita come poco chiara (39%).

In linea con la precedente edizione della survey, i principi generali a cui si ispirano maggiormente le Fondazioni sono gli SDGs – Sustainable Development Goals, definiti dall’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. Più nel dettaglio, gli SDGs ritenuti più rilevanti sono SDG 13 - Lotta contro il cambiamento climatico, seguito da SDG 10 – Ridurre le disuguaglianze e SDG 4 - Istruzione di qualità, obiettivi che confermano la particolare attenzione che le Fondazioni da sempre rivolgono alle tematiche sociali e allo sviluppo delle comunità di riferimento. 

Un esempio su tutti perfettamente in linea con l’Obiettivo 4 di “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” è senza dubbio il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine Bancaria, rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo, e gestito dall’impresa sociale Con i Bambini, il Fondo mira proprio a sostenere interventi capaci di rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi dei minori in Italia.

Figura 1 – Gli SDGs di maggior ispirazione 

Figura 1 – Gli SDGs di maggior ispirazione per le Fondazioni di origine Bancaria

Fonte: Quaderno di Approfondimento 2024 - “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani”​

La priorità per le tematiche ambientali trova conferma anche nell’importanza affidata ai criteri ESG: nelle scelte di politica sostenibile, risulta preponderante la lettera E (Environmental) dell’acronimo, con 10 Fondazioni che attribuiscono il valore massimo, segue la S (Social) con 6 voti e infine la G (Governance) con solo 4 voti. Questi principi generali vengono poi implementati attraverso specifiche strategie di investimento: le esclusioni ritrovano la prima posizione in classifica, con il 63% dei rispondenti che dichiara di applicarle, a scapito dell’impact investing che diminuisce leggermente rispetto all’anno precedente, pur rimanendo la seconda strategia più diffusa (47% nel 2024), elemento che caratterizza molto l’operato delle Fondazioni. Tornano, invece, ai livelli del 2022 gli investimenti tematici, che si attestano al 41% nelle preferenze. Stabili convenzioni internazionali e best in class (rispettivamente 22% e 19%), a differenza dell’engagement che prosegue nel suo percorso di crescita arrivando a essere citato dal 19% dei rispondenti.

Figura 2 – Le strategie di investimento sostenibile adottate

Figura 2 – Le strategie di investimento sostenibile adottate dalle Fondazioni di origine Bancaria

Fonte: Quaderno di Approfondimento 2024 - “ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani”​

Scendendo ancor più nel dettaglio, dalla survey emerge che le esclusioni riguardano soprattutto settori collegati al mercato delle armi, verosimilmente anche per effetto del protrarsi dei conflitti bellici, riconducibili a pornografia, allo sfruttamento del lavoro minorile e al gioco d’azzardo. L’impact investing riguarda principalmente l’ambito del social housingun settore storicamente presidiato dalle Fondazioni di origine Bancaria anche per il tramite di iniziative condivise; seguono a distanza settori quali microfinanza e green o social bond. Efficienza energetica e salute sono poi indicati dall’85% di chi dichiara di utilizzare gli investimenti tematici, seguiti da cambiamento climatico (77%) e immobiliare sostenibile (46%). 

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

2/5/2024 

 
 

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